Monologo Maschile - \"La Stanza del figlio\", di Nanni Moretti

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il cinema di Nanni Moretti è noto per la sua capacità di esplorare le profondità dell'esperienza umana con un mix unico di sensibilità personale e critica sociale. In "La stanza del figlio", Moretti ci guida attraverso un viaggio emotivo che indaga il dolore, la perdita e la ricerca di significato in seguito a una tragedia familiare. Attraverso un linguaggio cinematografico che mescola la delicatezza narrativa con una forte presa sulla realtà, il regista affronta temi universali che toccano la corda della vulnerabilità umana.

GLI APPUNTAMENTI DELLA VITA

MINUTAGGIO: 57:15-58:15

RUOLO: Giovanni

ATTORE: Nanni Moretti

DOVE: Netflix



ITALIANO


Non siamo noi a fissare gli appuntamenti della vita. Ma è normale ch echi resta, in primo luogo i genitori, la famiglia… si chiedano perché. La risposta è una sola. Dio ha fissato quell’appuntamento. Anche se a noi non è dato di sapere perché. Non possiamo fare altro che cercare di affrontare con la fede, con grande fede, quello che ci sembra incomprensibile. Nel Vangelo c’è scritto: “Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa”. Così anche noi non sappiamo quando il signore ci chiamerà a se.

LA STANZA DEL FIGLIO

"La stanza del figlio" è un film diretto da Nanni Moretti, rilasciato nel 2001. È un dramma familiare che esplora le dinamiche emotive di una famiglia colpita da una tragedia impensabile. La storia si concentra su una famiglia italiana tipica, composta da Giovanni, uno psicoanalista interpretato da Moretti stesso, la sua moglie Paola e i loro due figli adolescenti. La trama si sviluppa attorno alla morte improvvisa del figlio quindicenne, Andrea, a seguito di un incidente in immersione, un evento che scuote profondamente le fondamenta della famiglia.


Moretti esplora i temi del dolore e della ripresa con una delicatezza e una profondità che evitano il melodramma, preferendo una narrazione più riflessiva e intimista. Le prestazioni degli attori sono sottili ma potenti, e la regia di Moretti si distingue per il suo stile misurato e la sua attenzione ai dettagli emotivi.


"La stanza del figlio" ha ricevuto elogi critici e diversi riconoscimenti, inclusa la prestigiosa Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 2001. Il film è stato apprezzato per il suo approccio sincero e senza fronzoli ai temi del dolore e del recupero, facendo di esso un'opera significativa nel panorama del cinema italiano e internazionale. Moretti utilizza anche elementi della sua esperienza personale, arricchendo il film con un livello di autenticità e sensibilità personale che risuona con molti spettatori.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo esprime il senso di impotenza e ricerca di significato che segue una perdita inaspettata. Moretti, attraverso il personaggio che pronuncia questo monologo, esplora la necessità umana di trovare una spiegazione o un ordine superiore nei momenti di dolore acuto, anche quando tale spiegazione sfugge alla nostra comprensione razionale.


La frase iniziale, "Non siamo noi a fissare gli appuntamenti della vita", riflette la consapevolezza che gli eventi della vita, specialmente quelli tragici, spesso sfuggono al nostro controllo. Questo introduce un tema di umiltà di fronte al destino o al divino, suggerendo che ci sono forze e dinamiche nella vita che trascendono la nostra capacità di gestione o comprensione.


L'accettazione che "Dio ha fissato quell’appuntamento" si inserisce nel contesto di una visione della vita che accetta la predestinazione o il fato. Qui, la religione viene proposta come un rifugio e una spiegazione nelle situazioni altrimenti inspiegabili, fornendo conforto attraverso la fede. L'invocazione della fede è una chiamata a fidarsi di un piano più grande, anche di fronte all'incomprensibile.


La citazione dal Vangelo, "Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa", è particolarmente significativa. Questo parallelo biblico suggerisce che, proprio come non possiamo prevedere o impedire certi eventi disastrosi, non possiamo prevedere il momento della nostra morte o di quelle vicine a noi.

CONCLUSIONI

Il monologo offre una finestra sugli strumenti narrativi di Moretti per affrontare questioni esistenziali profonde, servendo come punto di riflessione sia sulla natura del cinema che sulla condizione umana. Nell'arte di Moretti, il cinema diventa un mezzo per esplorare il dolore e la resilienza, invitando gli spettatori a una riflessione personale sulla perdita e sulla fede.

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