Monologo Femminile - Molly Ringwald in \"The Bear\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo presentato offre un'introspezione su una donna che, durante una riunione in un centro per le dipendenze, riflette sulla propria esperienza di vita accanto a un marito alcolizzato. Il suo racconto è un viaggio emotivo che esplora il dolore, il senso di colpa e la difficile realizzazione della propria impotenza nel cercare di "curare" il partner. "The Bear" offre anche momenti di questo tipo.

ALCOLISMO

STAGIONE 1 EP 3

MINUTAGGIO: 1:48-3:19
RUOLO: -

ATTRICE: Molly Ringwald
DOVE: Disney +


INGLESE


It's hard to hear it, so I just keep saying it. I didn't cause it. I can't control it. I can't cure it. A lot of my life, I thought I was just a victim. And because my husband drank so much, this would happen or that would happen. The short term was always so awful. I thought if I just could throw out his liquor, you know, hide whatever he was on, that would fix it. We can't curb that kind of chaos until the thinking changes. Until the foundations change. Until the chemistry changes. And it's difficult. I know I played a part in his abuse. And I'm really mad at myself for that. But... But... if there's anything good that came out of it, it's that it made me realize that the best thing for me to do is just to try to keep my side of the street clean. Instead of trying to fix everything, just remove myself from any situation that is, or could become, toxic.



ITALIANO


E’ dura da sentire. Perciò continuo a ripetermelo. Non è colpa mia, non posso controllarlo, non posso curarlo. Per tutta la mia vita ho creduto di essere una vittima. E siccome mio marito beveva capitava questo o capitava quello… non riuscivo a vedere una via d’uscita. Credevo che... non so, magari svuotando le bottiglie e nascondendo le sue cose si sarebbe risolto tutto. Non puoi controllare quel caos se non cambi testa, se non cambiano le basi, se non cambia la chimica. Ed è difficile. So di aver avuto un ruolo nel suo abuso. E io mi detesto per questo. Ma, ma se c’è un lato positivo qui è che ho realizzato che la cosa migliore che posso fare è pulire il mio lato della strada. Invece di voler sistemare tutto devo rimuovermi da qualunque situazione sia o possa diventare tossica.

THE BEAR

"The Bear" è una serie televisiva drammatica statunitense creata da Christopher Storer, che ha debuttato nel 2022. La serie ha ricevuto grande apprezzamento per il suo ritratto realistico e intenso del mondo della ristorazione, mettendo in luce dinamiche lavorative, personali e familiari.


La storia segue Carmen "Carmy" Berzatto (Jeremy Allen White), un giovane chef di alta cucina che torna a Chicago per gestire il ristorante di famiglia, The Original Beef of Chicagoland, dopo la morte improvvisa del fratello maggiore Michael. Il ristorante, specializzato in panini con carne, è in difficoltà economiche e ha una gestione caotica.


Carmy, che proviene da un background di ristoranti stellati e di alto livello, si ritrova a lottare con le condizioni disastrose del locale, il personale poco organizzato e i suoi stessi traumi personali legati alla morte del fratello e alla pressione che ha sempre vissuto nel mondo della cucina di lusso.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo offre una finestra emotiva su una persona che sta affrontando un’esperienza profondamente traumatica, come vivere con un partner dipendente.


La protagonista inizia il monologo riconoscendo quanto sia difficile accettare ciò che sta vivendo: “E’ dura da sentire. Perciò continuo a ripetermelo.” Questo suggerisce un processo di auto-convincimento, in cui la protagonista cerca di elaborare razionalmente il dolore e la confusione derivanti dalla situazione.


Attraverso l'ammissione che "Non è colpa mia, non posso controllarlo, non posso curarlo", vediamo un primo tentativo di separare la propria responsabilità dall’abuso del marito. Questa è una frase potente, tipica di chi è coinvolto in una dinamica con una persona dipendente, dove si è spesso portati a credere di poter “aggiustare” il problema altrui. Il bisogno di controllo è uno dei temi centrali in situazioni di codependenza.


Per tutta la mia vita ho creduto di essere una vittima.” Qui emerge il senso di impotenza che ha caratterizzato la sua esperienza. La protagonista si vedeva intrappolata nel ciclo della dipendenza del marito, senza alcuna via d’uscita. L’immagine che dà di sé è quella di una persona che ha permesso alla dipendenza altrui di definire la propria esistenza.


Il riferimento a tentativi falliti di risolvere la situazione, come “svuotando le bottiglie e nascondendo le sue cose”, sottolinea la frustrazione di aver provato in tutti i modi possibili, seppur maldestri, a controllare il problema del marito. È l'immagine di una battaglia persa contro un mostro più grande di lei.


L'affermazione “Non puoi controllare quel caos se non cambi testa, se non cambiano le basi, se non cambia la chimica” rappresenta un momento di lucidità. La protagonista realizza che il problema del marito non è risolvibile tramite azioni esterne o tentativi superficiali di controllo. Qui si allude alla complessità delle dipendenze, che non possono essere risolte senza un cambiamento radicale interno, sia a livello psicologico che chimico. È una comprensione matura e profonda delle dinamiche della dipendenza.


Una parte fondamentale del monologo è l’ammissione del proprio coinvolgimento: “So di aver avuto un ruolo nel suo abuso. E io mi detesto per questo.” Questa è una dichiarazione estremamente onesta, che riflette il senso di colpa che spesso accompagna chi vive con una persona dipendente. Nonostante sappia di non essere la causa del problema, la protagonista sente di aver contribuito in qualche modo, forse attraverso il suo comportamento o la sua tolleranza della situazione.


Nonostante il dolore e il senso di colpa, il monologo prende una piega più positiva con la riflessione su ciò che può fare per se stessa: “ho realizzato che la cosa migliore che posso fare è pulire il mio lato della strada”. Questa frase evoca un senso di responsabilità personale e il desiderio di riprendere il controllo della propria vita, non cercando più di “aggiustare” gli altri, ma concentrandosi su se stessa. Questo è un passaggio chiave in molte storie di recupero dalla codependenza, in cui si capisce che l'unica cosa che si può davvero cambiare è il proprio comportamento e le proprie reazioni.


L'ultima parte del monologo, “rimuovermi da qualunque situazione sia o possa diventare tossica”, riflette un processo di guarigione. La protagonista capisce che per stare bene deve distanziarsi dal caos che ha caratterizzato la sua vita. È un momento di autodeterminazione, in cui decide di rompere il ciclo della dipendenza, anche se questo potrebbe significare lasciare il marito o riorganizzare radicalmente la sua vita.

CONCLUSIONE

Il monologo rappresenta un percorso di rinascita emotiva e personale, dove la protagonista riconosce la necessità di distaccarsi da situazioni distruttive per prendersi cura della propria salute mentale. La sua realizzazione che non può controllare la dipendenza del marito, ma solo gestire la propria reazione, segna un passaggio cruciale verso la guarigione. In un contesto come quello di "The Bear", dove anche Carmy affronta traumi e lotte personali, questo monologo rappresenta una riflessione profonda sul tema della responsabilità e della capacità di ritrovare se stessi in mezzo al caos.

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