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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Noah in È colpa mia: Londra rappresenta il momento in cui la protagonista riflette sul suo percorso emotivo e sulla trasformazione che ha vissuto. Queste parole sono la chiusura di un capitolo della sua vita, ma anche un'apertura verso il futuro, suggerendo che la sua storia con Nick è tutt’altro che conclusa. Il tono è introspettivo e intenso, rivelando il conflitto interiore di Noah: da un lato la sofferenza del passato, dall'altro la consapevolezza che, nonostante tutto, qualcosa di profondo e indissolubile la lega a Nick.
MINUTAGGIO: 1:50:51-1:51:50
RUOLO: Noah
ATTRICE: Asha Banks
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
I never believed in happy endings. London was supposed to be a fresh start. But it was the end. The end of my pain, of blaming myself for things that weren’t my fault. I was broken before I met Nick. It turns out the broken ones have the power to heal each other. We were eternally tied together. A knot that could never be broken. It might not be a happy ending. But that’s because our story isn’t over.
ITALIANO
Non ho mai creduto nelle favole. Londra doveva essere un nuovo inizio. Ma è stata la fine. La fine del mio dolore, e dei miei sensi di colpa per ciò che non avevo commesso. Prima di conoscere Nick ero ferita, ma a quanto pare e persone ferite sanno guarirsi a vicenda. Eravamo eternamente negati da un nodo che non si sarebbe mai più spezzato. Non c’è stato un lieto fine, è vero. Ma solo perché la nostra storia non è finita.
"È colpa mia: Londra" è il remake britannico di Culpa Mía, adattamento cinematografico della trilogia Culpables di Mercedes Ron. Il film segue la storia di Noah, una diciottenne che vede la sua vita stravolta quando la madre, Ella, si trasferisce con lei dall'America a Londra per vivere con il suo nuovo compagno, William, un uomo ricchissimo. A Londra, Noah incontra Nick, il figlio di William, un ragazzo dal fascino ribelle e dallo stile di vita spregiudicato. Tra i due scatta subito una forte attrazione, ma la situazione è complicata: oltre a essere costretti a convivere sotto lo stesso tetto, Noah deve ambientarsi in un mondo completamente nuovo, fatto di lussi, feste e pericoli nascosti.
Mentre cerca di trovare il suo posto in questa realtà, Noah stringe nuove amicizie e affronta la crescente tensione con Nick, un rapporto che oscilla tra il desiderio e la necessità di mantenere le distanze. Ma il passato di Noah la segue ovunque, e quando riemergeranno vecchi traumi, sarà costretta a confrontarsi con i suoi demoni e a fare i conti con ciò che prova davvero per Nick.
Questa nuova versione, ambientata nella frenetica e sofisticata Londra, promette di dare un tocco britannico alla storia, con un cast emergente e una regia che punta a mantenere l'intensità emotiva e il fascino della saga originale.
La prima frase – "Non ho mai creduto nelle favole." – stabilisce immediatamente il punto di vista di Noah: è una ragazza che non si è mai concessa illusioni o speranze idealizzate. Il suo trasferimento a Londra avrebbe dovuto rappresentare un nuovo inizio, ma invece diventa un punto di svolta che le permette di chiudere con il dolore e i sensi di colpa che l'hanno accompagnata fino a quel momento.
Quando afferma "Prima di conoscere Nick ero ferita, ma a quanto pare le persone ferite sanno guarirsi a vicenda", Noah esprime una delle tematiche centrali della storia: il legame tra due anime tormentate, la loro capacità di riconoscersi e di trovare una sorta di guarigione reciproca. Questo aspetto spiega il forte legame tra i due protagonisti, che va oltre l'attrazione iniziale e si radica in un senso di appartenenza profonda.
Il passaggio successivo, "Eravamo eternamente legati da un nodo che non si sarebbe mai più spezzato.", suggerisce che la loro connessione non è qualcosa di passeggero o superficiale. L'uso della parola "eternamente" amplifica il senso di inevitabilità del loro rapporto, come se fosse qualcosa di scritto nel destino.
Infine, l'affermazione "Non c’è stato un lieto fine, è vero. Ma solo perché la nostra storia non è finita." ribalta l’idea classica di conclusione romantica. Non si tratta di un addio definitivo o di una chiusura dolorosa, bensì di un'interruzione momentanea. La mancanza di un "lieto fine" non è sinonimo di fallimento, ma piuttosto il segno che la loro storia è ancora in corso.
Questo monologo racchiude il cuore della storia tra Noah e Nick: un legame complesso, nato dal dolore ma capace di trasformarsi in qualcosa di più profondo. Le parole di Noah non solo evidenziano la sua crescita emotiva, ma lasciano anche spazio a una possibilità: il futuro è incerto, ma la connessione tra lei e Nick rimane. Questo lascia aperta la porta a un prosieguo, mantenendo viva la tensione e il coinvolgimento emotivo del pubblico.
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