Monologo - Peter Mullen in \"Gli Anelli del Potere\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo del Signore dei Nani, Durin III nei confronti di suo figlio Durin IV, è uno dei momenti più intimi e potenti di Gli Anelli del Potere. Questo discorso, lontano dai toni epici delle battaglie o dalle tensioni politiche che coinvolgono il popolo nanico, si concentra invece su un rapporto padre-figlio, rivelando il lato più umano di un personaggio spesso visto come austero e intransigente. Con parole cariche di affetto e determinazione, il re racconta il momento in cui, da neonato fragile e malato, suo figlio si è rivelato ai suoi occhi come il futuro sovrano destinato a grandi imprese.

Un figlio scolpito

STAGIONE 1 EPISODIO 7
MINUTAGGIO
: 40:19-41:56

RUOLO: Durin III
ATTORE:
Peter Mullan
DOVE:
Disney+


INGLESE


When your mother bore you, something inside you was ill-formed. Your breathing was ragged and dry. A tiny, pitiful sound, like scraping chalk stones. Folk said you’d never see your first winter. And every night, after your mother’s weeping eyes had found refuge in sleep, I held you to the firelight, kept your chin up all night long. Seemed to ease the burden a little. And one night, I gazed down on your tiny, naked face, and I saw upon it the great gray beard of an old Dwarven-king. Mighty and terrible as an army with banners. And when your mother woke, I told her, she need cry no more. Our son would live and he would move mountains!



ITALIANO


Quando tua madre ti ha partorito, qualcosa dentro di te era malformata. Il tuo respiro era irregolare e secco. Un lieve pietroso rumore, come grattare pareti di gesso. Dicevano che non avresti visto il primo inverno. E tutte le notti, dopo che gli occhi lacrimosi di tua madre avevano trovato rifugio nel sonno, io ti tenevo alla luce del fuoco. Ti sollevavo il mento tutta la notte, sembrava alleggerire un po ' il fardello. E una notte ho osservato il tuo minuscolo nudo visino e ci ho visto sopra una grande, grigia barba, di un vecchio re dei Nani. Potente e terribile come un’armata con bandiere. E quando tua madre si è svegliata, gliel’ho raccontato. Lei non ha pianto più. Nostro figlio avrebbe vissuto, e avrebbe smosso le montagne!

GLi Anelli del potere

Ecco un riassunto dei momenti salienti della Stagione 1 e 2 de Gli Anelli del Potere:



Stagione 1


Galadriel e la caccia a Sauron: Dopo la sconfitta di Morgoth, Galadriel si dedica alla ricerca di Sauron, convinta che il suo male sia ancora presente. Il suo gruppo la abbandona e lei si ritrova alla deriva nell’oceano, dove incontra Halbrand, un uomo in fuga dagli Orchi.

Númenor: Galadriel e Halbrand vengono portati a Númenor da Elendil. Qui scoprono che Halbrand è l’erede al trono delle Terre del Sud, ma lui rifiuta il suo destino. La regina reggente Míriel decide di aiutare Galadriel contro la minaccia di Sauron.

Le Terre del Sud e la nascita di Mordor: Arondir e Bronwyn guidano gli umani contro Adar, un elfo corrotto che comanda gli Orchi. Dopo una battaglia sanguinosa, Halbrand ferisce Adar, mentre Waldreg, un traditore umano, usa una lama oscura per attivare un cataclisma: il Monte Fato erutta, trasformando le Terre del Sud in Mordor.

La rivelazione di Sauron: Halbrand, gravemente ferito, viene portato nell’Eregion, dove aiuta Celebrimbor a forgiare degli anelli con il mithril. Galadriel scopre che Halbrand è in realtà Sauron, e lui le propone di regnare insieme. Lei rifiuta e lui fugge verso Mordor. Nascono i Tre Anelli degli Elfi.

Lo Straniero e i Pelopiedi: Nori Brandipiede e i suoi amici aiutano un misterioso uomo caduto dal cielo. Alcune sacerdotesse credono che lui sia Sauron, ma si sbagliano: lo Straniero si rivela essere un Istar, uno degli stregoni. Decide di partire per Rhûn, accompagnato da Nori.



Stagione 2


Sauron si infiltra tra gli Elfi: Dopo la sua fuga, Sauron assume l’identità di Annatar e torna nell’Eregion, dove manipola Celebrimbor affinché forgi altri anelli.

La guerra per l’Eregion: Adar e il suo esercito di Orchi attaccano gli Elfi. Galadriel, prigioniera, cerca di convincere Adar a unire le forze contro Sauron. Elrond guida un’armata per difendere l’Eregion, mentre Celebrimbor, sotto l’inganno di Annatar, forgia i Nove Anelli per gli Uomini.

I Nani e il risveglio del Balrog: A Khazad-dûm, il re Durin III scava in cerca di mithril, ma risveglia il Balrog. Il principe Durin IV cerca di fermarlo, ma è troppo tardi.

La caduta di Númenor: A Númenor, Pharazôn prende il controllo, dichiarando Míriel una traditrice. Ar-Pharazôn guarda nel Palantír e ha una visione di Sauron. Isildur, creduto morto, fugge dalla Terra di Mezzo su una nave diretta a Númenor.

Lo Straniero è Gandalf: Lo Straniero affronta lo Stregone Oscuro di Rhûn e trova il suo vero bastone. Scopre così di essere Gandalf. Nori e Poppy si separano, mentre gli Sturoi cercano una nuova casa.

La caduta dell’Eregion e la nascita di Gran Burrone: Sauron si rivela e ottiene i Nove Anelli. Galadriel fugge con i sopravvissuti e, insieme a Elrond e Gil-galad, usa il potere degli Anelli per fondare un nuovo rifugio: Gran Burrone.


La stagione si chiude con Sauron in marcia verso il suo dominio e gli Elfi in cerca di un nuovo inizio.

Analisi Monologo

Il monologo è costruito su un forte contrasto tra la fragilità e la grandezza. Il piccolo Durin IV nasce con problemi respiratori, tanto che tutti credono che non sopravviverà. L’uso di immagini evocative come il respiro "irregolare e secco" o il "lieve pietroso rumore" lo assimila alla terra e alla roccia, elementi fondanti della cultura nanica. Il padre, però, non si arrende: ogni notte lo tiene vicino al fuoco, lo aiuta a respirare, veglia su di lui in un atto di cura e speranza.


Il punto di svolta arriva con la visione: il padre guarda il viso del figlio e vi scorge già la barba di un grande re, "potente e terribile come un’armata con bandiere". Qui, la scrittura si fa solenne, con una descrizione che trasforma il neonato da essere fragile a figura leggendaria. Questo passaggio segna il cuore del monologo, dove la fede del padre nel destino del figlio diventa incrollabile.


Il finale del discorso rafforza ulteriormente questa idea di predestinazione: quando il padre racconta la sua visione alla madre, lei smette di piangere, accettando il futuro del loro bambino. La frase conclusiva—"nostro figlio avrebbe vissuto, e avrebbe smosso le montagne!"—racchiude il senso di tutto il discorso: la forza non è solo fisica, ma è anche volontà, eredità e destino.

Conclusione

Questo monologo è un'affermazione del legame profondo che unisce i Nani alla loro discendenza e al proprio fato. In un popolo che venera la forza, la resistenza e la tradizione, la sopravvivenza di un figlio malato non è solo una vittoria sulla morte, ma una prova che egli è destinato a grandi cose. Attraverso questo racconto, il Signore dei Nani non sta solo rievocando un ricordo: sta riaffermando la fiducia incrollabile nel proprio lignaggio, ricordando a Durin IV che la sua esistenza stessa è un segno del suo destino.

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