Monologo - Penn Badgley in \"You: Stagione 5\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Joe, dopo aver attraversato una lunga e contorta parabola tra ossessioni amorose, violenze giustificate con il pretesto dell’amore e fughe d’identità, arriva in un punto di apparente equilibrio. Vive a New York con Kate, donna ricca, potente e altrettanto moralmente compromessa. Ha riottenuto suo figlio Henry, ha una vita pubblicamente invidiabile, una reputazione ripulita e un amore adulto. Ma il monologo – una voce narrante che suona come un diario intimo – ci svela che questa “pace” è più una costruzione narrativa che una reale evoluzione.

Ti voglio bene

STAGIONE 5x1

MINUTAGGIO: 00:10-6:57

RUOLO: Joe Goldberg

ATTORE: Penn Badgley

DOVE: Netflix

INGLESE

In arrivo :)

ITALIANO

Un tempo, credevi alle favole. Che il vero amore fosse là fuori, in attesa che tu lo cogliessi. Ovviamente le favole non sono nulla senza i cattivi. Così hai giocato a fare il salvatore. Finché la tua damigella in pericolo non ti si è rivoltata contro. Quindi, hai riscritto la storia. Ma una storia finisce, un'altra inizia. Una storia fatta di bene. E di male. Ma, in realtà, la tua principessa non era affatto una principessa. Hai fatto quello che dovevi per salvarti. E, per quanto sia stato difficile, per salvare tuo figlio. Ma hai trovato il vero amore. Hai attraversato un oceano per non perderlo. Ma anche quello non si è rivelato un amore da favola. E così hai iniziato un nuovo capitolo. In un posto nuovo. Solo che ti sei ritrovato nella storia di qualcun altro, qualcuno deciso a mostrarti le parti più oscure di te stesso. Eri restio ad accettare loro fossero te. Hai deciso che era meglio morire. Ma l'amore ti ha riportato in vita. Hai scelto la vita con Kate, la tua regina. Una donna abbastanza forte da impegnarsi ad amare ogni parte di te, anche quelle più oscure. Anche lei aveva fatto cose brutte. Ma abbiamo deciso di lasciare il nostro passato alle spalle. Hai finalmente trovato il tuo "E vissero felici e contenti". Strano a dirsi, proprio dove tutto era cominciato. Sei tornato nella città più straordinaria del mondo. Thomas Wolfe diceva: "Non puoi tornare a casa". intendeva: il posto può restare uguale, ma sei tu ad essere diverso. Hai lasciato questa città perché l'amore è finito in tragedia. Tornare a casa non era un opzione per te. Eppure, tre anni fa l'hai fatto. Tutto grazie a Kate, l'unica persona al mondo che poteva renderlo possibile. Grazie a Kate sei potuto tornare a casa come te stesso. Kate non solo ti ha ridato il tuo nome, ti ha ridato tuo figlio, Henry. Sei grato agli uomini di madre linda che si sono occupati di lui mentre sistemati la tua vita, ma Kate poteva riprendersi senza grandi lotte. E tu non potresti essere più fiero dell'ometto che è diventato. Il modo in cui Kate ha accettato di fare da madre a Henry te la fa amare ancora di più. In gran parte si deve a lei, se oggi è un bambino così eccezionale. E' bello vedere che Henry si senta sicuro e amato in un modo che a te, da piccolo, non è mai stato concesso. Kate è sbocciata come SEO, impegnandosi a usare la sua società per fare del bene, espiando i suoi peccati. Questo matrimonio è maturo. Adulto. Kate ti ha insegnato che lo Sturm und Drang non è necessario in ogni relazione. Di sicuro c'è voluto un pò per abituarsi alla fama. A quanto pare, quando usi la tua ricchezza per qualcosa che non sia opprimere l'altro 99%, il mondo ti ama. Ti beccano a un servizio fotografico per Vanity Fair, mentre tieni la borsa a tua moglie e il mondo ti idealizza. "Il compagno che adora e sostiene l'influente donna di successo". La coppia preferita di tutti, che cambia il mondo insieme. E' un pò troppo ma il mondo ama una bella storia di amore. Tu e Kate siete venuti a New York con la promessa di aiutarvi a vicenda a fare del bene, a mantenervi buoni. A volte non è così facile. Ma Kate sa combattere le sue battaglie. Non devi entrare in azione per difenderla. Hai una vita meravigliosa. Non vale la pena correre il rischio. Anche se... ci sono volte in cui ti manca ciò che eri. Era bello liberare il mondo dalle teste di cazzo. Ma devi comportarti bene. Finora, tutto bene.

You

"You" è una serie che mescola romanticismo ossessivo, thriller psicologico e una voce narrante talmente intima da risultare spesso disturbante. La sua trama ruota attorno a Joe Goldberg, interpretato da Penn Badgley, un libraio apparentemente gentile e riflessivo, che in realtà cela una tendenza compulsiva al controllo, alla manipolazione e, nei casi più estremi, all’omicidio.

Prima stagione: l'illusione del romanticismo

Tutto comincia a New York, dove Joe incontra Guinevere Beck, aspirante scrittrice. Qui la serie ci introduce subito nella mente del protagonista grazie alla sua voce off – una specie di flusso di coscienza costante che ci accompagna nei suoi pensieri più privati. Joe osserva, analizza, deduce… e poi agisce. Dal momento in cui Beck entra nella libreria, Joe comincia a seguirla, a studiarla online, a entrare nella sua vita attraverso piccole coincidenze costruite. Ma quello che potrebbe sembrare un colpo di fulmine è in realtà una discesa in una relazione costruita sulla sorveglianza. Joe si presenta come il classico "bravo ragazzo", ma ogni volta che la realtà delle persone che lo circondano minaccia l’immagine ideale che si è costruito (sia di sé, sia dell’altro), Joe elimina l’ostacolo. Uccide. E lo fa giustificandosi, razionalizzando tutto. Questo è uno degli elementi più disturbanti della serie: Joe è convinto di agire per amore.

Seconda stagione: fuga e reinvenzione

Joe scappa da New York e si rifà una vita a Los Angeles sotto il nome di Will Bettelheim. Qui incontra Love Quinn, un personaggio che inizia come un interesse amoroso ma si rivela molto più stratificato. A differenza di Beck, Love ha lati oscuri compatibili (e in certi momenti anche speculari) a quelli di Joe. Questa stagione gioca con l’idea di redenzione: Joe prova a cambiare, a "guarire", ma la sua natura riemerge. Il colpo di scena più potente arriva quando scopriamo che Love non è solo la "nuova Beck", ma ha a sua volta un lato manipolatore e violento. La dinamica cambia: ora Joe non è più il solo predatore.

Terza stagione: famiglia e controllo

Joe e Love si trasferiscono a Madre Linda, una comunità suburbana benestante. Hanno un figlio, Henry, e provano a essere una “famiglia normale”. Ma l’ossessione di Joe per una nuova vicina, Natalie, riattiva i suoi meccanismi. E Love, sempre più instabile, complica le cose. Questa stagione è quella in cui il mito della "normalità" americana viene messo sotto torchio. Il quartiere perfetto è una vetrina dietro cui si nascondono narcisismo, ipocrisie e frustrazioni. Joe si convince di essere un padre e marito migliore di ciò che è stato, ma continua a manipolare e uccidere. Il finale è una svolta radicale: Joe finge la propria morte, uccide Love e scappa in Europa.

Quarta stagione: il gioco cambia

Ambientata in Europa, la quarta stagione segna un passaggio netto: Joe si ritrova a Londra sotto il nome di Jonathan Moore, professore universitario. Qui non è più (solo) l’ossessionato, ma viene coinvolto in una sorta di “whodunit” in stile Agatha Christie, con un misterioso serial killer che sembra giocare con lui. Questa inversione di ruoli è interessante: Joe diventa oggetto di manipolazione, vittima di un piano più grande. Ma la serie non perde la sua essenza. La domanda di fondo resta: Joe può davvero cambiare? O continuerà a riscrivere la realtà per autoassolversi.

"You" è una riflessione continua sulla percezione della realtà attraverso la narrazione personale. Joe ci racconta la sua versione dei fatti, e spesso è difficile separare ciò che è reale da ciò che lui costruisce nella sua testa. Il vero motore della trama non sono tanto gli eventi, ma il modo in cui Joe li interpreta e li giustifica.

Nel corso delle stagioni, la serie esplora diversi aspetti dell’identità, dell’ossessione, dell’amore tossico e della solitudine. E fa un lavoro interessante nel mostrare quanto una voce seducente possa coprire la verità.

Analisi Monologo

Il monologo si struttura come una riflessione a posteriori, un’autonarrazione che mescola verità, illusioni e razionalizzazioni. Ci sono almeno tre livelli in gioco: Joe rielabora il proprio percorso usando un lessico da fiaba: principessa, salvatore, lieto fine. Ma ogni volta che pronuncia una di queste parole, la realtà contraddice il mito. La principessa si rivolta, l’amore vero finisce in tragedia, il salvatore è in realtà il carnefice. Questa frattura tra linguaggio e verità è il cuore del personaggio: Joe non cambia, cambia solo il modo in cui si racconta.

Kate viene presentata come la “regina” – una figura forte, autonoma, che lo ama non nonostante le sue ombre, ma anche grazie a esse. Questo sposta il focus dal romanticismo alla complicità tossica. Joe non ha smesso di essere ciò che era: ha trovato una partner disposta a condividere quel lato oscuro. L’amore con Kate diventa un alibi raffinato. Non è guarigione, è stabilizzazione del male in una forma socialmente accettabile.

La parte più rivelatrice arriva sul finale: “Era bello liberare il mondo dalle teste di cazzo”. Questa frase smaschera la nostalgia dell’uomo che si illude di essere diventato un altro. La moralità di Joe non è mai stata legata a un codice etico vero, ma a una forma di giustizia arbitraria, da vigilante autodidatta. Il fatto che senta la mancanza di quella “purezza d’azione” rivela che la pulsione violenta non è mai sparita. È solo in stand-by.

Conclusione

Questo monologo chiude la stagione come se fosse un lieto fine. Ma in realtà è un’apertura. Joe è tornato a casa, sì, ma con più potere che mai. Ha smesso di nascondersi. Non ha rinunciato a ciò che è: ha trovato il modo di integrarlo nella sua nuova immagine pubblica. L’uomo che voleva cambiare, ora è l’uomo che ha deciso che non serve più farlo. La maschera non è più una finzione: è diventata il volto vero.

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