Monologo maschile - Trent il Bibliotecario in \"Paradise\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Trent è la confessione finale di un uomo che ha vissuto tra la vendetta e l’illusione di una nuova vita. Un ex operaio tradito dal sistema, ridotto a un fantasma che ha trovato rifugio tra i libri, fino a quando il richiamo della sua missione non lo ha risvegliato. Fin dall’inizio, la sua storia è segnata dalla disillusione. Quando aveva scoperto la presenza di tossine durante gli scavi, pensava di aver compiuto un dovere morale denunciandolo. Ma invece di essere ascoltato, è stato escluso, cancellato. Quella scoperta non doveva esistere, e nemmeno lui. Il suo tentativo di uccidere il Presidente lo aveva portato in prigione, ma il Giorno del Giudizio gli ha dato una seconda occasione. Eppure, infiltrarsi a Paradise non è stato solo un mezzo per compiere la sua vendetta. Nel tempo, Trent ha cominciato a sentirsi parte di quel mondo. Per un attimo, ha creduto di poter essere qualcos’altro. Ma l’arrivo del Presidente in questo nuovo habitat lo ha riportato alla realtà. Non era un bibliotecario. Era un uomo con una missione incompiuta.

La verità deve venire a galla

STAGIONE 1 EPISODIO 8
MINUTAGGIO
: 31:10-33:12

RUOLO: Trent il Bibliotecario
ATTORE:
Ian Merrigan
DOVE: Disney+



INGLESE


So, I got in, and I set about to finish the job. But then, I don't know, I... I'm embarrassed to say it. I got comfortable here. And I started thinking I... I deserved to survive. To live, even. For Adam, and for everybody who built this place who didn't get invited. I was willing to live out my days down here, quietly, sadly... in this library that I loved. Until It all came flooding back to me. And I knew I had to finish what I started I'll leave you be. So, you can tell everyone who did this and why. Thank you for waking me up from this stupor. And... Thank you for this. I... I knew the way out, I just didn't know how. And whatever's left of the world deserves to know.



ITALIANO


Così sono entrato per poter completare a mia missione, ma poi… Non lo so io, mi vergogno a dirlo. Qui mi sono ambientato, e ho iniziato a credere che meritassi di sopravvivere, di vivere perfino. Per Adam. E per chi ha costruito questo posto e non è stato invitato. Ero disposto a passare qui i miei giorni nel silenzio, nella tristezza, in questa biblioteca che io amo. Sapevo di dover finire ciò che avevo iniziato .Ti risparmierò. Così potrai dire a tutti chi ha fatto questo e perché. Grazie, per avermi svegliato dal mio torpore. E… grazie per questo. Io sapevo che c’era un’uscita, ma non sapevo come trovarla. E quello che resta del mondo, deve sapere.

Paradise

Paradise è una serie che prende il thriller politico e lo fonde con la fantascienza distopica, creando un racconto che esplora il potere, la manipolazione e la sopravvivenza in un mondo in cui le regole del passato non valgono più. Ideata da Dan Fogelman, autore di This Is Us, la serie ha debuttato su Disney+ e ha subito catturato l’attenzione per il suo mix di tensione, mistero e critica sociale. La storia ruota attorno a Xavier Collins (Sterling K. Brown), un agente speciale che un tempo era la guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti, Cal Bradford (James Marsden). Quando il Presidente viene assassinato in circostanze misteriose all’interno di una comunità d’élite, Collins si trova invischiato in un’indagine che lo porta a scoprire segreti inquietanti. Ma c’è un elemento che complica tutto: il mondo non è più quello di prima.


Una catastrofe – inizialmente poco chiara – ha sconvolto il pianeta, lasciando in piedi solo questa comunità chiusa, abitata dai più potenti esponenti del mondo politico ed economico.


A prendere il controllo dopo la morte di Bradford è una donna enigmatica conosciuta come “Sinatra”, un’oligarca senza scrupoli che governa con pugno di ferro e con una visione chiara: proteggere la sua comunità a ogni costo. Mentre Collins cerca la verità sulla morte del Presidente, inizia a rendersi conto che la vera domanda non è solo chi l’abbia ucciso, ma cosa stia accadendo fuori da quella comunità e quale sia il reale stato del mondo.

La serie utilizza una struttura che alterna passato e presente, unendo episodi autoconclusivi incentrati su singoli personaggi con una narrazione più ampia che svela, pezzo dopo pezzo, il quadro generale. I flashback sono essenziali per capire le dinamiche tra i protagonisti, ma anche il declino del mondo esterno e il ruolo che la comunità ha giocato nella crisi globale.

Come già fatto in serie come Lost, Paradise costruisce ogni episodio intorno a un personaggio o a un evento specifico, mantenendo però un filo conduttore che si dipana lungo l’intera stagione. Ci sono momenti di tensione altissima, seguiti da lunghe sequenze più riflessive che esplorano il significato del potere e delle scelte morali.


L’ambientazione trasmette il senso di isolamento e oppressione che pervade la serie. La comunità di Paradise è lussuosa, curata nei minimi dettagli, ma trasmette un’inquietudine costante: dietro l’eleganza si nasconde un mondo marcio, dominato da giochi di potere e manipolazioni. La fotografia, dai toni freddi e asettici, amplifica questa sensazione di controllo e sorveglianza costante.


Dal punto di vista tematico, la serie affronta in modo diretto la lotta tra apparenza e sostanza. Il Presidente, che in teoria è il leader della comunità, si rivela presto una figura quasi impotente, simbolo di come il potere vero sia nelle mani di chi controlla le risorse e le informazioni. Allo stesso modo, la presenza di una psicologa incaricata di rendere la transizione alla nuova realtà il meno traumatica possibile mostra come la manipolazione psicologica sia un’arma tanto potente quanto la forza bruta.


I Personaggi Chiave


Xavier Collins (Sterling K. Brown): Agente dei Servizi Segreti con un passato difficile, è il punto di vista dello spettatore all’interno della storia. La sua indagine sulla morte di Bradford lo porta a scoprire verità che mettono in discussione tutto ciò in cui credeva.

Cal Bradford (James Marsden): Presidente degli Stati Uniti, il cui omicidio è il punto di partenza della serie. Nei flashback scopriamo il suo rapporto con Collins e la sua posizione ambigua all’interno della comunità.

Sinatra: La donna che, dopo la morte di Bradford, assume il controllo della comunità. È spietata e calcolatrice, capace di qualsiasi cosa pur di mantenere il suo potere.

La Psicologa: Figura chiave nella costruzione della nuova società, il suo ruolo è quello di assicurarsi che i superstiti accettino la nuova realtà senza troppe domande. Il suo episodio dedicato è uno dei più affascinanti della stagione.


Paradise prende elementi del thriller politico e li innesta in un contesto fantascientifico che riecheggia molte paure del presente. Il riscaldamento globale, la paranoia per un possibile conflitto nucleare e la crescente influenza delle oligarchie economiche sono tutti temi che trovano spazio nella narrazione. La figura di Sinatra richiama il concetto di un’élite che si erge a salvatrice dell’umanità, ma che in realtà persegue solo il proprio interesse, un tema che ha fatto discutere molto negli Stati Uniti, soprattutto in relazione a figure come Elon Musk e Jeff Bezos.

Analisi Monologo

"Così sono entrato per poter completare la mia missione, ma poi… Non lo so io, mi vergogno a dirlo." L’inizio del monologo è una confessione di fallimento. Trent non è stato subito il killer che voleva essere. Una volta dentro Paradise, qualcosa è cambiato. "Qui mi sono ambientato, e ho iniziato a credere che meritassi di sopravvivere, di vivere perfino." Questa frase è fondamentale. Trent non pensava di avere il diritto di vivere. Dopo tutto ciò che aveva visto e subito, si considerava già un uomo morto. Ma Paradise, con il suo ordine e la sua quiete apparente, lo ha ingannato. Ha iniziato a credere che forse, poteva far parte di qualcosa. E poi aggiunge: "Per Adam. E per chi ha costruito questo posto e non è stato invitato." Chi è Adam? Per lui è tante cose, ma prima di tutte il simbolo di tutti quelli che sono stati lasciati fuori.


Qui emerge il vero motivo della sua rabbia. Paradise è una menzogna costruita sulla pelle di chi è stato dimenticato. "Ero disposto a passare qui i miei giorni nel silenzio, nella tristezza, in questa biblioteca che io amo." Questa frase mostra quanto fosse vicino ad abbandonare la sua vendetta. Aveva trovato un equilibrio, anche se precario. I libri erano diventati il suo rifugio, la sua prigione volontaria. "Sapevo di dover finire ciò che avevo iniziato." Ma la missione lo ha sempre perseguitato. La sua vita non era più sua, era legata a quel debito di sangue, a quella verità che doveva venire a galla.


"Ti risparmierò. Così potrai dire a tutti chi ha fatto questo e perché." Qui la scena cambia completamente. Trent non è più solo un uomo in cerca di vendetta. Ha già compiuto il suo atto estremo. Ha ucciso il Presidente. Ma ora non vuole solo che l’uomo muoia. Vuole che il mondo sappia perché. Il suo gesto non è solo un omicidio, è un messaggio. E poi la frase più importante: "Grazie, per avermi svegliato dal mio torpore." Chi gli ha fatto aprire gli occhi? Xavier. Questa frase significa che qualcosa, o qualcuno, gli ha ricordato chi era davvero.


Paradise lo aveva addormentato, lo aveva fatto dubitare della sua missione. Ma ora, finalmente, ha ritrovato se stesso. Infine, la chiusura: "E… grazie per questo. Io sapevo che c’era un’uscita, ma non sapevo come trovarla. E quello che resta del mondo, deve sapere." Ora ha un nuovo obiettivo: far sapere al mondo cosa è successo davvero.

Conclusione

Il monologo di Trent è il manifesto di un uomo che ha lottato tra il desiderio di giustizia e il bisogno di dimenticare. Non è un eroe. Non è un pazzo. È solo un uomo che ha deciso di dire la verità, qualunque sia il prezzo. E in un mondo costruito sulle menzogne, questa è la sua vera vendetta.

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