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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo della nonna in The Wrong Paris è una delle scene chiave dell’inizio film. Con poche battute, la figura materna richiama Dawn alla responsabilità e alla necessità di affrontare le opportunità senza paura. È un discorso che mescola severità e affetto, ideale per analizzare temi come il talento nascosto, il coraggio di esporsi e l’amore familiare. Un testo intenso che si presta bene anche come pezzo da portare a un’audizione.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Dawn Francis è una ragazza di campagna che coltiva una passione per l’arte. Il suo grande sogno è frequentare l’Accademia d’Arte di Parigi, ma la borsa di studio viene rifiutata e i costi sono troppo alti per le sue possibilità. Spinta dall’amica Emily e dalla nonna, decide di tentare la selezione per The Honey Pot, un reality show ambientato a Parigi. O almeno così crede. Dawn viene accettata nello show, ma la sorpresa è amara: il jet privato non atterra in Francia, bensì a Parigi, Texas. È un inganno contrattuale che lascia la ragazza delusa, ma ormai è dentro il gioco.
Ad attenderle c’è Trey, il cowboy protagonista del reality e — colpo di scena — lo stesso ragazzo che aveva conosciuto pochi giorni prima in un bar.
Tra sfide di gruppo, rivalità con la concorrente Lexie e momenti sempre più intensi con Trey, Dawn si distingue dalle altre per autenticità. Nonostante i suoi tentativi di farsi eliminare, il legame con Trey cresce, fino a una fuga notturna insieme in cui i due ammettono i propri sentimenti. Il segreto di Dawn — l’ammissione all’Accademia d’Arte — viene scoperto da Lexie e rivelato a Trey. Il cowboy, sentendosi ingannato, la elimina dal programma. Dawn torna a casa, decisa a pensare solo ai suoi studi e a dimenticare la parentesi del reality.

Dawn Francis, non era una decisione che spettava a te! E’ tipico di te, cerchi di controllare ogni situazione tranne la tua. Io ti osservo lavorare in quel fienile anno dopo anno, ma non hai mai presentato una delle tue opere, dico bene? E adesso ti metti a spendere i tuoi risparmi per qualcosa che io e te avremmo risolvere insieme? Fandonie! Tu hai paura! Sai qual è la cosa più spaventosa che dovrai affrontare? Un’opportunità. Avere paura va bene, tesoro, ma non va bene nasconderti, perché tu sei brava, e potresti diventare bravissima, ma se lo vuoi scoprire sarà necessario impegnarti con tutta te stessa.
“Dawn Francis, non era una decisione che spettava a te!” → attacco netto, tono deciso; pausa breve dopo il nome; sguardo diretto, quasi un richiamo all’ordine.
“E’ tipico di te, cerchi di controllare ogni situazione tranne la tua.” → voce che scivola dalla fermezza a una nota più rassegnata; micro-sorriso amaro, come chi ripete un difetto noto.
“E io ti osservo lavorare in quel fienile anno dopo anno, ma non hai mai presentato una delle tue opere, dico bene?” → tono affettuosamente accusatorio; pausa lunga prima di “dico bene?”; sguardo che cerca conferma, non condanna.
“E adesso ti metti a spendere i tuoi risparmi per qualcosa che io e te avremmo risolvere insieme?” → voce più calda; enfatizzare “insieme”; occhi che tradiscono tenerezza dietro il rimprovero.
“Fandonie!” → esplosione breve, secca, come uno schiaffo verbale; subito dopo, abbassare leggermente il tono per non rimanere nel registro rabbioso.
“Tu hai paura!” → pausa prima di pronunciarlo; diretta, senza urlare; sguardo intenso, come a spogliare la nipote.
“Sai qual è la cosa più spaventosa che dovrai affrontare? Un’opportunità.” → voce più calma, quasi pedagogica; pausa netta dopo “affrontare”; “Un’opportunità” va detta con tono grave ma luminoso, come una rivelazione.
“Avere paura va bene, tesoro, ma non va bene nasconderti,” → tono rassicurante; sottolineare “tesoro” come carezza emotiva; pausa dolce dopo “nasconderti”.
“perché tu sei brava, e potresti diventare bravissima,” → voce che si apre, più luminosa; sorriso accennato, sincero; rallentare il ritmo su “bravissima”.
“ma se lo vuoi scoprire sarà necessario impegnarti con tutta te stessa.” → chiusura ferma; sguardo proiettato oltre, come a immaginare il futuro della nipote; voce che scende leggermente di tono in chiusa.
COME RENDERLO AUTENTICO
Alternare toni: iniziare con autorità, poi scivolare verso calore e incoraggiamento.
Usare le pause come “spazio di pensiero”: ogni pausa deve sembrare che la nonna stia scegliendo le parole per colpire nel segno.
Lo sguardo è fondamentale: diretto e penetrante nelle accuse, più morbido e affettuoso nelle parti motivazionali.
Dare al monologo un andamento a parabola: dall’esplosione iniziale (“Fandonie!”) al tono rivelatorio (“Un’opportunità”), fino alla chiusura più bassa e intima.
Sottotesto: dietro il rimprovero c’è amore. Tutta la durezza serve per smuovere, non per ferire. L’attrice deve recitare pensando: “Ti amo troppo per lasciarti sprecare questo dono”.
Il monologo della nonna di Dawn in The Wrong Paris è una delle prime scene del film e serve a scuotere la protagonista. Le sue parole mescolano rimprovero, incoraggiamento e amore familiare. Il monologo della nonna parla soprattutto di paura delle opportunità e della necessità di affrontare il cambiamento. Attraverso Dawn, il discorso tocca il rapporto tra arte, famiglia e sogni personali.
TEMI DEL MONOLOGO
Paura e coraggio: “Tu hai paura… la cosa più spaventosa è un’opportunità.”
Talento inespresso: Dawn lavora e crea opere, ma non le mostra mai.
Amore educativo: il rimprovero non è rabbia, ma spinta verso la crescita.
Autenticità e impegno: diventare “bravissima” richiede dedizione totale.
FUNZIONE NARRATIVA
Motivazione iniziale: spinge Dawn a non nascondersi e a rischiare.
Conflitto interiore: mostra la resistenza della protagonista al cambiamento.
Legame familiare: stabilisce la nonna come figura di sostegno chiave.

Obiettivo del monologo Mostrare la capacità di un attore di bilanciare autorità e affetto. Non è un rimprovero urlato, ma un incoraggiamento nascosto dentro un tono severo. L’obiettivo è far percepire che dietro ogni frase c’è amore per Dawn.
Sottotesto Il sottotesto è: “Ti spingo perché credo in te, non perché ti giudico”. L’attrice deve recitare con la consapevolezza che la durezza verbale è solo la superficie, mentre il cuore batte per la nipote.
Azione minima Sguardo diretto quando accusa (“Tu hai paura”). Leggera apertura del corpo quando sostiene (“Tesoro, tu sei brava”). Minimi gesti delle mani, come chi cerca di scuotere senza aggredire.
Dinamica vocale
Ingresso deciso, tono alto sull’attacco (“Dawn Francis…”).
Passaggio a registro più morbido su “tesoro” e sulle frasi incoraggianti.
Alternanza di pause lunghe e brevi per creare ritmo naturale, come se le parole nascessero in tempo reale.
Chiusa Finire con un tono più basso e intimo: “impegnarti con tutta te stessa”. Lo sguardo deve aprirsi come se vedesse il futuro della nipote. La chiusa deve sembrare un augurio, non un comando.
Errori comuni
Urlare troppo: rende il monologo aggressivo e perde il sottotesto affettuoso.
Uniformità di tono: non alternare durezza e calore lo appiattisce.
Gestualità eccessiva: rischia di diventare teatrale e poco cinematografico.
Ignorare le pause: senza silenzi strategici, le parole non hanno peso.
L’uscita di Dawn sembra segnare la chiusura della sua avventura: rientra nella vita di campagna e cerca di mettere ordine nelle proprie priorità. Trey, però, scopre presto che la ragazza ha rinunciato alle vincite economiche per tornare da lui, perdendo ogni possibilità di finanziarsi la scuola d’arte. Con l’aiuto di Janette, la responsabile del reality, Dawn si presenta a sorpresa alla finale dello show, dove Trey deve scegliere la vincitrice tra le concorrenti rimaste. L’incontro riaccende tensioni e sentimenti: Trey si sente tradito dalle bugie, ma non può negare ciò che prova. Qui inizia il vero finale del film, che si concentra sulla riconciliazione e sulla scelta pubblica di Dawn e Trey.
Quanto dura il monologo? Il monologo dura circa 35 secondi (dal minuto 7:15 al 7:50 del film).
Che temi tratta? I temi principali sono paura delle opportunità, talento inespresso, coraggio di esporsi e il legame familiare tra nonna e nipote.
È adatto a un’audizione? Sì. È perfetto per audizioni che richiedono tono motivazionale e capacità di bilanciare autorità e affetto.
Che età di casting copre? Si adatta a ruoli maturi (over 60 anni), soprattutto figure di madri, nonne o mentori.
Qual è il sottotesto del monologo? Il sottotesto è l’amore educativo: la nonna rimprovera Dawn, ma in realtà la incoraggia a inseguire i suoi sogni.
Qual è la difficoltà interpretativa? La difficoltà è media: mantenere un equilibrio tra severità e tenerezza senza cadere nell’enfasi teatrale.
In quali contesti usarlo? Provini teatrali e cinematografici per ruoli familiari. Laboratori di recitazione per esercitare sottotesto e pause. Allenamento personale per lavorare sulla dinamica vocale.
Quali errori evitare? Urlare costantemente. Eliminare le pause naturali. Recitare in modo uniforme senza variazioni di tono.
Regia: Janeen Damian
Sceneggiatura: Nicole Henrich
Produttori: Michael Damian, Brad Krevoy, Xavier Roy, Billy Schofield
Cast principale: Miranda Cosgrove (Dawn Blanton) Pierson Fodé (Trey McAllen Madison Pettis: Lexi Miller Yvonne Orji: Rachel Torrance Coombs: Carl
Montaggio: Scott Hill
Colonna sonora / Musica: Nathan Lanier
Direttore della Fotografia: Graham Robbins
Dove vederlo: Netflix

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