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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Frank T.J. Mackey in Magnolia è una rappresentazione potente di un personaggio che si è costruito un’identità basata sul dominio e sul controllo. Frank, interpretato da Tom Cruise, è il leader di un seminario motivazionale chiamato Seduce and Destroy, in cui insegna agli uomini come "dominare" le donne attraverso strategie manipolatorie. Questo discorso lo vediamo all'inizio del film, in un momento in cui Frank è al culmine della sua performance pubblica: carismatico, energico, adorato dal pubblico.
MINUTAGGIO: 24:00-27:40
RUOLO: Frank T. J. Mackey
ATTORE: Tom Cruise
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Respect the cock and tame the cunt, boys. REVERSE, THAT MOMENT. And you did hear me right. Tame it. Take it on, head first -- with your skills at work and say, "No. You will not control me. You will not take my soul and you will not win this game." 'cause it is a game, guys, you wanna think it's not -- go back to the schoolyard and have a crush on Mary Jane -- respect the cock -- you are embedding this thought: I'm in charge. I'm the one who says yes, no, now or here. Shit, man. Sad but true. Sad But True. And you wanna know what? It must be the way. The thing about chicks and the thing about this course that we're going through today is how universal the whole thing is. I mean: I wish I could sit here and say that it's not -- because the reality? If each chick had something new, something really new that I'd never seen before? Fuckin' hell: I'd be in the money! Because I'd have to create a hundred new cassettes, a hundred new books, a hundred new seminars and hundred new videos just to deal with each and every situation a chick could create - but that is just not the case. They are universal. They are sheep. They are to be studied and watched -- they have patterns that must be stopped, interupted and resisted. I'd be makin' a fuckin' butt load if they were actually as much of a challenge as they want you to think they are! Reality: They Are All The Same. Each and every one of them. And once you learn these methods: You're Set. You Don't Have To Come Back. That's it. In solid. Boom. Done. Over. Why? Because all women are the same. Period. End of discussion. Sorry. It's true. Sad But True. And anyone who wants to say that these methods we work by are "unfair?" Yes, they are. Guilty as charged. And so's the world. It's a harsh, hard unfair place, but it's not gonna stop me from getting my fair shair of hair pie -- Period. Sorry. End of discussion. Number One: Get a calendar. I cannot stress this enough. This is a simple item guys. It's 99 cents at your corner store: Go And Get One. Fuck it, if you reach into your packet, you'll see I've been nice enough to include one, 'cause that's the kind of prick I am -- You're gonna need this calendar and I know it sounds like a small thing, but having it makes all the difference in the world: If you meet a girl and you're gonna work an A-3 Interuption -- let's say an eight day waiting period before the next call -- how you gonna know when those eight days are up? Buy a calendar. Next move? Mark the calendar. Yeah, yeah, yeah. What did I pay my eight hundred dollars for? To hear Frank tell me to buy a calendar and mark it? Just stick with me and stick by the calendar. Mark it up -- use it to set goals -- If you wanna make that "friend" something else -- you gotta be hard on yourself, set goals: You, there: And What's Your Name? (...) And she hurt you didn't she? I know, I know. I know how that can be brother, but let me tell you loud and clear what we will be teaching Denise when we put our calendars to work and set goals:
ITALIANO
Rispettate il cazzo. E... domate la fica. (Applausi e ovazioni del pubblico) Domatela. Tenetele testa con le tecniche che io vi insegnerò mano a mano. E ditele: "No!". (Pubblico: "Noo!") Non avrai il controllo su di me. No! (Pubblico: "Noo!") Non ti impadronirai della mia anima. No! (Pubblico: "Noo!") Non vincerai questo gioco. Te l'impedirò. Perché questo è solo un gioco, ragazzi. Ve ne siete accorti o no, eh? Se non l'avete ancora capito, tornate ai tempi della scuola e alla cotta che avevate per le grosse tette di Mary Jane. (Pubblico: "È vero! Hai ragione! Giusto!") Rispettate... il ca**o. Perineatevi di questi concetti. Sono io quello che detta le regole. Sono io che decido se dire: Sì! (Pubblico: "Sì!") No! (Pubblico: "No!") Adesso (Pubblico: "Adesso!") Qui! (Pubblico: "Qui!") (Applausi) Perché è un principio universale. È un principio evolutivo e antropologico, è... biologico. (Mima i gesti dell'accoppiamento) È animalesco. Noi... siamo... maschiii! (Pubblico in tripudio) Leggete l'inizio della pagina. La prima frase... che cosa dice? (Pubblico: "Procurati un calendario") Esatto, procurati un calendario. Questo è uno dei punti fondamentali. Non è una gran spesa: 90 cents al massimo. Ma... se guardate dentro la vostra busta... forza! Guardate bene... scoprirete che sono stato tanto gentile da regalarvene uno. Trovato? Eh sì. Sì. Sono uno "stronzo dal cuore d'oro". E a voi servirà il calendario. Sembra una stupidaggine, un oggetto da niente e invece non immaginate quanto sarà importante per il vostro lavoro. Incontrate una e mettete in atto il piano A3: diciamo che aspettate otto giorni prima di farvi vivi di nuovo. Come fate a sapere quando è scaduto il tempo? (Pubblico: "Il calendario") Bravi, li segnerete sul vostro calendario. Seguitemi passo passo e usate il calendario segnandoci sopra gli obiettivi da raggiungere. Se volete davvero conquistare quella bionda, dovete essere duri e inflessibili, e seguire le mie regole. Tu in prima fila, con la maglietta grigia a maniche corte, mi dici perfavore come ti chiami? (Geof; uno del pubblico: "Una sera lei: mi ha ritelefonato... e mi ha chiesto un consiglio su uno che le piaceva. E io sono morto") Sai cosa provi per lei? Ne avete parlato? (Geof: "Molte volte") Lei cosa dice? (GEOF: "Dice... dice che non prova la stessa cosa per me") Tutti noi che siamo qui abbiamo provato almeno una volta il tuo dolore. E ti ringrazio per averlo diviso con noi. Adesso lasci che ti mostri cosa insegneremo a Melina con le nostre regole e il nostro calendario. Ok?
"Magnolia" (1999) è uno di quei film che si prendono il rischio di raccontare troppo, di osare con la struttura e di giocare con le emozioni senza paura di risultare eccessivi. Paul Thomas Anderson, reduce dal successo di Boogie Nights, alza l’asticella e costruisce un film corale che intreccia destini, colpe, rimorsi e coincidenze in un affresco umano che sembra sempre sul punto di esplodere.
La storia si muove tra più personaggi, ognuno alle prese con un momento cruciale della propria vita. Un anziano produttore televisivo (Jason Robards) sta morendo di cancro e cerca di riconciliarsi con il figlio, Frank T.J. Mackey (Tom Cruise), un guru della seduzione tossico e pieno di rabbia repressa. Un bambino prodigio (Jeremy Blackman) è spinto dal padre a vincere un quiz televisivo, mentre un ex bambino prodigio ormai fallito (William H. Macy) cerca disperatamente amore e riconoscimento. Il conduttore del quiz (Philip Baker Hall) nasconde segreti pesanti, mentre la figlia tossicodipendente (Melora Walters) si trova in un turbine di autodistruzione e speranza.
Ogni storia è connessa in modi più o meno sottili, e la città di Los Angeles diventa il terreno su cui si muovono questi personaggi, tutti in cerca di qualcosa: redenzione, perdono, amore, vendetta. Anderson dirige il suo cast come un direttore d’orchestra ossessionato dal ritmo e dalla tensione emotiva. Tom Cruise regala una delle sue interpretazioni più spiazzanti: il suo Frank Mackey è carismatico, violento, ma anche terribilmente fragile. Philip Seymour Hoffman, nel ruolo dell’infermiere che assiste il vecchio produttore, incarna la gentilezza in un film pieno di dolore. Julianne Moore passa dalla furia autodistruttiva alla disperazione più sincera, mentre John C. Reilly, nei panni di un poliziotto ingenuo e romantico, rappresenta l’unico vero barlume di speranza. "Magnolia" è un film che non si accontenta di essere misurato. È emotivo, sfacciato, sovraccarico di dettagli e dialoghi. Per alcuni è un capolavoro, per altri un esercizio di stile eccessivo. Quello che è certo è che Anderson riesce a costruire un’esperienza cinematografica densa, un film che lascia il segno e che, a distanza di anni, continua a far discutere.
Frank entra in scena come un predicatore, un guru del maschilismo tossico che trasforma insicurezze e frustrazioni in una filosofia di vita basata sul potere e sulla dominazione. Il linguaggio è aggressivo, volgare, ritmato come un comizio politico o un concerto rock. Il pubblico lo segue con entusiasmo, ripetendo le sue frasi e rispondendo ai suoi stimoli come un gruppo di fedeli in una cerimonia. L’elemento centrale del discorso è il concetto di controllo: Frank dice ai suoi seguaci che devono "dominare", che non devono permettere alle donne di prendere il sopravvento emotivo. E lo fa con una retorica che mescola pseudoscienza ("è un principio evolutivo e antropologico"), biologia ("è animalesco"), e una serie di regole e strategie apparentemente razionali, come il famoso "calendario" per il distacco emotivo.
Ma il punto più interessante arriva nel momento in cui Frank interagisce con Geof, un membro del pubblico che confessa il suo dolore per una ragazza che non ricambia i suoi sentimenti. Qui si crea una frattura nel discorso. La platea ride, ma per un attimo si avverte un’umanità che si insinua nella facciata di Frank. La sua risposta è ancora inquadrata nelle regole del suo metodo, ma il modo in cui ascolta Geof suggerisce che lui stesso conosce fin troppo bene quel tipo di sofferenza. Questa è la prima crepa nel personaggio, che verrà approfondita nel resto del film.
Questo monologo è il ritratto di un uomo che ha costruito un impero sulle sue stesse paure. Frank è un personaggio che usa il controllo come scudo, trasformando il dolore del suo passato in un sistema di regole con cui cerca di anestetizzare la sofferenza. Anderson ci mostra un uomo che domina un pubblico ma che, nel profondo, è schiavo delle sue stesse insicurezze. E proprio per questo, questa scena ha un peso enorme nella costruzione del suo arco narrativo: Frank non è solo un truffatore o un ciarlatano, ma un uomo che sta scappando da qualcosa che non riesce a affrontare.
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