Monologo Maschile - \"Umbreakable\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Interpretare Elijah Price in Unbreakable richiede un'immersione totale in un personaggio che vive ai margini della società, mosso da un mix di sofferenza, ossessione e orgoglio. Nel monologo in cui Elijah ammonisce un cliente per aver scambiato la sua galleria d'arte per un negozio di giocattoli, emerge tutto il disprezzo e la delusione di un uomo che, da sempre, si sente frainteso e rifiutato.

Se ne vada

MINUTAGGIO: 26:30-27:17
RUOLO: Elija

ATTORE: Samuel L. Jackson
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


No. No, no, no, no, no. You need to go. Now. Do you see any Teletubbies in here? Do you see a slender plastic tag clipped to my shirt with my name printed on it? Do you see a little Asian child with a blank expression on his face sitting outside on a mechanical helicopter that shakes when you put quarters in it? No? Well, that's what you see at a toy store. And you must think you're in a toy store, because you're here shopping for an infant named Jeb. Now, one of us has made a gross error... and wasted the other person's valuable time. This is an art gallery, my friend... and this is a piece of art.



ITALIANO


No, no, no, se ne vada. Subito. Vede pupazzi dei cartoni, qui? Vede una targhetta di plastica sulla mia camicia con sopra scritto il mio nome? Vede un bambino asiatico privo di espressione seduto dentro un piccolo elicottero meccanico che vibra se uno ci mete dentro una moneta? No? Quindi non è in un negozio di giocattoli. E contrariamente a quello che pensa lei non c’è nulla da comprare per un bambino di nome Jeff. Uno di noi due ha commesso un grave errore, facendo perdere all’altro del tempo prezioso. Questa è una galleria d’arte amico mio. E questa è un’opera d’arte.

Umbreakable

"Unbreakable" di M. Night Shyamalan è uno di quei film che esplora il mondo dei supereroi in modo radicalmente diverso, portando il concetto a una dimensione molto più terrena e psicologica. Uscito nel 2000, il film vede protagonisti Bruce Willis nel ruolo di David Dunn e Samuel L. Jackson come Elijah Price, due personaggi destinati a intrecciare i loro destini in una storia di scoperta e di accettazione di sé.


La trama inizia in modo spiazzante: David Dunn, guardia di sicurezza disillusa e in crisi personale, sopravvive senza un graffio a un catastrofico incidente ferroviario che lascia morti tutti gli altri passeggeri. L’evento è inspiegabile, e David non riesce a capirne il significato. Entra in scena Elijah Price, un enigmatico e fragile uomo affetto da osteogenesi imperfetta, una condizione che rende le sue ossa estremamente fragili. Elijah, un fanatico dei fumetti, è convinto che se lui esiste - così vulnerabile - allora debba esistere qualcuno dall’altra parte dello spettro: un uomo “invulnerabile”, che rappresenta l'opposto di lui stesso.


Man mano che la storia si sviluppa, Elijah sfida David a mettere alla prova le sue capacità, spingendolo a riconoscere l’esistenza di doti eccezionali che ha sempre represso. La narrazione diventa così un viaggio alla scoperta del potenziale di David, e del significato che questa scoperta può avere nella sua vita. È un cammino denso di dubbi, ma anche di rivelazioni, poiché David inizia a capire che la sua invulnerabilità è accompagnata anche dalla capacità di percepire istintivamente la malvagità delle persone che lo circondano. Questi doni, però, non sono senza peso emotivo; anzi, più si avvicina alla sua vera natura, più si trova a dover affrontare le paure e le responsabilità che ne derivano.


L’intreccio culmina in un finale che rovescia tutte le aspettative: scopriamo che Elijah ha orchestrato una serie di disastri - tra cui l'incidente ferroviario - per trovare finalmente la sua "controparte" invulnerabile, rivelando così la sua stessa natura di antagonista. Shyamalan ci porta a riflettere sul concetto stesso di eroe e di villain, senza ridurre questi ruoli alla pura dicotomia tra bene e male: Elijah, pur nel suo ruolo di “villain”, è anche una figura tragica, resa tale dalla sua stessa fragilità fisica e dal desiderio inappagato di trovare uno scopo in una vita segnata dalla sofferenza.

Analisi monologo

Questo monologo di Elijah Price è un concentrato di sarcasmo e disprezzo per l’incomprensione che subisce costantemente, ma è anche una finestra sul suo carattere e sulla sua visione della realtà. Si tratta di una scena che racchiude in poche righe il senso di alienazione e la sete di riconoscimento che caratterizzano Elijah, un personaggio che ha consacrato la sua vita a trovare un significato per se stesso in un mondo che non lo comprende.

Elijah reagisce con fastidio al cliente che tratta la sua galleria come un negozio di giocattoli. Le prime battute sono sferzanti, quasi ridicole nel modo in cui Elijah sottolinea i dettagli tipici di un negozio per bambini (“pupazzi dei cartoni”, la “targhetta di plastica” col nome), portando il malcapitato a realizzare quanto la sua ignoranza sia stata offensiva.


Il suo è un discorso aggressivo, ma non urlato; anzi, proprio l’ironia e l’eloquenza controllata con cui risponde rendono più potente il disprezzo che prova.


Nella parte conclusiva, Elijah dichiara che questa non è una semplice galleria: Questa è una galleria d’arte e indica l’oggetto come un’opera d’arte. In questa frase si rivela tutto l’orgoglio di Elijah per quello che ha costruito. Lui vede il mondo dei fumetti come arte pura, non come semplice intrattenimento per bambini. Le sue parole richiamano una visione quasi sacra di quest’arte, che considera parte integrante della sua identità. Gli oggetti che vende non sono meri prodotti commerciali, ma espressioni della sua stessa essenza e del suo ideale, un ideale che in pochi comprendono. Qui si coglie anche un sottotesto tragico: Elijah ha trovato uno scopo nella sua vita, una via per trasformare il suo dolore in un contributo al mondo, ma le persone continuano a non vederlo, a non riconoscerlo.


Questa scena ci svela anche il bisogno ossessivo di Elijah di giustificare la sua esistenza e la sua fragilità fisica, trasformandola in una “missione”. Più tardi, scopriremo che questa ricerca lo porterà a scelte estreme, ma in questo monologo già vediamo quanto il suo orgoglio per questa arte sia, in fondo, anche una lotta per trovare un equilibrio, una forma di “forza” mentale di fronte alla sua condizione fisica.


Elijah, in questa scena, è quasi un profeta incompreso, un uomo che si erge come custode di un’arte troppo sofisticata per essere capita da tutti. La sua lotta è proprio questa: è un outsider che vede se stesso e il suo mondo di valori come più alto e, allo stesso tempo, si rammarica del fatto che gli altri non riescano a cogliere questa profondità.

Conclusione

Rendere vivo questo monologo significa attraversare un ventaglio di emozioni, dal disprezzo all’orgoglio, senza mai perdere di vista il dolore silenzioso che Elijah porta dentro di sé. Con un tono freddo e controllato, ma con una tensione che trapela, il monologo diventa la voce di un uomo convinto della propria missione, per quanto distorta possa apparire. Interpretarlo con autenticità permette di far emergere il disprezzo, ma anche la vulnerabilità di Elijah.

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