Il Riscatto degli Uomini Pesce nel Monologo di Arlong

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Ci vediamo nel futuro!


~DOC

1,21 Gigowatt!

Eureka! Benvenuti, appassionati di cinema e ferventi seguaci del grande schermo, nella nostra rubrica "Monologhi con DOC". Oggi, ci immergeremo in un monologo che ribolle come una reazione chimica incontrollabile, un discorso che sgorga dalle profondità marine di "One Piece". Preparatevi a navigare nelle acque tumultuose del Mare Orientale, dove Arlong, il carismatico e temibile Uomo Pesce, si leva come un'onda per reclamare il suo posto nel mondo. Ah, il cinema! Quella magnifica arte che cattura l'essenza dell'umanità e a volte... di creature un po' più... insolite. Questo monologo, espresso con la ferocia di un mare in tempesta, ci offre un'insight unica nella psiche di un personaggio che rifiuta di accettare il mondo così com'è.

IL MONOLOGO DI ARLONG


STAGIONE 1 EP7

MINUTAGGIO: 47:39-49:50

RUOLO: Arlong

ATTORE: McKinley Belcher III

DOVE: Netflix


INGLESE


My Brothers! We all know the truth of this word. Fishmen are the rightful rulers of the seas. And the humans know it too. They fear our power, so they bound us with chains. They loathe our presence, so they banned us from their cities. But we broke those chains, huh? Built our own cities. Now the time has come to restore the natural order of this word. For centuries, humans have used us, kept us down. And our so-called leaders, they allowed it. Banners of unity and peace they so lovingly wave are, in truth, flags of surrenders, willing defeat. I don’t know about you, but I ain’t surrendering. We are the embodiment of fishmen superiority. And with the Grand-Line map we will reclaim our birthright. Our righteous rage will burn through Coco Village to the ends of the East Blue, and as we move to the Grand Line and beyond, we will teach each and every human they rightful place, beneath us. Beneath us! Beneath us!


ITALIANO


Fratelli! Tutti noi conosciamo la verità di questo mondo, gli Uomini Pesce sono i legittimi sovrani dei mari. Lo sanno anche gli umani, temono il nostro potere, per questo ci hanno messi in catene. Li disgusta la nostra presenza, così ci hanno banditi dalle loro città. Ma noi abbiamo spezzato quelle catene, e costruito le nostre città. Ora è giunto il tempo di ripristinare l’ordine naturale di questo mondo. Per secoli gli umani ci hanno utilizzati, tenuti in ginocchio e i cosiddetti leader lo hanno permesso; gli stendardi di pace e unità che sventolano così amorevolmente sono in realtà nient’altro che delle bandiere bianche, un segno di resa. Non so voi, ma io non mi arrendo. Noi siamo l’incarnazione della superiorità degli Uomini Pesce, e con la mappa della Rotta Maggiore reclameremo il nostro diritto di nascita. La nostra rabbia legittima brucerà per le strade di Coco fino ai confini del Mare Orientale, e percorrendo la Rotta Maggiore e oltre ancora insegneremo ad ogni singolo essere umano quale è il suo posto. Sotto di Noi! Sotto di Noi! Sotto di Noi!

GRANDE GIOVE!

Ah, eccoci qui, cari amici del palcoscenico e della vita, pronti a immergerci in un mare di parole che scorrono profonde come gli abissi. Oggi, il vostro DOC vi guiderà attraverso le correnti impetuose di un monologo che è tanto un grido di battaglia quanto un lamento di un'anima tormentata. Parliamo di Arlong, l'Uomo Pesce che si erge come un colosso tra le onde, proclamando la sua superiorità e il suo diritto divino a regnare.


Iniziamo, dunque, con il suo discorso, un flusso di parole che sgorga potente come una marea montante. "Fratelli!", inizia lui, unendo sotto la sua voce tutti coloro che condividono il suo sangue marino, tutti gli Uomini Pesce che, come lui, hanno sentito il peso delle catene dell'oppressione. "Siamo i legittimi sovrani dei mari", proclama con la fermezza di chi non accetta compromessi, di chi ha visto la verità nelle profondità oscure dove gli umani non osano avventurarsi.


E poi... catene, quelle catene che gli umani hanno osato imporre a loro, creature nobili e potenti. Ma Arlong e i suoi non sono stati domati, oh no! Hanno spezzato quelle catene, hanno costruito le loro città, hanno forgiato un regno proprio dove la loro grandezza potesse essere celebrata senza ombre.


Ma ascoltate, ascoltate l'ira nelle sue parole, l'ira di chi è stato usato, calpestato, di chi è stato tenuto giù mentre gli umani si elevavano. E i leader, quei cosiddetti leader degli Uomini Pesce, hanno permesso tutto ciò, hanno sventolato bandiere di pace che non erano altro che lenzuola bianche di resa. Ma Arlong, oh, Arlong non si arrende, non si piega, non si spezza.


Egli è l'incarnazione della superiorità degli Uomini Pesce, e con la mappa della Rotta Maggiore in pugno, si appresta a reclamare ciò che è stato loro sottratto. La sua rabbia, legittima e pura, brucerà attraverso i villaggi e i mari, fino ai confini del mondo conosciuto e oltre, insegnando agli umani il loro posto, sempre e solamente, sotto di loro.


Ecco, miei cari interpreti dell'arte drammatica, la sostanza del monologo di Arlong. È un testo che parla di lotta e di potere, di giustizia distorta e di vendetta. È un monologo che chiede di essere portato in scena con la forza di un'onda in tempesta, con la passione di chi combatte per un mondo capovolto.


Quando lo recitate, ricordatevi di far vibrare ogni parola con la rabbia di Arlong, ma anche con la sua tristezza, perché ogni tiranno è anche un prigioniero della propria rabbia. E voi, attori e attrici, avete il potere di liberare quella rabbia sulla scena, di trasformarla in arte, in comprensione, in catarsi.

INDIETRO NEL FUTURO!

E così, miei coraggiosi compagni di viaggio, abbiamo navigato attraverso le parole di Arlong, abbiamo sentito il suo ruggito e abbiamo compreso la sua sete di giustizia. Che sia un monito per tutti noi, nel cinema come nella vita: non ci sono catene che non possano essere spezzate, non ci sono muri che non possano essere abbattuti. Fino alla prossima volta, ricordatevi di sollevare le vele della vostra immaginazione e di navigare verso l'orizzonte delle possibilità. "Nulla è impossibile quando l'uomo lavora con l'immaginazione" (Cit Willy Gallon). DOC vi saluta, e... al prossimo monologo!


Adieu!

DOC

Laureato a pieni voti in numerose discipline scientifiche, ama definirsi cultore di tutte le scienze. I suoi idoli sono i grandi scienziati del passato, come Isaac Newton, Benjamin Franklin, Thomas Edison e Albert Einstein, dei quali possiede i ritratti nel salotto di casa propria e che adora così tanto da chiamare il cane da compagnia che possiede nel 1955 Copernico e quello che possiede nel 1985 Einstein.

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