Monologo - Mel Gibson in \"Braveheart\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Interpretare il monologo di William Wallace in Braveheart significa dar voce a uno dei momenti più intensi e iconici del cinema. E’ un appello alla libertà, un grido contro la tirannia e un richiamo all'orgoglio e al coraggio di un popolo oppresso. Wallace parla come un uomo che ha vissuto il dolore, la perdita e l’ingiustizia, e che ora cerca di risvegliare la stessa passione nei suoi compagni d'armi.

Libertà

MINUTAGGIO: 1:16:40-1:18:40
RUOLO: William Wallace

ATTORE: Mel Gibson
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


I am William Wallace! And I see a whole army of my countrymen, here in defiance of tyranny. You've come to fight as free men... and free men you are. What will you do with that freedom? Will you fight? .Aye, fight and you may die. Run, and you'll live... at least a while. And dying in your beds, many years from now, would you be willin' to trade ALL the days, from this day to that, for one chance, just one chance, to come back here and tell our enemies that they may take our lives, but they'll never take... OUR FREEDOM!



ITALIANO


Figli di Scozia! Io sono William Wallace! E ho dinanzi agli occhi un intero esercito di compatrioti, decisi a sfidare la tirannia. Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete. Senza libertà cosa farete. Combatterete? Certo, chi combatte può morire. Chi fugge, resta vivo. Almeno per un pò. Agonizzante in un letto, fra molti anni fra adesso. Siete sicuri che non sognerete di barattere tutti i giorni che avrete a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione, di tornare qui sul campo, ad urlare ai nostri nemici, che possono togleirci la vita, ma non ci togleranno mai la libertà.

Braveheart

Braveheart” è un epico dramma storico diretto e interpretato da Mel Gibson, uscito nel 1995. Il film racconta la storia di William Wallace, un coraggioso guerriero scozzese che nel XIII secolo guidò la rivolta del suo popolo contro la dominazione inglese, sfidando l’autorità del re Edoardo I d’Inghilterra, noto come "Longshanks".


La storia di Wallace inizia con un trauma: da bambino, perde il padre e il fratello, uccisi dagli inglesi. Questo evento lascia in lui una cicatrice profonda e una radicata avversione verso l’oppressione. Da giovane, Wallace si allontana dal conflitto e decide di vivere una vita tranquilla. Sposa in segreto Murron (Catherine McCormack), il suo amore d’infanzia, per evitare il "jus primae noctis" – una pratica introdotta da Edoardo I che permette ai nobili inglesi di avere la prima notte di nozze con le spose scozzesi. Ma la loro felicità è destinata a essere breve: quando Murron viene brutalmente uccisa dagli inglesi, Wallace esplode in una furia incontenibile e inizia la sua missione di vendetta, che presto si trasforma in una ribellione più ampia contro il dominio inglese.


Wallace riesce a radunare un esercito di contadini, soldati e guerrieri disposti a combattere per la libertà. Attraverso una serie di battaglie emblematiche, tra cui la famosa Battaglia di Stirling, il personaggio di Gibson incarna lo spirito di un’intera nazione che si ribella per la propria indipendenza. In uno dei momenti più iconici, Wallace, con il volto dipinto di blu, pronuncia il discorso “They may take our lives, but they'll never take our freedom!” ("Potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!"), ispirando i suoi uomini a lottare anche contro un nemico più numeroso e meglio armato.

Analisi monologo

Questo monologo è il cuore di Braveheart, una dichiarazione potente, quasi un grido di battaglia che incarna la determinazione e la disperazione di William Wallace, interpretato da Mel Gibson.


"Figli di Scozia! Io sono William Wallace!" Wallace si presenta come "Figlio di Scozia" prima ancora di essere un leader militare. L’identità, qui, non è un dettaglio superficiale; è una dichiarazione d’appartenenza. Non parla a loro come generale o come re, ma come un loro pari. L’uso della prima persona e del suo nome è quasi un modo per dire: io sono uno di voi, insieme possiamo lottare contro la tirannia.


"Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete. Senza libertà cosa farete?" Wallace sta ricordando ai suoi compagni d’armi che la loro vera natura è quella di essere uomini liberi. Non si limita a infiammare i loro cuori, ma sottolinea l’importanza della libertà come essenza della loro identità. Wallace sa bene che il valore della libertà è ciò che li ha portati a unirsi a lui. Questa domanda, "Senza libertà cosa farete?", sottolinea la disperazione del perdere quella condizione, un richiamo emotivo alla necessità di combattere per ciò che li definisce.

"Certo, chi combatte può morire. Chi fugge, resta vivo. Almeno per un po’." Qui Wallace gioca con il paradosso tra il vivere e il sopravvivere. Il suo discorso propone una scelta crudele ma essenziale: la possibilità di una morte eroica o una vita priva di dignità. Questa frase è una riflessione sulla fragilità dell’esistenza, specialmente in tempi di guerra. Wallace non cerca di negare la paura della morte, ma piuttosto la incanala in qualcosa di più grande, qualcosa che va oltre la semplice sopravvivenza.


"Agonizzante in un letto, fra molti anni da adesso. Siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete..." Questa parte del monologo porta un’immagine potente: un uomo anziano, consapevole di aver rinunciato alla sua libertà per paura, che ora soffre un dolore esistenziale. Wallace costringe gli uomini a guardare al futuro, immaginando una vita priva di significato, e suggerisce che il vero tormento non sarà il campo di battaglia, ma la rinuncia. È una visione quasi shakespeariana, una specie di premonizione in cui i soldati vedono un destino vuoto e privo di gloria, perché non hanno avuto il coraggio di lottare.


"Potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!" Questa è la dichiarazione definitiva, l’aforisma per eccellenza del personaggio. Wallace sta esprimendo una verità assoluta: possono anche morire, ma la loro libertà non è qualcosa che può essere fisicamente sottratta. È uno stato mentale, una convinzione che non può essere spezzata neanche con la forza. Questa affermazione è un messaggio di immortalità: la libertà continuerà a vivere anche se loro cadranno in battaglia. È una frase che cementa Wallace come leggenda.

Conclusione

Questo monologo va vissuto come una liberazione: ogni parola deve essere carica di significato, come se fosse l’ultimo appello prima della battaglia decisiva. Interpretarlo autenticamente significa trasmettere l'intensità di una lotta per la libertà che è, in fondo, il cuore pulsante dell’umanità stessa. Non si tratta solo di convincere i “soldati” ad affrontare il nemico, ma di restituire loro una dignità che il dominio inglese ha tentato di cancellare.

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