Monologo - Il Merovingio in \"Matrix: Reloaded\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo del Merovingio in Matrix: Reloaded è uno dei momenti più filosofici e concettualmente densi del film. Interpretato da Lambert Wilson, il Merovingio si presenta come un programma ribelle che vive nella Matrix e gestisce un vero e proprio sottobosco criminale. Il suo discorso, che si rivolge direttamente a Neo, Morpheus e Trinity, rappresenta un manifesto della sua visione del mondo e dell’universo, fondato sul principio della causalità. In questo momento del film, i protagonisti si trovano di fronte a una figura che non è solo ostile, ma intellettualmente minacciosa: il Merovingio non si limita a ostacolare la loro missione, ma cerca di demolire le loro convinzioni più profonde.

Causalità

MINUTAGGIO: 1:51:12-1:53:35

RUOLO: Il Merovingio
ATTORE:
Lambert Wilson
DOVE:
Amazon Prime Video

INGLESE

But do you? You think you do but you do not. You are here because you were sent here, you were told to come here and you obeyed. It is, of course, the way of all things. You see, there is only one constant, one universal, it is the only real truth: causality. Action. Reaction. Cause and effect. Morpheus: Everything begins with choice. Merovingian: No. Wrong. Choice is an illusion, created between those with power, and those without. Look there, at that woman. My God, just look at her. Affecting everyone around her, so obvious, so bourgeois, so boring. But wait… Watch – you see, I have sent her dessert, a very special dessert. I wrote it myself. It starts so simply, each line of the program creating a new effect, just like poetry. First, a rush… heat… her heart flutters. You can see it, Neo, yes? She does not understand why – is it the wine? No. What is it then, what is the reason? And soon it does not matter, soon the why and the reason are gone, and all that matters is the feeling itself. This is the nature of the universe. We struggle against it, we fight to deny it, but it is of course pretense, it is a lie. Beneath our poised appearance, the truth is we are completely out of control. Causality. There is no escape from it, we are forever slaves to it. Our only hope, our only peace is to understand it, to understand the `why.’ `Why’ is what separates us from them, you from me. `Why’ is the only real social power, without it you are powerless. And this is how you come to me, without `why,’ without power. Another link in the chain. But fear not, since I have seen how good you are at following orders, I will tell you what to do next. Run back, and give the fortune teller this message: Her time is almost up. Now I have some real business to do, I will say adieu and goodbye.



ITALIANO


Ma voi... l’avete? Credete di averla, ma non è così. Voi siete qui perché siete stati mandati qui. Vi è stato detto di venire qui e avete ubbidito. Del resto, è così che vanno le cose. Sapete, esiste un solo principio costante, un solo principio universale. Ed è l’unica autentica verità: la causalità. Azione, reazione. Causa, ed effetto. La scelta è solo un’illusione, creata e posta tra chi ha potere e chi non ne ha. Guardate là, quella donna. Oh Dio. Guardate la sua bellezza: ha effetto su tutti quelli che lei ha intorno. È così ovvio, così bourgeois, così noioso. Ma aspettate, osservate. Ecco, vedete? Le ho mandato un dessert. Un dessert molto particolare. Lo scritto io di persona. Inizia tutto in modo così semplice, ogni sequenza del programma crea un nuovo effetto. È come… poesia. All’inizio un impeto emotivo,calore, il cuore che palpita. Riesci a vederlo, Neo, si? Lei non sa capacitarsene. Perché? Sarà il vino? No? Cos’è allora, quale ne è la ragione? Presto non ha più importanza. Presto i perché e le ragioni evaporano, e ad avere importanza resta solo l’emozione in sé. Ecco, questa è la natura dell’universo. Contro questa cosa noi lottiamo. La rinneghiamo. Ma è una messa in scena. È solo facciata. Al di sotto della nostra composta apparenza, la verità è che noi siamo assolutamente senza controllo. Causalità. Non c’è verso di sfuggirle. Le saremo in eterno assoggettati. La nostra sola speranza, la nostra pace, dipendono dal capire questo: dal capire, innanzitutto il perché. Il perché è ciò che differenzia noi da loro. E voi da me. Il perché è la sola vera fonte di potere. Senza di esso siete impotenti. Così siete venuti da me, senza perché, quindi senza potere. Un altro anello della catena. Ma non temete. Dato che ho constatato quanto siete zelanti nell’ ubbidire agli ordini, vi dirò che cosa dovete fare adesso. Svignatevela e riferite all’Oracolo questo mio messaggio: il suo tempo è agli sgoccioli e volge al termine ormai. Mi aspettano faccende più importanti. Perciò vi dico adieu e... auguri.

Matrix: Reloaded

"Matrix: Reloaded", diretto dai fratelli Wachowski (oggi Lana e Lilly), è il secondo capitolo della trilogia di Matrix. Uscito nel 2003, il film espande l’universo introdotto nel primo capitolo e approfondisce i temi della predestinazione, del libero arbitrio e dell’illusione del controllo, mantenendo intatta la sua vena action-filosofica. Siamo nel pieno della guerra tra gli umani ribelli e le macchine, con Zion, l’ultima città umana nel mondo reale, sotto la minaccia di un imminente attacco da parte delle Sentinelle. L’intero film ruota attorno a due missioni principali: il tentativo di respingere l’assedio delle macchine e la ricerca di una via per sconfiggere la Matrix dall’interno.


Neo (Keanu Reeves), ora pienamente consapevole del suo ruolo di Eletto, è tormentato da visioni di Trinity (Carrie-Anne Moss) in pericolo. Nonostante il suo potere crescente, il personaggio viene mostrato come una figura complessa e in conflitto, a metà strada tra il destino che gli viene imposto e i sentimenti personali che lo guidano. Questo contrasto sarà fondamentale nella narrazione. Mentre Morpheus (Laurence Fishburne) cerca di unire la resistenza contro l’assedio delle macchine, emerge una certa tensione tra i leader di Zion. La fede incrollabile di Morpheus nell’Eletto non è condivisa da tutti, e il suo rapporto con il Consiglio di Zion evidenzia una dinamica interessante tra scienza e spiritualità. Su consiglio dell’Oracolo (interpretata da Gloria Foster nel suo ultimo ruolo), Neo scopre l’esistenza del Fabbricante di Chiavi, una figura essenziale per accedere alla Sorgente della Matrix. Questo incontro dovrebbe teoricamente fornire a Neo gli strumenti per porre fine al dominio delle macchine.


Ma la strada per arrivare alla Sorgente è piena di ostacoli, tra cui l’introduzione di nuovi personaggi come il Merovingio (Lambert Wilson), un programmatore ribelle che controlla il proprio piccolo regno all’interno du Matrix. Uno dei fili conduttori più intriganti del film è rappresentato dal ritorno di Smith (Hugo Weaving), non più un semplice agente della Matrix, ma una sorta di programma indipendente fuori controllo. Dopo essere stato distrutto da Neo nel primo capitolo, Smith è tornato con la capacità di replicarsi all’infinito, trasformando altre entità nella sua copia. Il suo ruolo si fa sempre più ambiguo, e diventa una forza altrettanto distruttiva per le macchine quanto per gli umani.

Analisi Monologo

Il Merovingio inizia il suo discorso con un’affermazione provocatoria: "Credete di avere scelta, ma non è così." Questo introduce subito il tema centrale del monologo, ovvero l’illusione della libertà. Secondo lui, l’universo è governato dalla causalità, un principio che lega ogni evento a una causa precisa. È un’idea che richiama il determinismo filosofico, per cui ogni azione è il risultato inevitabile di una serie di cause precedenti. Questa visione si oppone alla narrativa principale del film, in cui Neo rappresenta il simbolo della scelta, del libero arbitrio e della possibilità di sfuggire ai meccanismi della Matrix. Il Merovingio, al contrario, sostiene che la scelta è una costruzione artificiale, un’illusione creata da chi detiene il potere per mantenere il controllo su chi non ce l’ha. È interessante notare come questa affermazione non riguardi solo la Matrix, ma sembri applicarsi anche al mondo reale di Zion, suggerendo che la lotta per la libertà sia intrinsecamente priva di significato.


Il Merovingio utilizza un esempio concreto per illustrare la sua teoria: la donna al tavolo. Guardandola, commenta come la sua bellezza abbia un effetto naturale su chiunque la circondi. Questo effetto, però, non è casuale: lui stesso l’ha amplificato inviandole un dessert che, grazie alla sua "programmazione", scatena una reazione chimica e fisica in lei. Attraverso questa scena, il Merovingio dimostra che ogni azione è il risultato di una sequenza programmata di cause ed effetti, che possono essere manipolati e previsti.


L’analogia tra il dessert "programmato" e la natura della Matrix è evidente: tutto ciò che accade è il prodotto di un programma. Anche le emozioni, come il desiderio, il piacere o l’amore, non sono altro che il risultato di un processo determinato. Questo discorso enfatizza una visione profondamente nichilista dell’universo, dove tutto è riducibile a meccanismi prevedibili e dove l’individualità è solo una facciata. Il riferimento al "poema" scritto da lui stesso per creare l’effetto sul dessert sottolinea la sua posizione di potere: chi conosce le cause, può controllare gli effetti.

Uno dei momenti chiave del monologo è quando il Merovingio dichiara: "Il perché è ciò che differenzia noi da loro. E voi da me." Qui, il concetto di "perché" diventa sinonimo di conoscenza e, quindi, di potere.


Per il Merovingio, capire il perché dietro ogni azione è l’unica vera fonte di controllo. Chi non comprende il motivo profondo delle proprie azioni – come Neo e i suoi compagni, secondo lui – è impotente, un semplice ingranaggio in un meccanismo più grande. Il Merovingio ribalta così la prospettiva dei protagonisti. Essi si vedono come agenti di cambiamento, dotati di libero arbitrio e determinati a distruggere la Matrix; ma per il Merovingio, sono solo pedine che obbediscono agli ordini di qualcun altro (l’Oracolo, nel loro caso) senza comprendere il perché delle loro azioni. Questo sottolinea un tema centrale del film: la lotta per il potere e la libertà è indissolubilmente legata alla comprensione della verità. Ma quale verità? Quella assoluta, come sostiene il Merovingio, o quella soggettiva, che Neo cerca di difendere?

Il monologo si conclude con un atteggiamento di superiorità nei confronti di Neo e dei suoi compagni. La frase "Voi siete venuti da me senza perché, quindi senza potere" sottolinea la percezione di inutilità e debolezza dei protagonisti agli occhi del Merovingio. È una chiusura provocatoria, che lascia spazio al dubbio: è davvero così? Neo è davvero privo di controllo o il suo viaggio rappresenta un tentativo di spezzare il ciclo di causalità che imprigiona tutti?


L’arroganza del Merovingio è un riflesso del suo ruolo nella Matrix. Essendo un programma antico, è totalmente radicato nel sistema, incapace di concepire un’alternativa alla causalità. Questa rigidità lo rende un personaggio affascinante, ma anche limitato rispetto a Neo, che rappresenta invece il potenziale per il cambiamento.

Conclusione

Il monologo del Merovingio in Matrix: Reloaded è un momento chiave non solo per la sua valenza narrativa, ma anche per il suo impatto tematico. Attraverso un linguaggio tagliente e sofisticato, il personaggio mette in discussione uno dei fondamenti della trilogia: il libero arbitrio. La sua visione deterministica, basata sulla causalità, sfida direttamente la missione dell’Eletto e il ruolo dell’Oracolo, offrendo una prospettiva cinica e fatalista sull’universo di Matrix.

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