Il Monologo Finale di Piero in Ovosodo

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Ci vediamo nel futuro!


~DOC

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Eccoci qui, amici del tempo e del cinema, a parlare di un monologo che ha segnato la storia cinematografica italiana. Sono DOC, sì, proprio quello di "Ritorno al Futuro", e oggi ho il piacere di presentarvi un pezzo di vita, un frammento di realtà così potente da lasciare il segno. Parliamo del monologo finale di "Ovosodo", diretto dal maestro Paolo Virzì, un monologo che è un vero e proprio viaggio nella vita di Piero, interpretato da Edoardo Gabbriellini. Un viaggio che ci mostra come la vita, nonostante le sue sfide, possa essere affrontata con un sorriso, un po' come faccio io con le mie invenzioni. Ma bando alle ciance, andiamo a scoprire insieme questo monologo.

IL MONOLOGO DI PIERO


MINUTAGGIO: 1:29:08 -1:31:14

RUOLO: Piero

ATTORE: Edoardo Gabbriellini

DOVE: Netflix


ITALIANO


Così a luglio ho preso la maturità con 42 e a settembre si è fatto anche il grande passo. La cerimonia è stata bellina, anche se un po’ faticosa. C’era Mirko che ovviamente si è sposato con Katia e aspettano già il secondo figliolo. Ha rischiato la vita di brutto scortando magistrati in Sicilia, poi in uno stupido incidente in caserma ha perso la mano, ma non il suo ottuso buonumore. Con i soldi dell’indennità ha aperto una paninoteca nel quartiere ed è venuto da me per dirmi: “mi serve una mano”, ed è scoppiato a ridere. Così adesso ogni tanto la sera lavoro anche da lui per arrotondare. Babbo ha quasi finito di scontare la sua pena, se tutto va bene uscirà prima di Natale. Il mio fratello Ivano è in gran forma. I medici si sono arresi all’evidenza. Uno psichiatra svizzero ma di Lucca sta scrivendo un trattato sul suo caso; ha preso l’abitudine di uscire da solo e passa i pomeriggi in via Grande con i suoi amici africani. Pagherei a sapere cosa si dicono, ma soprattutto come, in che lingua; ho anche pensato: forse non è ritardato, ma solo straniero. A ottobre è nata Giovanna e tutti dicono che è uguale spiccicata a me da piccino. Adesso, grazie al diploma, lavoro all’aggiornatissimo computer dell’ufficio commerciale, dove qualche volta mi collego con internet. E una sera mi è capitato di imbattermi nel sito web di tale Tommy Paladini da Boston. Offre cataloghi di mostra online, bootleg di concerti, mappe della Boston alternativa, il tutto a prezzi stracciati. Mi sa che uno di questi giorni gli mando un’email. Tutte le mattine, prima di portare Giovanna al nido, e poi andare a lavorare in ospedale, Susy mi accompagna al lavoro in macchina. E tutte le mattine, che piova o ci sia il sole, lei mi dice la stessa identica cosa: “sei sempre più bello”. E io vado a lavorare contento. Chi lo sa, forse sono rincorbellito del tutto, o forse sono felice… a parte quella specie di ovo sodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico.

GRANDE GIOVE!

Ah! Ecco a voi, cari aspiranti interpreti del grande schermo, un monologo che è un vero e proprio viaggio nel tempo della vita di un uomo, proprio come le mie avventure attraverso le epoche in quella mia amata DeLorean. Piero, il protagonista di "Ovosodo", come un buon vino, matura con il tempo, attraversando le stagioni della vita con una resilienza che potrebbe far invidia persino al più tenace dei metalli.


Allora, immaginatevi questo: Piero, il nostro eroe quotidiano, ha navigato attraverso le tempeste della vita, raggiungendo la riva della maturità con un punteggio che, beh, non è da sottovalutare – un 42! Non è forse un numero che risuona con l'eco dell'universo secondo quel caro Douglas Adams? E poi, il grande passo: il matrimonio, un'ancora in un mare spesso in tempesta, celebrato con una cerimonia che ha il sapore dolce-amaro della vita stessa.


E il buon vecchio Mirko, che nonostante abbia perso una mano – non nella lotta contro il crimine, ma in un banale incidente – non perde il suo spirito indomito. Un uomo che, con una battuta pronta, ti ricorda che la vita può strapparti via qualcosa, ma non il tuo spirito. E Piero, il nostro Piero, gli dà una mano – letteralmente – lavorando nella sua paninoteca per arrotondare.


Il padre di Piero, un uomo che ha avuto i suoi incontri con la giustizia, sta per tornare a casa, speriamo che non debbia più lasciarla. E Ivano, il fratello, un enigma vivente che sfida le etichette e le diagnosi, trova la sua tribù in un gruppo di amici africani, dimostrando che la comunicazione va oltre il verbale, che si può essere "stranieri" anche nella propria terra.


E poi c'è Giovanna, la nuova vita, un inizio che ricorda a Piero il suo passato, mentre lui naviga nel presente con un lavoro che lo collega al mondo intero attraverso quel miracolo moderno chiamato Internet, che di fronte ai miei occhi appare tuttora una corbelleria. E in questo mare di informazioni, si imbatte in Tommy da Boston, una vecchia amicizia che potrebbe tornare in auge grazie a questo nuovo collegamento virtuale. Ah, la scienza!


Ma la vera magia, cari attori e attrici, è nella routine mattutina. Susy, la moglie di Piero, gli ricorda ogni giorno che è bello, che è amato, e questo è il carburante che lo spinge avanti. E Piero, con quella specie di ovo sodo dentro che non va né su né giù(per il quale, a detta di chi vi parla, potrebbe anche chiedere consulto medico, o trovare una ricetta decente), ha trovato la sua pace, una felicità che è tanto umana quanto profonda.


Ecco, questo monologo, miei cari, è un'esplorazione della vita di un uomo che, nonostante le battute d'arresto e i dolori, trova la bellezza e la gioia nelle semplicità della vita quotidiana. È un inno alla resilienza umana, un promemoria che, non importa quanto dura possa essere la vita, ci sono sempre momenti di felicità da cogliere.

INDIETRO NEL FUTURO!

E così, amici del futuro e del passato, abbiamo viaggiato insieme attraverso le parole di Piero, un uomo che ha trovato la sua strada, il suo posto nel mondo, nonostante le sfide che la vita gli ha posto davanti. Questo è il potere del cinema, il potere dei monologhi: ci permettono di vedere dentro l'anima dei personaggi, di imparare da loro, di crescere con loro. E ora, è il momento di salutarvi, ma non senza ricordarvi di tenere sempre gli occhi aperti, perché la vita è piena di sorprese, proprio come un buon film. Fino alla prossima, e ricordate: il futuro è vostro, fatene buon uso!


Adieu!

DOC

Laureato a pieni voti in numerose discipline scientifiche, ama definirsi cultore di tutte le scienze. I suoi idoli sono i grandi scienziati del passato, come Isaac Newton, Benjamin Franklin, Thomas Edison e Albert Einstein, dei quali possiede i ritratti nel salotto di casa propria e che adora così tanto da chiamare il cane da compagnia che possiede nel 1955 Copernico e quello che possiede nel 1985 Einstein.

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