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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Robert Neville in Io sono Leggenda richiede una comprensione profonda del suo mondo interiore, segnato dalla solitudine, dalla disperazione e da un incrollabile bisogno di trovare significato in un'esistenza ormai desolata. In questo monologo, Neville evoca la figura di Bob Marley come simbolo di speranza e resilienza, raccontando una storia che non è solo un omaggio a un grande artista, ma anche un modo per dare voce alle proprie paure e aspirazioni.
MINUTAGGIO: 1:16:20-1:17:40
RUOLO: Robert Neville
ATTORE: Will Smith
DOVE: Netflix
INGLESE
Best album ever made. You don't recognize that? He had this idea, it was... kind of veracious idea. He believed that you could cure racism and hate literally cure it, by injecting music and love into peoples lives When they was scheduled to perform at a peace rally, gunman came to his house and shot him down. Two days later he walked out on that stage, and sang. Somebody asked him "Why?". He said "The people, who are trying to make this world worse, are not taking a day off. How can I. Light up the darkness."
ITALIANO
Il più bell’album mai inciso. Eccolo, non lo riconosci? Aveva un’idea tutta sua, un’idea che potremmo quasi definire da virlogo. Lui pensava che si potessero curare il razzismo e l’odio, letteralmente curare, tramite delle inezioni di musica e amore, nella vita delle persone. Un giorno doveva suonare a una manifestazione per la pace. Degli uomini sono andati a casa sua, e gli hanno sparato addosso. Due giorni dopo, lui è salito su quel palco, e ha cantato. Qualcuno gli ha chiesto… “Perché”. E lui ha detto: “Perché le persone che cercano di far diventare peggiori questo mondo non si concedono un giorno libero, come potrei farlo io?” Illumina l’oscurità.
Io sono Leggenda (2007), diretto da Francis Lawrence e basato sull’omonimo romanzo del 1954 di Richard Matheson, è un film di fantascienza e horror post-apocalittico con protagonista Will Smith. La trama ruota attorno alla figura di Robert Neville, uno scienziato che si ritrova l’ultimo uomo rimasto in una New York deserta e ormai in rovina, dopo che una devastante epidemia virale ha trasformato gran parte dell'umanità in creature aggressive e vampiriche, conosciute come "infetti" o "Darkseekers".
La storia è ambientata in un futuro distopico dove una cura per il cancro, inizialmente celebrata come una rivoluzione medica, si trasforma in una pandemia che decima la popolazione mondiale. Robert Neville, interpretato da Will Smith, è un virologo militare sopravvissuto grazie alla sua naturale immunità. Isolato in una Manhattan deserta, Neville si dedica alla ricerca di una cura per il virus, conducendo esperimenti nel suo laboratorio e catturando infetti per testarli.
Ogni giorno Neville esce in compagnia del suo pastore tedesco, Sam, l’unico legame emotivo che gli resta, e segue una routine ben precisa per mantenere la sanità mentale. La sua vita è scandita da esperimenti scientifici e dalle trasmissioni radio giornaliere, in cui annuncia la sua posizione per cercare altri sopravvissuti. La presenza degli infetti, sensibili alla luce solare, lo costringe a tornare a casa prima del tramonto per evitare di essere attaccato.
Il film è fortemente incentrato sulla solitudine e sul trauma psicologico di Neville, che non solo ha perso famiglia e amici, ma si trova anche in una lotta continua con la propria umanità. Il comportamento degli infetti, che di giorno si nascondono e di notte infestano le strade, aggiunge una tensione costante. Sono creature bestiali, aggressive e quasi prive di umanità, ma allo stesso tempo mostrano tracce di organizzazione e un’inquietante forma di intelligenza, specialmente quando il leader degli infetti inizia a cercare vendetta contro Neville per aver catturato la sua compagna per sperimentazioni.
La routine di Neville è spezzata quando salva una donna, Anna, e un bambino, Ethan, i quali gli rivelano di aver sentito il suo messaggio radio. Anna crede nell’esistenza di una comunità di sopravvissuti e tenta di convincere Neville a partire con loro, ma lui è scettico, ormai disilluso e quasi consumato dal dolore. Questo incontro rappresenta però un momento di crisi, portando Neville a rivalutare la sua missione e la possibilità che possa esserci ancora speranza per il mondo.
Questo monologo di Robert Neville, ispirato a Bob Marley, è uno dei momenti più riflessivi e carichi di speranza nel film. In poche righe, non solo rivela qualcosa di personale sul personaggio, ma racchiude il tema centrale della pellicola: la resilienza e l’importanza della speranza anche nei tempi più oscuri.
"Il più bell’album mai inciso. Eccolo, non lo riconosci?" Neville tiene tra le mani un disco di Bob Marley e lo mostra come un oggetto sacro. In un mondo dove l’umanità è praticamente estinta, la musica diventa un simbolo tangibile della cultura, dell’arte e della bellezza che l’uomo ha saputo creare. Questo disco rappresenta un legame con un passato di cui ora non resta quasi nulla, ed è il modo di Neville per ricordare a se stesso cosa significhi essere umano.
"Aveva un’idea tutta sua... un’idea che potremmo quasi definire da virologo."
Qui Neville collega la filosofia di Marley alla sua esperienza di scienziato, unendo due campi che raramente si toccano: musica e virologia. Mentre Neville cerca di curare una pandemia devastante, Marley cercava di "curare" l’odio e il razzismo con la musica. L’uso del termine “inezioni di musica e amore” trasforma il messaggio di Marley in una metafora scientifica, suggerendo che la musica può essere altrettanto potente di un farmaco, capace di cambiare l’animo umano.
"Degli uomini sono andati a casa sua, e gli hanno sparato addosso. Due giorni dopo, lui è salito su quel palco, e ha cantato." Questo passaggio mette in evidenza il coraggio e l’impegno di Marley, disposto a rischiare la vita per ciò in cui credeva. Questa storia di resistenza e determinazione è fondamentale per Neville, che cerca di mantenere la sua umanità nonostante la solitudine e l’orrore che lo circondano. È un esempio che gli dà forza: se Marley ha potuto affrontare la violenza con la musica, anche lui può continuare la sua missione.
"Perché le persone che cercano di far diventare peggiori questo mondo non si concedono un giorno libero, come potrei farlo io?" Questa è la frase chiave del monologo. In un mondo devastato dall’odio, Bob Marley non si arrende, perché sa che ogni momento in cui si smette di combattere è una vittoria per chi alimenta l’odio. Allo stesso modo, Neville non si concede un attimo di pausa nella sua ricerca di una cura, perché sente la responsabilità di fare tutto ciò che può per rimediare alla devastazione. È un pensiero di grande ispirazione, che implica che ognuno di noi ha un ruolo nella lotta per migliorare il mondo, anche quando sembra impossibile.
"Illumina l’oscurità." Questa frase finale è il vero cuore del messaggio di Neville. Anche nella notte più buia – una metafora perfetta per il suo mondo desolato – lui continua a cercare di portare un raggio di luce. Per Neville, così come per Marley, “illuminare l’oscurità” significa non smettere mai di fare ciò che è giusto, anche quando il mondo sembra privo di speranza.
L'interpretazione di questo monologo richiede delicatezza e intensità, una bilanciata miscela di vulnerabilità e rispetto che renda giustizia al significato delle parole di Neville. L’attore deve riuscire a incarnare la filosofia di Marley e a trasmettere l’essenza della lotta di Neville: quella contro l’oscurità, esterna e interna, che minaccia di consumare ogni scintilla di umanità.
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