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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo introduttivo del film "Il prodigio" di Sebastián Lelio svolge un ruolo cruciale nell'impostare il tono e i temi del racconto. Ambientato nel 1862, in un'Irlanda ancora segnata dalla devastazione della Grande Carestia, il monologo esplora il potere delle storie e la credenza umana, stabilendo il contesto storico e culturale, e introducendo il personaggio centrale dell'infermiera inglese.
MINUTAGGIO: 00:58-01:01
RUOLO: Lib Wright
ATTRICE: Florence Pugh
DOVE: Netflix
INGLESE
Coming Soon :)
ITALIANO
Questo è l’inizio, l’inizio di un film intitolato “Il prodigio”. Le persone che state per incontrare, i personaggi, credono nelle loro storie con assoluta devozione. Non siamo niente senza storie, e dunque vi invitiamo a credere in questa: siamo nel 1862. In viaggio dall’Inghilterra, verso l'Irlanda. L'ombra lunga della grande carestia ancora incombe, e l'Irlanda reputa l'Inghilterra responsabile di quella devastazione. Lì siede un'infermiera, un'infermiera infermiera inglese, sta viaggiando soloa, ed è da lei che iniziamo.
"Il prodigio" (titolo originale "The Wonder") è un film diretto da Sebastián Lelio, uscito nel 2022. Basato sul romanzo omonimo di Emma Donoghue del 2016, il film è un intricato dramma che si svolge nella metà del XIX secolo in Irlanda.
La trama si concentra su una giovane infermiera inglese, interpretata da Florence Pugh, che viene inviata in un piccolo villaggio irlandese per osservare e verificare un caso di "digiuno miracoloso". La protagonista deve monitorare una ragazzina di undici anni, Anna, che sostiene di non aver mangiato per mesi, vivendo senza cibo per grazia divina. L'infermiera, scettica e scientifica, entra in un mondo dove la fede e il misticismo si scontrano con la logica e la scienza.
Sebastián Lelio costruisce il film con un'atmosfera intensa e carica di tensione, esplorando temi come la fede, il miracolo, il dolore e la sopravvivenza. La regia di Lelio è attenta e misurata, facendo leva su una narrazione visivamente ricca e su una fotografia che cattura l'essenza oscura e misteriosa del paesaggio irlandese.
Florence Pugh offre una performance intensa e coinvolgente, portando profondità al suo personaggio che si trova diviso tra dovere professionale e la propria crescente inquietudine nei confronti della situazione. La sua interazione con gli abitanti del villaggio, ognuno con le proprie convinzioni e pregiudizi, aggiunge ulteriori strati di complessità al racconto.
Il monologo introduttivo è significativo, poiché stabilisce i temi centrali e il tono narrativo del film. Il monologo si apre con un riferimento diretto all'anno 1862, un periodo post-carestia in Irlanda. La "grande carestia" menzionata è un riferimento storico alla Grande Carestia irlandese (1845-1849), un evento catastrofico durante il quale morirono o emigrarono milioni di irlandesi, e che ha lasciato un profondo strascico di rancore verso gli inglesi, visti come responsabili per le loro politiche durante la crisi. Questo stabilisce un contesto di tensione tra i personaggi inglesi e irlandesi del film.
Il monologo pone una forte enfasi sul concetto di "storie" e sulla loro importanza fondamentale per l'identità umana. L'affermazione "Non siamo niente senza storie" suggerisce che le narrative che costruiamo o accettiamo definiscono in modo significativo la nostra percezione della realtà e le nostre azioni. Questo tema risuona attraverso tutto il film, in cui la storia della giovane ragazza che non mangia sfida le percezioni scientifiche e spirituali del mondo. Il narratore invita lo spettatore a "credere" che siamo nel 1862, sottolineando il ruolo dello spettatore nel concedere la sospensione dell'incredulità, fondamentale per l'ingaggio con il film. Questo mette in luce come il cinema stesso sia un atto di fede tra il creatore e il pubblico.
Il riferimento all'infermiera inglese che viaggia da sola verso l'Irlanda introduce il personaggio principale, che simboleggia un ponte tra due mondi - quello scientifico e razionale dell'Inghilterra e quello più mistico e ferito dell'Irlanda. Il suo viaggio solitario potrebbe anche simboleggiare il suo isolamento emotivo e professionale, poiché si troverà a navigare in un contesto ostile e sospettoso. "Questo è l'inizio" funziona sia come una dichiarazione diegetica che extradiegetica. Diegeticamente, annuncia l'inizio della storia della ragazza; extradiegeticamente, segnala l'inizio del film stesso, preparando il pubblico per una narrazione che esplorerà temi complessi e sfumati.
Il monologo introduttivo di "Il prodigio" prepara lo spettatore al viaggio emotivo e intellettuale che sta per intraprendere, e solleva interrogativi profondi sulla natura delle storie e della credenza umana. Con una maestria narrativa, Sebastián Lelio utilizza queste parole per tessere un ponte tra passato e presente, tra realtà e finzione, invitando il pubblico a riflettere sul potere delle narrazioni e sulla complessità dell'esperienza umana.
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