Monologo di Nancy Stranger Things 5: la paura di Vecna

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Nancy a Mike in "Stranger Things 5"

Il monologo di Nancy in Stranger Things 5 mostra un personaggio che affronta insieme colpa, paura e lucidità mentre il destino della famiglia sembra già scritto. In queste battute la tensione emotiva cresce senza freni: Nancy parla come chi ha visto l’inevitabile e non può più restare in silenzio. La scena unisce memoria, visioni e responsabilità mancata, ed è un momento chiave per comprendere il suo arco narrativo. 

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Stranger Things 5(2025)
Personaggio: Nancy
Attrice: Natalia Dyer

Durata: 1 minuto

Difficoltà 7,5/10 Richiede gestione di più livelli emotivi simultanei (colpa, rabbia, paura, lucidità), ritmo incalzante, quasi da scarica di verità che Nancy non può più trattenere

Emozioni chiave Colpa, paura anticipatoria, rabbia compressa, urgenza, lutto preventivo 

Contesto ideale per un attore Scene di conflitto familiare quando un personaggio sente di aver tradito la propria famiglia

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Stranger Things 5" - primi 2 episodi

La storia si apre con un flashback del 1983, in cui Will viene catturato dal Demogorgone e consegnato a Vecna, che sembra avviare un piano a lungo termine. Nel 1987, Hawkins è ormai una città in quarantena dopo l’invasione del Sottosopra. I ragazzi, Mike, Dustin, Lucas e Will cercano di mantenere viva la memoria di Eddie e continuano la loro battaglia contro Vecna, mentre la città è presidiata dall’esercito. Undi (Eleven) si allena duramente con Hopper e Joyce, mentre varie squadre dei protagonisti tentano di coordinarsi tramite radio per localizzare Vecna, ormai introvabile da tempo. Durante una ricognizione militare nel Sottosopra, Hopper rimane isolato e Will percepisce attraverso una visione, come se fosse dentro la mente del Demogorgone, che una minaccia sta raggiungendo la casa di Mike e Nancy.

In quel preciso momento, infatti, Holly, la sorellina, viene attaccata dal Demogorgone nella sua stanza Holly riesce a fuggire inizialmente, ma viene comunque rapita e trascinata nel Sottosopra. Nancy e Mike scoprono che la bambina parlava di un misterioso “Signor Cosè”. Indagando e interrogando la loro madre Karen ferita, scoprono che il vero nome dell’entità è Henry. I pezzi si incastrano: Cosè è Vecna, che ha manipolato Holly prima del rapimento. Undi e Hopper si inoltrano nel Sottosopra per cercare la bambina. Nel frattempo, Will capisce che Vecna sta usando un legame mentale con lui e riesce a percepire ciò che Holly vede e sente, come se Vecna stesse sfruttando la sua connessione per comunicare o spiare attraverso i bambini presi di mira. Infine una visione rivela che Holly è nella “casa” di Henry, una versione illusoria e idilliaca creata da Vecna: non è l’unica, perché lui vuole radunare tutti i bambini che ha scelto come vittime...

Testo del monologo + note

Guarda che io non parlo di stasera. Potevamo fare qualcosa, non so ieri, una settimana fa, lo scorso autunno. Potevamo cercare di portarli via da Hawkins o… o dirgli semplicemente la verità. Potevamo agire in qualche modo, fare qualcosa. Vecna me lo aveva mostrato. Me l'aveva fatto vedere, non solo I 4 portali. Holly, mamma, papà, morti. E noi? Non gli abbiamo creduto ed è stato uno sbaglio. Ma adesso si sta avverando tutto. Davvero non ci arrivi Mike? Vecna è tornato per realizzare il suo disegno per punirci. L'ho fatto con Fred e Chris e Max e ora tocca a noi. E non si fermerà. Non si fermerà finché non sarà riuscito a spremerci ogni goccia di dolore.

"Guarda che io non parlo di stasera.": attacco secco, tono fermo ma non urlato; sottolinea “non parlo di stasera” come rimprovero; breve pausa dopo la frase, lo sguardo su Mike per “stanarlo” emotivamente.

"Potevamo fare qualcosa, non so ieri, una settimana fa, lo scorso autunno.": ritmo più veloce, come se le opzioni le uscissero di getto; “ieri / una settimana fa / lo scorso autunno” vanno quasi a cascata, crescendo di frustrazione; micro-pausa dopo “potevamo fare qualcosa”, come se cercasse le parole.

"Potevamo cercare di portarli via da Hawkins o… o dirgli semplicemente la verità.": il primo “o” fluido, il secondo inciampa leggermente, come se la emozionasse ammettere la colpa; su “semplicemente la verità” voce più bassa, amara; lo sguardo si abbassa un istante, come se ammettesse una vigliaccheria.

"Potevamo agire in qualche modo, fare qualcosa.": qui il ritmo si stringe, ripetizione consapevole; “fare qualcosa” va marcato, quasi sputato fuori; può accompagnare con un piccolo gesto della mano, come a scacciare le scuse.

"Vecna me lo aveva mostrato.": abbassa leggermente il tono, come se lo dicesse più a sé stessa che a Mike; pausa breve dopo, il ricordo è ancora vivido e doloroso.

"Me l'aveva fatto vedere, non solo i 4 portali.": insiste, voce più tesa; su “non solo i 4 portali” lo sguardo si fa più fisso, come se rivedesse le immagini; micro-pausa prima di elencare.

"Holly, mamma, papà, morti.": qui il ritmo cambia: ogni parola è un colpo, separato; può marcare piccole pause: “Holly… mamma… papà… morti”; non urlare, ma far sentire il peso di ogni nome; lo sguardo può tremare, è il cuore del dolore.

"E noi?": domanda secca, quasi sibilata; pausa dopo, lascia a Mike lo spazio per sentire l’accusa implicita; lo sguardo diretto, ferito.

"Non gli abbiamo creduto ed è stato uno sbaglio.": tono più basso, ammissione di colpa collettiva; su “uno sbaglio” c’è un accento emotivo, ma senza melodramma; lo sguardo può staccarsi da Mike, come se facesse fatica a guardarlo mentre ammette questo.

"Ma adesso si sta avverando tutto.": la voce torna a salire di tensione; “adesso” va marcato, è il presente che incombe; pausa breve dopo la frase, come se sperasse che Mike finalmente capisca.

"Davvero non ci arrivi, Mike?": tono misto di incredulità e frustrazione; “davvero” leggermente sottolineato, non come urlo ma come ferita; il nome “Mike” va detto guardandolo fisso negli occhi, è un richiamo personale.

"Vecna è tornato per realizzare il suo disegno per punirci.": qui entra la lucidità razionale; tono più spiegato, come se stesse mettendo insieme i pezzi; su “per punirci” la voce si fa più scura, quasi un sussurro amaro.

"L'ha fatto con Fred e Chris e Max e ora tocca a noi.": elenco rapido, senza troppe pause tra i nomi, come una ferita che si riapre; “e ora tocca a noi” va rallentato, è la presa di coscienza più terribile; lo sguardo può passare per un attimo nel vuoto prima di tornare su Mike.

"E non si fermerà.": frase breve, tagliente; piccola pausa dopo, come un giudizio definitivo; la voce qui è ferma, quasi senza vibrazioni.

"Non si fermerà finché non sarà riuscito a spremerci ogni goccia di dolore.": inizio controllato, poi crescendo leggero verso “spremerci ogni goccia di dolore”; immagine fisica, quasi disgustosa, può accompagnarla con un minimo irrigidimento del corpo; alla fine della frase, pausa lunga, lascia che il silenzio pesi addosso a Mike e al pubblico.

Analisi del monologo di Nancy a Mike in "Stranger Things 5"

Il monologo di Nancy funziona come un’unica ondata emotiva che parte dalla frustrazione e arriva alla paura più profonda. Va interpretato come se le parole le uscissero perché non può più trattenerle: non è un discorso preparato, è un crollo lucido. L’attacco, “Guarda che io non parlo di stasera”, deve avere il tono di chi corregge una percezione errata: Nancy non sta parlando dell’ultimo errore, ma di tutti quelli accumulati nel tempo. Da qui la voce accelera, perché il pensiero le corre più veloce della lingua: “Potevamo fare qualcosa, ieri, una settimana fa…”. Gli elenchi scandiscono la colpa, come se ogni alternativa che nomina fosse un pugno allo stomaco. Quando arriva a “o dirgli semplicemente la verità”, la voce per un istante si incrina: qui emerge la vergogna, il fatto che non siano stati onesti con la propria famiglia.

Il ritmo si contrae quando ripete “Potevamo agire… fare qualcosa”: la ripetizione è una frustata, e la frase va quasi sputata fuori, perché Nancy non sopporta più il peso della passività. Poi il tono cambia: quando dice “Vecna me lo aveva mostrato… me l’aveva fatto vedere” si entra in un territorio più intimo, quasi sussurrato. È il momento della profezia ignorata. Le immagini che ha visto le si accendono negli occhi mentre pronuncia “Holly, mamma, papà, morti”. Qui ogni nome va lasciato sospeso: non serve piangere, basta lasciar filtrare il tremito di chi sta affrontando un lutto anticipato. Quando passa a “E noi? Non gli abbiamo creduto ed è stato uno sbaglio”, il tono diventa più basso: è l’ammissione della parte di responsabilità, il riconoscimento che i ragazzi – tutti – hanno fallito. Ma subito dopo la voce torna urgente: “Adesso si sta avverando tutto” è un tentativo di scuotere Mike. La domanda “Davvero non ci arrivi, Mike?” va detta con lo sguardo fisso su di lui: non è un insulto, è un disperato invito a svegliarsi.

La seconda parte del monologo è più logica, più “razionale”, anche se carica di tensione. “Vecna è tornato per realizzare il suo disegno” è Nancy che mette in ordine gli eventi, che collega i punti come un’investigatrice che scopre la verità troppo tardi. Quando nomina Fred, Chris e Max, lo fa rapidamente, come un dolore che non vuole rivivere troppo a lungo. Ma appena arriva a “ora tocca a noi”, il ritmo rallenta di nuovo: qui parla la paura reale, quella che si prova quando si capisce che il cerchio si sta chiudendo. Il finale deve essere asciutto: “Non si fermerà” è una sentenza. E quando chiude con “finché non sarà riuscito a spremerci ogni goccia di dolore”, la frase va lasciata sospendere nell’aria. È il punto più crudo, quello in cui Nancy non ha più filtri: non sta minacciando, non sta predicendo, sta accettando l’inevitabile. A un attore serve far percepire proprio questo: la sensazione che Nancy abbia visto il futuro, che lo abbia riconosciuto, e che ora stia cercando disperatamente di trascinare anche Mike dentro questa consapevolezza. È un monologo che vive di lucidità sotto pressione, di colpa retroattiva e di un’angoscia che cresce senza diventare mai urlo, ma vibra in ogni parola.

Episodi 3-4 di "Stranger Things 5" (Spoiler)

Vecna prende di mira un altro bambino: Derek. Il piano dei ragazzi è attirare il Demogorgone a casa sua e inserirgli una ricetrasmittente, così da seguire il mostro fino al nascondiglio di Vecna. Intanto Holly, nella falsa realtà costruita da Henry, scopre messaggi misteriosi e si addentra nel bosco, spiata da una creatura. Undi e Hopper combattono contro una squadra dell’esercito nel Sottosopra e distruggono un’arma sonica che stava bloccando i poteri della ragazza, riuscendo poi a riprendere la ricerca della bambina. Will conferma che Vecna sta “raccogliendo” bambini e che il suo legame mentale con la mente alveare non si è mai del tutto spezzato . L’episodio si apre con Derek, ancora sotto shock, che si sveglia nel fienile dove Joyce e gli altri stanno cercando di proteggerlo. La donna tenta di farlo ragionare, ma Derek vuole scappare: Vecna gli ha detto tutt’altro. Proprio allora il Demogorgone irrompe nel fienile. Will, che continua ad avere visioni dal punto di vista della creatura, “vede” tutta la scena attraverso i suoi occhi. Joyce prova a difendere il bambino con un’accetta, ma la svolta arriva quando Steve piomba dentro guidando un’auto e investe il Demogorgone.

L’idea folle è seguirlo nel portale, sfruttando la scia della creatura. La macchina entra nel Sottosopra per un soffio, con a bordo Steve, Dustin, Jonathan e Nancy. Nel Sottosopra, la nebbia è così fitta che a un certo punto perdono di vista il Demogorgone e si schiantano contro un muro viscido, tipico delle superfici organiche create da Vecna. Intanto Will continua a “sentire” il Sottosopra: ha nuove visioni di bambini sedati, collegati a tentacoli come se fossero respiratori viventi. Capisce che Vecna sta seguendo uno schema: vede quattro spirali, un numero che si ripeterà fino ad arrivare a dodici bambini rapiti.

Nel frattempo, Max e Holly danno un nuovo tassello al mistero. Holly, attirata da una lettera scritta da Henry/Vecna, attraversa un passaggio nel muro e viene raggiunta da Max, viva e cosciente dopo la lunga degenza. Max la conduce in un luogo surreale: una casa immersa in una savana luminosa. Spiega alla bambina che ciò che vede non è reale, ma un ricordo composito, la prigione mentale in cui Henry intrappola le sue vittime.

Per recuperare i bambini sequestrati dai militari, Robin propone un piano in stile La Grande Fuga: entrare da un tunnel sotterraneo e liberare i piccoli prigionieri. Ma serve una talpa, qualcuno dall’interno… Derek è l’uomo giusto, ma le cose precipitano e, proprio quella notte… Arriva Vecna.

Credits e dove vederlo

Regista: Matt e Ross Duffer

Sceneggiatura: Matt e Ross Duffer

Produttore: Stephanie Slack Margret H. Huddleston

Cast: Winona Ryder (Joyce Byers) David Harbour (Jim Hopper), Finn Wolfhard( Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson) Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair) Noah Schnapp (Will Byers) Millie Bobby Brown (Undici / Jane Ives)

Dove vederlo: Netflix

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