Monologo - Daniele Paoloni in \"Citadel: Diana\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Matteo, capo di Manticore in Citadel: Diana è un esempio potente di retorica manipolativa e di leadership autoritaria. Attraverso le sue parole, Matteo cerca di creare una narrazione che leghi i membri dell’organizzazione a un ideale superiore, giustificando così azioni estreme e sacrifici. Utilizzando una combinazione di motivazione ideologica e intimidazione, questo discorso incarna le strategie di persuasione tipiche di chi vuole plasmare un gruppo di individui trasformandoli in pedine fedeli a una causa.

RECLUTE

STAGIONE 1 EP 3

MINUTAGGIO: 4:15-5:52
RUOLO: Matteo

ATTORE: Daniele Paoloni
DOVE: Amazon Prime Video



ITALIANO


Se siete qui è perché siete stati individuati dall’Agenzia come candidati reclute. Il vostro addestramento inizia oggi. Al termine di questo periodo chi di voi si dimostrerà idoneo diventerà operativo. Qui dentro riceverete uno stipendio che fuori non teme confronti, ma se siete qui non è perché vi piacciono i soldi. E’ perché non vi piacciono le ingiustizie. Quelle che dovevano essere le migliori democrazie del pianeta si sono dimostrate deboli, corrotte, in balia dei grandi gruppi di potere che non fanno altro che alimentare le disuguaglianze ovunque. Per ogni guerra, per ogni attentato, per ogni carestia, c’è un sistema che l’ha voluto. E un’agenzia ufficiale che l‘ha appoggiato. Noi siamo nati per opporci a tutto questo. Voglio che vi sia chiara una cosa però: c’è un nemico da cui più di ogni altro dobbiamo stare in guardia. Un’agenzia segreta grande quanto noi, ammantata di buonismo progressista. Ma su di loro abbiamo un vantaggio. Noi sappiamo che esistono, loro non sanno di noi, e così deve restare. Non parlate con nessuno. non fidatevi di nessuno, o state sicuri che lo sapremo.

CITADEL: DIANA

"Citadel: Diana" è uno spin-off della serie "Citadel" del 2023, prodotto dai fratelli Russo e ambientato nel 2030 a Milano. La protagonista, Diana Cavalieri (interpretata da Matilda De Angelis), è un’agente segreta della Citadel che ha infiltrato l’organizzazione rivale, Manticore, che ha distrutto la Citadel otto anni prima. Diana si trova in una posizione complicata: bloccata dietro le linee nemiche, deve decidere se abbandonare l’agenzia o fidarsi di un alleato inaspettato, Edo Zani, l’erede di Manticore in Italia. La trama si sviluppa con azioni spettacolari, complotti, e un intricato gioco di potere all'interno dell'organizzazione​. La serie, rilasciata su Amazon Prime Video il 10 ottobre 2024, è diretta da Arnaldo Catinari e creata da Alessandro Fabbri, con un cast che include anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, e Filippo Nigro​.


Pillole della Trama


"Citadel: Diana" è ambientata in un futuro distopico nel 2030, con Milano come sfondo principale. La città è ancora alle prese con le conseguenze del crollo della Citadel, un'agenzia di spionaggio globale, avvenuto otto anni prima. La distruzione della Citadel è stata orchestrata da Manticore, una potente organizzazione criminale, che ha costretto i membri superstiti della Citadel a fuggire o nascondersi.


La protagonista, Diana Cavalieri, è una spia sotto copertura che lavora per la Citadel all'interno di Manticore. Ma dopo il collasso dell'agenzia, Diana si trova intrappolata in una situazione pericolosa e isolata. La trama ruota attorno ai suoi sforzi per sfuggire a Manticore e alla complessità del suo doppio ruolo. Un elemento chiave della storia è la comparsa di Edo Zani, l'erede di Manticore in Italia. Edo si trova coinvolto in una lotta di potere all'interno della sua famiglia e potrebbe essere l'unico che può aiutare Diana a scappare. La relazione tra Diana ed Edo si complica ulteriormente quando Diana scopre che la famiglia Zani potrebbe essere legata alla tragica morte dei suoi genitori. Questo aggiunge una dimensione emotiva alla trama, facendo emergere il conflitto interiore di Diana mentre cerca di bilanciare il suo desiderio di vendetta con la necessità di sopravvivere e scappare.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Matteo, capo di Manticore, riflette il carattere ideologico e motivazionale tipico di un leader di un'organizzazione segreta, con sfumature di autoritarismo e manipolazione.


Matteo inizia affermando che i candidati sono stati selezionati dall'Agenzia, stabilendo immediatamente una dinamica di potere e un senso di esclusività. Chi ascolta viene fatto sentire parte di un gruppo scelto, rinforzando il legame con l'organizzazione. Il richiamo a un addestramento che determinerà l'idoneità contribuisce a creare un clima di competizione e pressione. Matteo sfrutta un argomento che spesso fa presa sulle persone più idealiste: la lotta contro le ingiustizie. Critica le democrazie mondiali, definendole corrotte e manipolate dai grandi poteri, un'idea che gioca sulla disillusione verso le istituzioni politiche e sociali. Matteo quindi dipinge Manticore come la resistenza contro questo sistema oppressivo, facendo appello a un senso di giustizia superiore.


Il capo enfatizza che la vera ragione per cui i reclutati sono lì è la loro avversione verso le ingiustizie. Questo è un modo per incanalare i sentimenti personali di disillusione in un impegno verso l'organizzazione, costruendo un legame emotivo e ideologico tra i candidati e Manticore. Un elemento cruciale è la definizione di un nemico comune: un'altra agenzia segreta, presumibilmente la Citadel. Matteo parla di loro come "ammantati di buonismo progressista", accusandoli implicitamente di ipocrisia. Questo rafforza la dicotomia noi-contro-loro, un meccanismo psicologico che consolida l'identità del gruppo e giustifica l'ostilità verso l'esterno.


Matteo conclude con un avvertimento minaccioso: "Non parlate con nessuno, non fidatevi di nessuno, o state sicuri che lo sapremo". Questo introduce un clima di paura e controllo totale, dove ogni azione può essere monitorata. La minaccia di essere scoperti serve a mantenere l'ordine interno e a scoraggiare il tradimento o l'individualismo.

CONCLUSIONE

Il monologo di Matteo è una dimostrazione sottile del potere della retorica nella creazione di un senso di appartenenza e obbedienza. Attraverso la promessa di combattere le ingiustizie e l'identificazione di un nemico comune, il capo di Manticore costruisce una narrativa che unisce i membri dell'organizzazione sotto un'unica causa.

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