Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
L’interpretazione del monologo d’apertura del Presidente in Civil War è una sfida che richiede profondità e sottigliezza. Non si tratta di un discorso di trionfo genuino, ma di un’illusione di vittoria costruita su una retorica fragile e ripetitiva, mentre la nazione è sull’orlo del collasso. L’attore deve incarnare un leader che cerca di proiettare forza e sicurezza, ma che, sotto la superficie, rivela insicurezza, stanchezza e un accenno di disperazione.
MINUTAGGIO: 1:20-3:01
RUOLO: Presidente
ATTORE: Nick Offerman
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
We are now closer than we’ve ever been. We are now closer than we have ever been to victory. Some… Some are already calling it the greatest… Some are already calling it the greatest victory in the history of mankind. Some are calling it already… We are closer than we have ever been to victory. Some are already calling it the greatest victory in the history of military campaigns. Today, I can announce that the so-called Western Forces of Texas and California have suffered a great loss. A very great defeat at the hands of the fighting men and women of the United States military. The people of Texas and California should know that they will be welcomed back to these United States as soon as their illegal secessionist government is deposed. I can also confirm that the Florida alliance has failed in its attempt to force the brave people of the Carolinas into joining the insurrection. Citizens of America, we are now closer than ever to a historic victory. As we eliminate the final pockets of resistance, God bless you all and God Bless America.
ITALIANO
Possiamo affermare di essere più vicini che mai... possiamo affermare di essere più vicini che mai alla vittoria... Qualcuno... qualcuno... qualcuno l'ha già definita la più grande... qualcuno l'ha già definita la più grande vittoria nella storia dellumanità. Qualcuno l'ha già definita... possiamo affermare di essere più vicini che mai alla vittoria. Qualcuno l'ha già definita "la più grande vittoria nella storia dell'Umanità". Qualcuno l'ha già definita... possiamo affermare di essere più vicini che mai alla vittoria. Qualcuno l'ha già definita la più grande vittoria di sempre della storia delle campagne militari. Oggi posso confermre che le cosiddette WF, le forze occidentali di Texas e California, hanno subito perdite molto rilevanti. Una sconfitta molto pesante per mano di uomini e donne delle forze militari statunitensi. Agli abitanti del Texas e della California dico che siamo pronti ad accoglierne il ritorno in questi Stati Uniti, appena il loro governo illegale e secessionista verrà deposto. Posso inoltre confermare che l'alleanza della Florida non è riuscita nell'intento di costringere il fiero popolo della Carolina a unirsi all'insurrezione. Cittadini americani, possiamo affermare di essere più che mai vicini a una vittoria storica. Non resta che eliminare le ultime sacche di resistenza. Dio benedica tutti. E Dio benedica l'America.
Grazie mille.
La trama di Civil War (2024) disegna un panorama cupo e disturbante di una nazione frammentata, dove gli Stati Uniti sono in preda a un conflitto intestino devastante. Il film mette in scena un viaggio attraverso le macerie della civiltà americana, seguendo un gruppo di giornalisti che si lanciano in una missione disperata per documentare gli ultimi giorni di una nazione al collasso e le conseguenze più oscure della guerra. È una storia che non si concentra tanto sulla politica o sulle motivazioni ideologiche, quanto piuttosto sugli effetti devastanti della guerra sulle persone coinvolte: civili, militari e, in particolare, i membri della troupe giornalistica.
Temi e Dinamiche dei Personaggi La trama esplora in modo crudo la disillusione, il senso di disperazione e la perdita di umanità che la guerra civile può comportare. I personaggi principali – Lee, Joel e Jessie – diventano il nostro filtro per leggere il conflitto, ognuno con una prospettiva differente. Lee (Kirsten Dunst), veterana fotografa di guerra, rappresenta chi ha già visto troppo e ha costruito una corazza di distacco emotivo, ma la cui umanità, pur soffocata, emerge nella scelta di proteggere Jessie, una ragazza giovane e inesperta, dal pericolo. Il personaggio di Jessie, al contrario, mostra come la guerra possa anche avere un fascino perverso, spingendola a rischiare per ottenere lo scatto perfetto. La sua evoluzione suggerisce un contrasto con la tradizionale visione del giornalista come mero testimone, interrogandosi invece sul confine sottile tra documentare e contribuire alla violenza stessa. Joel, con il suo cinismo crescente, incarna infine la perdita di morale, che culmina nella scena agghiacciante in cui dà il via libera per l’uccisione del Presidente.
Simbolismo e Atmosfera del Film Le immagini delle Western Forces che penetrano nella Casa Bianca abbandonata sono evocative e cariche di simbolismo: rappresentano la caduta non solo di un governo, ma di un’idea di nazione. La Casa Bianca, simbolo del potere e dell’unità americana, diventa l’ultimo teatro di una guerra fratricida. I momenti più emblematici, come il confronto finale con il Presidente – che implora di essere risparmiato – catturano il paradosso di un potere che, nella sua disfatta, rivela tutta la sua fragilità e impotenza.
Impatto del Finale e Riflessione sulla Guerra Il film termina con un’immagine inquietante dei soldati che posano sorridenti accanto al cadavere del Presidente, quasi a voler sottolineare la totale mancanza di empatia che la guerra ha generato. È un’immagine cinica che fa riflettere su quanto facilmente si possa perdere di vista l’umanità di fronte all’orrore quotidiano della guerra. La fotografia rappresenta una sorta di “trofeo”, una distorsione del ruolo del giornalismo, che da documentazione della verità si trasforma in spettacolarizzazione della violenza.
Questo monologo di apertura pronunciato dal Presidente in Civil War è un ritratto desolante e inquietante di un leader che cerca disperatamente di convincere una nazione a pezzi di una vittoria imminente, quando in realtà la realtà sembra indicare il contrario. La ripetizione insistente di frasi come "possiamo affermare di essere più vicini che mai alla vittoria" e "qualcuno l’ha già definita la più grande vittoria nella storia dell’umanità" mette in risalto l'incertezza e l'ossessione di costruire una narrazione positiva anche laddove mancano risultati concreti.
Analisi della Retorica del Presidente
La ripetizione di certe frasi sembra quasi un mantra, come se il Presidente stesse cercando di autoconvincersi o di convincere il pubblico con una sorta di lavaggio del cervello verbale. La struttura frammentata e ansiosa, il ricorso costante a parole come “vittoria” e “grande”, e l’incapacità di costruire frasi lineari riflettono il disordine mentale e l’incertezza. È come se la sua autorità stessa fosse fragile, tenuta insieme a fatica da un'eco vuota di parole potenti ma prive di sostanza. Questa insistenza, più che rassicurare, potrebbe rivelarsi inquietante per chi ascolta: l’effetto è quello di un discorso di propaganda più che di un sincero appello alla nazione.
Il Presidente proclama perdite significative per le Western Forces e fa appello agli abitanti del Texas e della California, cercando di riportarli simbolicamente sotto il "vero" governo degli Stati Uniti. L’uso stesso della parola “pronti” e l’insistenza su una “sconfitta molto pesante” delle forze secessioniste fanno intuire un sottotesto: l’ansia di un governo che probabilmente non ha davvero il controllo completo e che si aggrappa a questi discorsi per tenere insieme una popolazione probabilmente disillusa e divisa.
Questa dissonanza tra la dichiarazione di "grande vittoria" e la ripetizione nervosa delle sue parole crea un’atmosfera di ansia e instabilità. Il monologo del Presidente non ispira fiducia, ma insinua il dubbio che la situazione sia ben lontana da una reale vittoria. La frase “Non resta che eliminare le ultime sacche di resistenza” suona quasi ironica, un’ultima promessa quasi disperata, come se il Presidente stesse cercando di convincersi che la fine sia vicina.
Il richiamo a "Dio benedica tutti. E Dio benedica l’America” è un elemento classico della retorica americana, un tentativo di infondere speranza e di mostrare unità, ma in questo contesto appare quasi sinistro. La benedizione finale risuona vuota, come un cliché logoro di cui si è perso il significato autentico. È un patriottismo che sembra superficiale, utilizzato come strumento per legittimare l’uso della forza contro i propri connazionali piuttosto che per unire la nazione in un vero obiettivo comune.
Questo discorso è un'introduzione perfetta per il tono del film: mostra una nazione che è già moralmente e psicologicamente sconfitta, anche se si racconta la menzogna della vittoria. Attraverso il Presidente, Civil War ci fa vedere un potere centrale che sta perdendo la propria legittimità, incapace di affrontare i conflitti che lo minano e costretto a mantenere una facciata di sicurezza. In breve, questo monologo non è solo un discorso, ma un ritratto di un potere in crisi, che si aggrappa disperatamente alla retorica mentre tutto attorno a lui cade a pezzi.
Per interpretare questo monologo, l’attore deve incarnare un leader che, sotto la superficie, sente il peso di un potere traballante. Questo è un tentativo quasi disperato di convincere se stesso e la nazione che la situazione è sotto controllo. Il discorso deve avere una struttura spezzata, una tensione sottile che faccia capire al pubblico la fragilità dietro le parole del Presidente.
Lentezza e Ripetizione
Inizia il discorso lentamente, con un ritmo cadenzato e quasi esitante. Usa le pause per evidenziare la ripetitività delle frasi: “possiamo affermare di essere più vicini che mai alla vittoria...”. Queste ripetizioni devono suonare come se stesse cercando di convincersi. Fallo sembrare come se stesse riflettendo sulle parole mentre le dice, quasi con un leggero tremore di incertezza, come se non fosse sicuro di crederci neanche lui.
Variazioni di Tono
Alterna momenti di apparente fiducia con momenti di incertezza. Quando dice “la più grande vittoria nella storia dell’umanità”, dillo con un tono enfatico, ma poi, subito dopo, sfuma la voce come se si rendesse conto che sta esagerando. Questa alternanza mostra una personalità che cerca di mantenere una facciata di sicurezza, ma in realtà si sente a pezzi.
Lo Sguardo e il Corpo
Durante il discorso, tieni gli occhi bassi ogni tanto, come se stessi riflettendo su quello che stai dicendo. In alcuni punti, potresti anche sembrare un po' distratto o perso nei pensieri, come qualcuno che sta cercando di trovare le parole giuste. Usa le mani in modo controllato ma espressivo, quasi a voler enfatizzare la retorica e a darle un peso che le parole non riescono a trasmettere.
Progressiva Perdita di Controllo
Man mano che il discorso avanza, lascia che l'illusione di controllo si spezzi un po’. Ad esempio, nella parte in cui parli delle "perdite rilevanti” delle Western Forces, dillo con un tono più deciso e risoluto, ma poi, quando inviti il Texas e la California a rientrare negli Stati Uniti, lascia che una sfumatura di rassegnazione o di supplica traspaia. Qui il Presidente non è più il capo indiscusso, ma un uomo che cerca di tenere insieme i pezzi di una nazione.
Fase Finale del Monologo
Quando pronunci “Dio benedica tutti. E Dio benedica l’America”, dallo con una vena di stanchezza, come se fosse una formalità vuota a cui non crede veramente. Non deve sembrare una dichiarazione potente, ma piuttosto l’eco di una frase usata così tante volte che ha perso il suo significato. Dopo l’ultima benedizione, lascia cadere il tono, con un respiro profondo, come un peso che scivola.
Ritmo del Monologo
Prime Frasi: Parti piano, dando la sensazione di un discorso meditato e pacato, che poi inizia a farsi ripetitivo. Qui è come se stessi recitando una liturgia stanca, qualcosa di già detto troppe volte.
Parte Centrale: Aumenta leggermente il ritmo per creare una sensazione di urgenza quando parli delle sconfitte nemiche e dell’appello ai cittadini del Texas e della California. Questo è il momento di massimo fervore, in cui il Presidente vuole sembrare il più convincente possibile.
Conclusione: Rallenta di nuovo nel finale, sottolineando con pause l’idea della “vittoria storica” e delle “ultime sacche di resistenza”. Chiudi con la benedizione, facendo sembrare che queste parole siano quasi un peso per il Presidente, come se sapesse che non avranno il potere che dovrebbero avere.
Emozioni Sottostanti
Incertezza e Paura: Deve trasparire una sottile paura dietro la maschera della sicurezza. L’insicurezza può emergere attraverso la ripetizione o un’esitazione nella voce.
Disillusione: Più vai avanti, più deve sembrare che anche il Presidente sappia che questa “vittoria” è un miraggio. Quando parli del Texas e della California, lascia che sembri quasi un appello vuoto.
Rassegnazione: Verso la fine, il tono deve scendere. Questo discorso non suona come la dichiarazione di un leader vittorioso ma come l’ultima recita di un uomo che sente di aver perso il controllo.
Interpretare questo monologo è come camminare su un filo sottile: bisogna bilanciare l’autorità apparente del Presidente con la fragilità che emerge dalle sue parole. L’attore deve infondere al discorso una tensione crescente che culmina in una rassegnazione quasi patetica, evidenziando il conflitto interiore di un uomo che si aggrappa disperatamente al suo potere declinante. Il risultato sarà un ritratto inquietante e potente di un leader sconfitto, simbolo di una nazione ormai spezzata.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.