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~ LA REDAZIONE DI RC
"Mediterraneo" del 1991, diretto da Gabriele Salvatores, che ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero nel 1992. Questo film è un capolavoro del cinema italiano che mescola commedia, dramma e riflessioni più profonde sulla guerra e l'umanità. Questo discorso del tenente Raffaele Mondini, introduttivo, lancia i protagonisti attraverso un’avventura unica di rinascita e riappropriazione della pace, e dei propri ideali.
MINUTAGGIO: 1:30-3:45
RUOLO: Raffaele Mondini
ATTORE: Claudio Bigagli
DOVE: Netflix
ITALIANO
Ci stavano mandando in missione a Megisti, un’isola sperduta dell’Egeo. La più piccola, la più lontana. Importanza strategica, zero. Era una missione OC. Osservazione e collegamento. Dovevamo occuparla e segnalare eventuali avvistamenti. mi avevano affidato un gruppo di uomini presi qua e la, superstiti di battaglie perdute, sbandati di reggimenti sfasciati. Un plotone di richiamati, come me, sopravvissuti per caso. Elisio Strazzabosco era il mulattiere, gran camminatore, tipo un pò strano. Aveva fatto tutta la guerra con la sua Silvana, le voleva bene come a una persona, anzi, forse di pi. C’erano i fratelli Munaron, libero e Felice, due bravi ragazzi, due montanari che non avevano mai visto il mare. E poi c’erano LoRusso e Colasanti. Lorusso aveva fatto la campagna d’Africa, e si era guadagnato i gradi di sergente maggiore, chissà cosa sarebbe diventato finita la guerra. Colasanti era il marconista, e viveva all’ombra del sergente, praticamente in simbiosi. Poi c’era Corrado Noventa, il disertore, era già scappato varie volte. Voleva tornare a casa perché sua moglie aspettava un bambino. L’ultima volta l’avevano beccato al confine tra Albania e Jugoslavia, mentre tentava di tornare in Italia a piedi. Il mio attendente si chiamava Antonio Farina, si era molto affezionato a me, sempre pronto ad ogni ordine. A volte preveniva anche i miei pensieri.
Il film segue le vicende di un gruppo di soldati italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi militari sono inviati su un'isola greca nell'Egeo, apparentemente di scarsa importanza strategica, con l'obiettivo di occuparla e monitorare le attività nemiche. Ma la guerra sembra dimenticarli e loro si ritrovano isolati dal resto del mondo. Il tenente Raffaele Montini, interpretato da Claudio Bigagli, è il protagonista e narratore del film.
"Mediterraneo" non è solo un film sulla guerra, ma un'esplorazione dell'essere umano, della bellezza della vita e dell'importanza delle piccole cose. I soldati, inizialmente inviati per combattere, finiscono per immergersi nella cultura locale, dimenticando la guerra e integrandosi con gli abitanti dell'isola.
Ciascuno di loro mostra una profondità unica, lontana dai semplici stereotipi del soldato. La guerra diventa lo sfondo su cui si dipanano le loro personalità e storie. L'isolamento dall'Italia e dalla guerra porta questi uomini a una forma di redenzione personale e collettiva. Si adattano, formando una comunità con gli abitanti locali. L'isola greca, con il suo paesaggio mozzafiato, diventa un simbolo di pace e serenità, contrastando con l'orrore e il caos della guerra. Salvatores usa il tono satirico per commentare la follia della guerra e l'assurdità di certi aspetti militari, ma lo fa sempre con una profonda empatia verso i suoi personaggi.
"Mediterraneo" è un film che invita alla riflessione sull'irrazionalità della guerra e sulla capacità umana di trovare la bellezza e l'umanità anche nelle situazioni più disperate. Il film è apprezzato per il suo equilibrio tra humor, pathos e profondità narrativa, e rimane un punto di riferimento nel cinema italiano e nella rappresentazione cinematografica della guerra.
Il monologo è un estratto rappresentativo del film "Mediterraneo" e offre una visione approfondita dei personaggi e dell'atmosfera del film. Il monologo si apre descrivendo la missione dei soldati su un'isola sperduta dell'Egeo, Megisti. L'introduzione dell'isola come "la più piccola, la più lontana" con "importanza strategica, zero" stabilisce subito il tono satirico e quasi ironico del film. L'uso della sigla "OC" (Osservazione e Collegamento) introduce il lettore alla natura burocratica e inutile della missione, evidenziando la follia della guerra.
La forza del monologo risiede nella sua capacità di introdurre i personaggi in modo vivido e umano. Ogni personaggio è delineato con tratti specifici che ne svelano la personalità e il background:
Elisio Strazzabosco: Descritto come un "gran camminatore, tipo un pò strano", Elisio è affezionato alla sua mula Silvana, a cui "voleva bene come a una persona, anzi, forse di più". Questa descrizione non solo fornisce dettagli sulla personalità di Elisio ma introduce anche un tema ricorrente del film: l'affetto e l'umanità inaspettati in tempi di guerra.
I fratelli Munaron, Libero e Felice: Descritti come "due bravi ragazzi, due montanari che non avevano mai visto il mare", rappresentano l'innocenza e la semplicità. Il loro stupore di fronte al mare è un momento di pura bellezza e simboleggia il loro sguardo fresco e non corrotto verso la vita.
LoRusso e Colasanti: LoRusso è un sergente maggiore veterano della campagna d'Africa, e Colasanti è il marconista che vive "all’ombra del sergente, praticamente in simbiosi". Questa descrizione mostra come i personaggi siano legati tra loro da relazioni che vanno oltre il militare, toccando la sfera personale e emotiva.
Corrado Noventa: È il disertore che "voleva tornare a casa perché sua moglie aspettava un bambino". La sua figura è tratteggiata con un senso di disperazione e umanità; Noventa è un uomo spinto da un forte desiderio di normalità e amore, elementi estranei al contesto bellico.
Antonio Farina: L'attendente del narratore, descritto come "molto affezionato a me, sempre pronto ad ogni ordine". La sua capacità di "prevenire i miei pensieri" suggerisce una profonda connessione emotiva e un legame quasi familiare tra lui e il tenente Montini.
Nonostante siano soldati, i personaggi sono presentati con le loro vulnerabilità, speranze e desideri, mostrando come l'umanità persista anche nei momenti più bui. L'isolamento sull'isola diventa un mezzo per la redenzione dei personaggi, che trovano nel distacco dalla guerra una possibilità di rinascita interiore e di scoperta di sé. La descrizione della missione contrasta con la realtà dei personaggi, mostrando come la burocrazia militare sia distante e disconnessa dalla vera essenza dell'esistenza umana. Il monologo rivela come momenti semplici, come vedere il mare per la prima volta, possano avere un impatto profondo, suggerendo che la bellezza può essere trovata nelle esperienze più elementari.
Il monologo da "Mediterraneo" è un pezzo di scrittura che serve perfettamente a introdurre la trama, i personaggi e i temi del film in modo conciso ma profondo. La capacità di Salvatores di mescolare l'umorismo con profonde riflessioni umane è evidente qui. Questa analisi riflette e anticipa le dinamiche e le evoluzioni dei personaggi nel corso del film.
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