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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo, che si colloca verso il finale di Panama Papers, funge da manifesto del messaggio centrale del film. Pronunciato con una calma determinazione, è una denuncia appassionata di un sistema corrotto, radicato nelle strutture stesse della politica e dell’economia globale. Le parole, che assumono il tono di una dichiarazione pubblica o di un appello morale, trascendono la narrazione del film per rivolgersi direttamente al pubblico, rendendo il monologo una sorta di sermone politico.
MINUTAGGIO: 1:27:45-1:30:04
RUOLO: Ellen Martin
ATTRICE: Meryl Streep
DOVE: Netflix
INGLESE
I do not work for any government or intelligence agency, I never have. My viewpoint is entirely my own, as was my decision to share the documents. I call on the European Commission and the British Parliament, the United States Congress, and all nations to put an end to massive, pervasive... corruption! In this system, our system, the slaves are unaware, both of their status and of their masters, who exist in a world apart and where the shackles are hidden amidst reams of... unreachable legalese. It is a result of massive, pervasive corruption of the legal profession. When it takes a whistleblower to sound the alarm, it is cause for even greater concern. 'Cause it signals that... Democracy's checks and balances have all failed, and that severe... Instability could be just... Just around the corner. So... now... is the time... for real action. It starts with asking questions. Tax evasion cannot possibly be fixed... While elected officials are pleading for money from the very elites who have the strongest incentives to avoid taxes... relative to any other segment of the population. Yeah. These... political practices have come full circle and are irreconcilable. Reform... of America's broken campaign finance system cannot wait.
ITALIANO
Non lavoro per alcun governo, o agenzia di intelligence. Non l’ho mai fatto. Il mio punto di vista è interamente mio. Così come la mia decisione di diffondere documenti. Faccio appello alla commissione europea, al Parlamento Britannico, al Congresso degli Stati Uniti e a tutte le nazioni, perché pongano fine all’imponente, pervasiva corruzione. In questo sistema, il nostro sistema, gli schiavi sono ignari, sia della loro condizione, e sia dei loro padroni, che vivono in un mondo a parte, e dove le catene sono nascoste, in mezzo a risme di… di inaccesibile legalese e questo è il risultato dell’imponente corruzione della corruzione legale, Il fatto che serva una gola profonda per suonare l’allarme è causa di maggiore sconcerto, perché è il segnale che i controlli contrappesi della democrazia hanno fallito, e che… una grave… instabilità… potrebbe essere proprio dietro l’angolo. Perciò, adesso, è il momento di una vera azione. Questa comincia facendo domande. L’evasione fiscale non può in alcun modo finire, laddove pubblici funzionari chiedono soldi alle stesse Elite che hanno i più forti incentivi a evadere le tasse, rispetto qualsiasi altro segmento della popolazione. Già, queste… pratiche politiche ormai hanno chiuso il cerchio, e sono irriconciliabili. La riforma del sistema di finanziamento delle campagne elettorali dell’America non può attendere.
"Panama Papers" (titolo originale The Laundromat), diretto da Steven Soderbergh, è un film del 2019 che affronta lo scandalo finanziario dei Panama Papers, uno dei più grandi leak della storia, che ha rivelato i meccanismi di corruzione, evasione fiscale e riciclaggio di denaro attraverso paradisi fiscali. Basato sul libro Secrecy World del giornalista investigativo Jake Bernstein, il film si presenta come un mix tra una narrazione satirica e una lezione didattica sui sistemi finanziari offshore. Il film segue principalmente la storia di Ellen Martin (interpretata da Meryl Streep), una donna comune la cui vita viene sconvolta da un incidente in barca che porta alla morte di suo marito. Quando Ellen cerca di riscuotere l’assicurazione per l’incidente, scopre che la compagnia assicurativa è in realtà una società fantasma, gestita attraverso un labirinto di entità offshore.
La sua indagine personale la porta lentamente a scoprire una rete di corruzione finanziaria globale. La trama principale si alterna con episodi e sottotrame che illustrano vari aspetti del sistema delle società offshore. Queste storie sono narrate dai due protagonisti “metatestuali” del film: Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramón Fonseca (Antonio Banderas), gli avvocati panamensi proprietari dello studio legale Mossack Fonseca al centro dello scandalo. I due fungono da narratori diretti, rompendo spesso la quarta parete per spiegare al pubblico come funzionano i meccanismi di frode finanziaria.
Il film non è un ibrido tra un'inchiesta drammatica e una commedia nera. Soderbergh usa una struttura episodica per mettere in luce i molteplici effetti del sistema offshore, esplorando come i potenti riescano a sfruttare le lacune legali per arricchirsi e come le persone comuni ne subiscano le conseguenze.
C’è un forte contrasto tra il tono leggero e quasi farsesco utilizzato da Mossack e Fonseca per raccontare la loro “arte” e la gravità delle conseguenze reali per chi rimane vittima di questo sistema. Questo approccio volutamente ironico serve a denunciare, ma anche a rendere comprensibile un tema complesso come quello dell’evasione fiscale.
Il monologo si apre con un’affermazione chiara: “Non lavoro per alcun governo, o agenzia di intelligence. Non l’ho mai fatto. Il mio punto di vista è interamente mio.” Questo posizionamento iniziale serve a stabilire l’autonomia della voce narrante, sottolineando che non ci sono influenze esterne o agende politiche che guidano la denuncia. La scelta di rimarcare questa indipendenza rafforza la credibilità e la sincerità del messaggio.
L’individuo che parla non è un agente del sistema, ma un osservatore critico che si pone al di fuori di esso per esporne le falle. Questa neutralità apparente è fondamentale per rendere il discorso universale, indirizzandolo non solo a un pubblico specifico, ma a tutte le nazioni e istituzioni citate nel monologo. Uno dei passaggi più potenti è l’uso della metafora: “Gli schiavi sono ignari, sia della loro condizione, e sia dei loro padroni, che vivono in un mondo a parte, dove le catene sono nascoste, in mezzo a risme di inaccessibile legalese.” Questa immagine colpisce profondamente perché rivela la natura subdola della corruzione moderna.
Le "catene" non sono fisiche, ma invisibili, celate dietro il linguaggio complesso dei contratti e delle leggi create per proteggere i potenti. Questo passaggio suggerisce che la vera forza del sistema sta nella sua capacità di nascondersi alla vista, di rendersi incomprensibile per la maggior parte delle persone. È un’accusa non solo al sistema stesso, ma anche alla complicità dei cittadini che, pur senza rendersene conto, ne perpetuano l’esistenza. L’immagine degli schiavi ignari è una critica devastante alla passività delle masse di fronte alla corruzione.
Una delle dichiarazioni più incisive arriva con la frase: “Il fatto che serva una gola profonda per suonare l’allarme è causa di maggiore sconcerto, perché è il segnale che i controlli contrappesi della democrazia hanno fallito.” Qui il monologo affronta direttamente la fragilità delle istituzioni democratiche. L’idea che solo un whistleblower (una "gola profonda") possa esporre il marcio del sistema è un segno del fatto che le istituzioni, invece di prevenire la corruzione, ne sono state corrotte. Questo punto mette in discussione non solo il sistema finanziario, ma anche il sistema politico stesso. È un’ammissione di fallimento che prepara il terreno per l’urgenza dell’azione proposta nella parte finale del monologo.
La parte più pratica del discorso arriva con l’analisi delle cause strutturali del problema: “L’evasione fiscale non può in alcun modo finire, laddove pubblici funzionari chiedono soldi alle stesse élite che hanno i più forti incentivi a evadere le tasse.” Questo passaggio evidenzia l’interconnessione tra il sistema politico e quello economico, mostrando come la corruzione non sia un’anomalia, ma una caratteristica intrinseca del sistema. Il monologo sottolinea l’ironia e l’ipocrisia di un sistema in cui i politici, che dovrebbero combattere l’evasione fiscale, sono finanziati dalle stesse élite che la praticano. L’idea di un circolo vizioso è sintetizzata dalla frase: “Queste pratiche politiche ormai hanno chiuso il cerchio, e sono irriconciliabili.” Questo rende chiaro che il problema non può essere risolto senza una riforma radicale.
La chiusura del monologo è una chiamata all’azione diretta: “La riforma del sistema di finanziamento delle campagne elettorali dell’America non può attendere.” Qui il discorso si fa specifico, indicando una delle radici principali del problema: il finanziamento delle campagne elettorali. È un richiamo alla necessità di cambiare le regole del gioco, eliminando i conflitti di interesse che rendono impossibile una vera giustizia fiscale. Questo appello non è solo rivolto agli Stati Uniti, ma a tutte le nazioni e istituzioni che si confrontano con problemi simili. Il messaggio è chiaro: l’inerzia non è più un’opzione. Il momento di agire è adesso.
Questo monologo rappresenta l’apice del messaggio politico di Panama Papers. È un’accusa feroce contro un sistema che ha fallito sia moralmente che istituzionalmente, ma è anche un invito a non arrendersi. Attraverso un linguaggio diretto e immagini potenti, il discorso smaschera le catene invisibili della corruzione moderna e denuncia la complicità delle istituzioni democratiche nel perpetuarla.
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