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~ LA REDAZIONE DI RC
Il cinema sportivo ha il potere unico di trasformare uno sport in una metafora potente per le sfide più universali della vita umana. In "Ogni Maledetta Domenica", un film del 1999 diretto da Oliver Stone, questa trasformazione raggiunge un punto culminante nel monologo dell'allenatore Tony D'Amato, interpretato magistralmente da Al Pacino. Questo discorso motivazionale risuona con il pubblico per la sua intensa applicabilità a temi più ampi di lotta, resilienza e coesione umana.
MINUTAGGIO: 1:50:47-1:54:47
RUOLO: Tony d'Amato
ATTORE: Al Pacino
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
I don’t know what to say, really. Three minutes till the biggest battle of our professional lives all comes down to today. Now either we heal as a team or we’re gonna crumble, inch by inch, play by play, 'til we’re finished. We’re in hell right now, gentlemen, believe me. And, we can stay here -- get the shit kicked out of us -- or we can fight our way back into the light. We can climb outta hell one inch at a time. Now, I can’t do it for you. I’m too old. I look around. I see these young faces, and I think -- I mean -- I made every wrong choice a middle-aged man can make. I, uh, I pissed away all my money, believe it or not. I chased off anyone who’s ever loved me. And lately, I can’t even stand the face I see in the mirror. You know, when you get old in life things get taken from you. I mean that's...part of life. But, you only learn that when you start losing stuff. You find out life’s this game of inches. So is football. Because in either game, life or football, the margin for error is so small -- I mean one-half a step too late, or too early, and you don’t quite make it. One-half second too slow, too fast, you don’t quite catch it. The inches we need are everywhere around us. They’re in every break of the game, every minute, every second. On this team, we fight for that inch. On this team, we tear ourselves and everyone else around us to pieces for that inch. We claw with our fingernails for that inch, because we know when we add up all those inches that’s gonna make the fuckin' difference between winning and losing! Between livin' and dyin'! I’ll tell you this: In any fight, it’s the guy who’s willing to die who’s gonna win that inch. And I know if I’m gonna have any life anymore, it’s because I’m still willin' to fight and die for that inch. Because that’s what livin' is! The six inches in front of your face!! Now I can’t make you do it. You got to look at the guy next to you. Look into his eyes! Now I think you’re gonna see a guy who will go that inch with you. You're gonna see a guy who will sacrifice himself for this team because he knows, when it comes down to it, you’re gonna do the same for him! That’s a team, gentleman! And, either we heal, now, as a team, or we will die as individuals. That’s football guys. That's all it is. Now, what are you gonna do?
ITALIANO
non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi... ora noi... o risorgiamo come squadra, o cederemo, un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso, signori miei, credetemi... e possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi; oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi, sono troppo vecchio. Mi guardo intorno vedo i vostri giovani volti e penso... certo che... ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. Si perchè io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene. E da qualche anno mi da anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete col tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri. E così è il football, perchè in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine d'errore è ridottissimo capitelo: mezzo passo fatto un pò in anticipo o un pò in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi... ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro; in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro; ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perchè sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire! E voglio dirvi una cosa, in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro; e io so che se potrò avere un esistenza appagante sarà perchè sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro! La nostra vita è tutta li, in questo consiste, e in quei 10 centimetri davanti alla faccia! Ma io non posso obbligarvi a lottare, dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente… è il football ragazzi… tutto qui…. allora che cosa volete fare?
OGNI MALEDETTA DOMENICA
"Ogni Maledetta Domenica" ("Any Given Sunday" in inglese), diretto da Oliver Stone nel 1999, è un film che esplora il mondo del football americano professionistico, mettendo in luce sia la tensione e la brutalità dello sport sia i suoi intricati drammi personali e professionali. Stone, noto per il suo stile provocatorio e intenso, utilizza questo film per fare una disamina incisiva e critica dell'ambiente sportivo americano, toccando temi come la commercializzazione dello sport, il sacrificio fisico degli atleti, e i conflitti di potere. Il film è caratterizzato da un cast stellare, con Al Pacino nel ruolo di Tony D'Amato, l'allenatore capo dei Miami Sharks, una squadra fittizia della Associated Football Franchises of America.
Altri membri importanti del cast includono Cameron Diaz, che interpreta la giovane e ambiziosa proprietaria della squadra, Dennis Quaid, Jamie Foxx, LL Cool J, e James Woods. Ognuno di questi personaggi rappresenta differenti aspetti e sfide del mondo sportivo, dalla gestione della squadra alle pressioni sui giocatori e il loro benessere fisico e mentale. La colonna sonora, che mescola rock, hip-hop, e brani orchestrali, contribuisce all'atmosfera intensa del film.
ANALISI MONOLOGO
Il monologo di Tony D'Amato è uno dei più memorabili e potenti nel genere sportivo cinematografico, una vera e propria chiamata alle armi che utilizza il football americano come metafora della vita stessa.
D'Amato descrive la situazione della squadra usando l'immagine dell'inferno, un luogo di sofferenza e sfida estrema, da cui possono uscire solo attraverso la lotta incessante. L'uso ripetuto del "centimetro" simbolizza le piccole, ma significative, conquiste necessarie per superare le difficoltà. Questo riflette l'idea che il successo, sia nella vita sia nello sport, dipende da sforzi continui e spesso minuti, accumulati nel tempo. D'Amato ammette i suoi errori personali e professionali, dimostrando una profonda umanità e vulnerabilità. Questo apre una finestra sulla sua esperienza di vita, sottolineando come anche un leader possa avere momenti di debolezza e fallimento, e come questi possano essere fonte di apprendimento e crescita.
Il monologo sottolinea anche l'importanza della coesione e del sacrificio collettivo. D'Amato invita ogni giocatore a guardare negli occhi i propri compagni di squadra, evidenziando il valore del sostegno reciproco e del lavoro di squadra, essenziali per il successo collettivo. Il discorso culmina con una domanda diretta ai giocatori sul loro impegno. D'Amato mette i giocatori di fronte alla responsabilità della scelta, spingendoli a decidere se lottare insieme o cadere da soli. Questa chiamata all'azione è diretta e personale, mirata a incitare una risposta emotiva e pratica.
Questo monologo riesce nel suo obiettivo di galvanizzare i personaggi nel film, e risuona profondamente con molti spettatori per la sua applicabilità universale alle sfide della vita quotidiana. La sua efficacia sta nella capacità di collegare il microcosmo del football con le più ampie battaglie personali che tutti affrontano, rendendolo un punto di riflessione su come affrontiamo le nostre battaglie e su come sosteniamo chi ci sta accanto. In termini di cinematografia e sceneggiatura, il monologo utilizza un linguaggio diretto e viscerale che si addice allo stile di narrazione intensa e coinvolgente di Oliver Stone, rendendolo uno dei momenti più iconici del cinema, sportivo e non.
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