Monologo da \"Memento\"

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Se i miei calcoli sono esatti, quando questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie...


~DOC

NE VEDREMO DELLE BELLE, MARTY!


Cari appassionati di cinema e attori in ascesa, oggi, nel nostro viaggio attraverso i monologhi più intensi della storia del cinema, ci imbattiamo in una perla di saggezza e introspezione: il momento chiave di "Memento". E chi meglio di me, per guidarvi in questa esplorazione della mente e della memoria? Questo film, un capolavoro di narrazione non lineare, ci sfida a riflettere sulla natura della memoria e dell'identità. Il protagonista, afflitto da amnesia a breve termine, ci porta in un viaggio dove il passato è un puzzle da ricostruire. Partendo da sé stessi.


IL MONOLOGO DI "MEMENTO"


MINUTAGGIO: 1:49:20- 1:50:24

RUOLO: LEONARD SHELBY

ATTORE: GUY PEARCE

DOVE VEDERLO: Amazon Prime Video


INGLESE


I have to believe in a world outside my own mind. I have to believe that my actions still have meaning. Even if I can't remember them. I have to believe that when my eyes are closed, the world's still here. Do I believe the world's still here? Is it still out there? Yeah. We all need memories to remind ourselves who we are. I'm no diffent. Now, where was I?


ITALIANO


Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente, devo convincermi che le mie azioni hanno ancora un senso, anche se non riesco a ricordarle. Devo convincerle che quando chiudo gli occhi il mondo continua a esseri. Allora, sono convinto o no che il mondo continua ad esserci? C’è ancora? Si. Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo. Io non sono diverso. Allora, a che punto ero?


E' PIU' SERIO DI QUELLO CHE PENSAVO!


Si parte! Nel finale di "Memento", ci troviamo di fronte a un enigma della memoria e dell'identità. Il nostro protagonista, Leonard, afflitto da amnesia anterograda, vive in un presente perpetuo, incapace di formare nuove memorie. "Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente," dice. Ecco, questa è la quintessenza del dilemma! Come può un uomo del futuro e del passato come me, non rimanere affascinato da questa sfida alla percezione della realtà? Leonard, in un mondo dove ogni momento (O dovremmo dire... "memento"... chiedo venia, gioco di parole degno di questo dialogo) svanisce come un sogno al risveglio, si aggrappa alla vendetta come un'ancora di salvezza. Ma ecco il paradosso! Decide di ingannare se stesso per mantenere vivo il suo scopo. "Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo," riflette. E se questi ricordi sono costruiti, manipolati? Ah, la mente umana! Un labirinto più intricato di qualsiasi viaggio nel tempo che io abbia mai intrapreso.


Nel suo monologo, Leonard si confronta con la realtà che i suoi ricordi, la sua stessa identità, potrebbero essere costruzioni. Eppure, sceglie di vivere in questa realtà alterata. "Sono convinto o no che il mondo continua ad esserci?" si chiede. E qui, cari amici, giace la vera domanda: cosa rende reale la nostra realtà? È la memoria, la percezione, o forse la convinzione? In un finale che sfida ogni convenzione, Leonard decide di creare la sua verità, una verità che gli dia un senso di scopo, anche se basata su un'illusione. "Mi convinco che le mie azioni hanno ancora un senso," afferma. E non è forse questo che facciamo tutti, in un modo o nell'altro? Costruiamo le nostre realtà, i nostri mondi, basandoci su ciò che riteniamo essenziale per la nostra esistenza. Un monologo e un film che ci invita a riflettere sulla fragilità della nostra percezione e sulla potenza delle nostre convinzioni.


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MARTY! VISTO? VA A VAPORE!


Questo momento introspettivo è un'esplorazione della memoria e un invito a riflettere su chi siamo e su come i nostri ricordi plasmano la nostra realtà. Cari amici, ogni momento è prezioso, ogni ricordo un tesoro nel viaggio del tempo. Fino alla prossima avventura, questo è DOC che vi saluta: "Great Scott! Che viaggio è stato!"


Adieu!


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DOC

Laureato a pieni voti in numerose discipline scientifiche, ama definirsi cultore di tutte le scienze. I suoi idoli sono i grandi scienziati del passato, come Isaac Newton, Benjamin Franklin, Thomas Edison e Albert Einstein, dei quali possiede i ritratti nel salotto di casa propria e che adora così tanto da chiamare il cane da compagnia che possiede nel 1955 Copernico e quello che possiede nel 1985 Einstein.

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