Monologo maschile - \"Your Friends & Neighbors\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Andrew “Coop” Cooper da “Your Friends and Neighbors” è uno di quei momenti che segnano il punto di svolta emotivo di un personaggio. Qui non si tratta più di cinismo, di ironia o di rabbia trattenuta sotto pelle. Qui parla la voce di un uomo che, per un attimo, smette di lottare contro il mondo e si guarda dentro. Un attimo raro, quasi intimo, in una serie che spesso mette in scena caos, apparenze e comportamenti autodistruttivi. Il monologo arriva in un momento chiave del percorso di Coop, quando – dopo una serie di scelte moralmente discutibili e una vita che sta andando a rotoli – si ritrova per un breve periodo con la sua famiglia. È in questo spazio sospeso, quasi fuori dal tempo, che qualcosa si riaccende. Il testo, però, non è costruito come un’improvvisa epifania buonista: è una riflessione cupa, articolata, attraversata da una consapevolezza dolorosa che rende il passaggio da "uomo che accumula" a "uomo che cerca di recuperare" ancora più credibile e necessario.

Riprendere i rapporti

STAGIONE 1 EP 6

MINUTAGGIO: 46:18-47:50

ATTORE: Jon Hamm

RUOLO: Andrew Cooper

DOVE: Apple TV

ITALIANO

Ecco cosa succede. Vieni gettato nel mondo, e istintivamente accumuli. Amore, sesso, famiglia, amici, case, auto, esperienze. Non smetti mai di accumulare. Ed è solo invecchiando che inizi a notare le cose che perdi per strada, e che il rimpianto inizia a crescere, come un tumore allo stomaco. Ma in rari momenti di lucidità vedi tutta la tua vita di fronte a te: gli ingranaggi, le scelte giuste e sbagliate, i trionfi e i patemi d’animo. E lì vedi quello che conta davvero, quello che ti rende completo, le cose senza le quali il tuo paradiso diventa un inferno di tua creazione. In quei momenti il tuo cuore sa cosa fare, cosa c’è da salvare. A ogni costo. Quel tempo da solo con la famiglia, con Mel, mi aveva svegliato e ridato ciò che non mi ero accorto di aver smarrito. La speranza. Si era diradata la nebbia. Rivedevo ciò che avevo perso e che mi sarei ripreso. Non sarebbe stato facile, ma potevo farcela. 

Your Friends and Neighbors

Immagina Don Draper ma senza più Madison Avenue, whisky d’autore e donne in fila per una cena con lui. Immagina invece che abbia perso tutto – carriera, famiglia, rispetto – e sia rimasto con una Maserati, una reputazione da salvare e qualche Rolex da rubare per pagare l’assegno alla ex. Questo è Andrew “Coop” Cooper, il protagonista di Your Friends and Neighbors, la nuova serie di Apple TV+ con Jon Hamm, in uscita dall’11 aprile 2025.

La serie, creata da Jonathan Tropper (Banshee, Warrior), si muove tra dramma, satira e suspense psicologica, con uno stile che richiama Desperate Housewives e Breaking Bad, ma con un tono più sommesso, e uno sguardo impietoso sulla mascolinità upper-class americana, ormai sgretolata. Coop è un ex gestore di hedge fund che aveva tutto: soldi, status, moglie e figli, una casa da catalogo e l’invidia di mezzo Westmont Village, quartiere esclusivo dove la perfezione è d’obbligo. Poi tutto crolla: il tradimento della moglie Mel (Amanda Peet) con il miglior amico (Nick, ex stella NBA), il divorzio, la perdita della casa e, infine, del lavoro dopo una notte fuori luogo con una collega. Due anni dopo, Coop vive con la sorella musicista (mentalmente instabile) in un appartamento modesto, ancora aggrappato all'apparenza: auto costosa, giacca su misura e bugie in quantità.

Non può accettare che il suo mondo lo abbia rigettato, ma non può neanche cedere a un lavoro normale. Allora, l’idea: approfittare della fiducia e della superficialità dei vicini per svaligiare le loro ville mentre sorseggiano vino pregiato in veranda. E finché nessuno si accorge di nulla, Coop riesce a tirare avanti. Il problema è che dietro quelle porte blindate si nasconde un'umanità molto meno perfetta e molto più tossica di quanto si aspettasse.

La serie scava nei peccati privati di una comunità che ha fatto dell’apparenza una religione. Coop, che conosce ogni membro del suo circolo sociale, scopre presto che ognuno ha qualcosa da nascondere. Tradimenti incrociati, conti offshore, dipendenze, perfino un sospetto omicidio. I furti diventano il mezzo per un’indagine personale e quasi antropologica: che razza di persone si nasconde dietro la cortina del privilegio?

La tensione cresce episodio dopo episodio: Coop non è un criminale, ma diventa complice, ricattabile, sempre più immerso in un mondo che sembra perfetto solo visto da lontano. Il personaggio di Hamm, pur restando simpatico, si carica di un’ambiguità affascinante: è spinto dalla disperazione, ma anche dal gusto del rischio, e da un'ironia stanca che lo rende irresistibilmente tragico.

Analisi Monologo

La prima parte del monologo è quasi filosofica, generalizzante: “Vieni gettato nel mondo, e istintivamente accumuli.” È l’universalizzazione dell’esperienza capitalista e borghese del vivere: amore, sesso, case, oggetti, status. Coop descrive un impulso quasi animalesco, un automatismo. È qui che la scrittura si fa sottile: non si parla ancora di perdita personale, ma di un modello di vita. Questa è l’ideologia dentro cui Coop è cresciuto, e dentro cui è affondato.

Poi, la frattura: “Ed è solo invecchiando che inizi a notare le cose che perdi per strada.” Qui entra il tempo. Il monologo prende una curva verso l’autobiografia, e il tono si fa più vulnerabile. I rimpianti diventano un organismo vivente: “un tumore allo stomaco”. Una scelta precisa e disturbante. Non nostalgia, non malinconia, ma qualcosa di tossico, invasivo, che consuma. Coop è lucido abbastanza da sapere che non si tratta solo di ciò che ha perso, ma di come ha ignorato quelle perdite mentre succedevano.

Il cuore del monologo è nel passaggio: “Vedi quello che conta davvero, quello che ti rende completo, le cose senza le quali il tuo paradiso diventa un inferno di tua creazione.” Qui il linguaggio diventa più visivo, più personale. La nozione di “paradiso” che diventa “inferno” non viene dall’esterno, non è un giudizio morale: è soggettivo. Coop capisce che ha trasformato ciò che aveva in una gabbia dorata, perché ha perso di vista ciò che lo rendeva umano.

L’affondo emotivo: “Quel tempo da solo con la famiglia, con Mel, mi aveva svegliato…” non ha più filosofia, solo bisogno. Non è più un ragionamento astratto: è il desiderio di tornare a ciò che contava davvero. Ma non è una redenzione a buon mercato. Coop non dice “ora sono un uomo migliore”: dice “posso provarci”. E questa differenza è tutto. Riconosce la difficoltà, ma dichiara l’intenzione. Non pretende il perdono, ma si concede la possibilità della speranza.

Conclusione

Questo monologo è il punto in cui Coop si riconnette con la parte più vera e fragile di sé. Non è una confessione, non è un pentimento, e non è nemmeno una dichiarazione d’amore: è un atto di lucidità. Coop smette di difendersi dal dolore, smette di fingere di essere solo una vittima del sistema o delle circostanze. Prende atto delle sue scelte, delle sue priorità sbagliate, e soprattutto di ciò che vale davvero la pena salvare.

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