Monologo - \"Qualunquemente\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel panorama cinematografico italiano contemporaneo, "Qualunquemente" si distingue come una satira pungente e provocatoria della politica italiana. Diretto da Giulio Manfredonia e interpretato da Antonio Albanese, il film presenta il personaggio di Cetto La Qualunque, un imprenditore corrotto e candidato politico senza scrupoli. Attraverso il suo monologo, ricco di promesse elettorali assurde e comportamenti scorretti, Cetto si rivela come uno specchio deformante di certi aspetti della politica italiana.

VOTATE CETTO LA QUALUNQUE

MINUTAGGIO: 00:40-1:48

RUOLO: Cetto La Qualunque

ATTORE: Antonio Albanese

DOVE: Rai Play


ITALIANO


Cari cari amici elettori e sdraiabilmnete amiche lettrici di Marina di Sopra, mi è stato detto se vengo eletto cosa intendo fare per i poveri bisognosi: na beata minchia! E’ ora di finirla, sta cosa dei bisognosi è una mania. Poi sono bisognoso anche io di voti, affettivamente mi sentono più dell’ossigeno, qui siamo in guerra, un’elezione dopo l’altra. Io non faccio prigionieri: tu mi voti? Ti trovo un lavoro e ti sistemo. tu non mi voti? N’tu culo a te e alla famiglia. Applausi! Io amo lo scontro, e soprattuttamente non amo i pacifisti nella persona di De Santis, il nostro Giovanni de Santis della Lista Civica. De Santis: io non ti sputo sennò ti profumo; io non ti piscio che ti lavo; io non ti cago che ti inciprio. Giovanni de Santis: a bastaso, a Caino, puh! De Santis, tu ti sei fissato che i problemi del meridione sono il lavoro, lo sviluppo economico, la valorizzazione delle risorse naturali, ma più natura de lu pilu chi c’è. Qui da noi non serve lavoro, è risaputo. Non serve lavoro, è risaputo, non serve lavoro, che se uno sa firmare due assegni a vuoto di fame non muore. Qui non servono strutture scolastiche, ospedali efficienti, qui serve o pilu. Signori. Si sono sollevati addiritturamente dubbi sulle mie prestazioni sessuali. Cazzu, cazzu, cazzu! Iu, Iu, Iu, sottoscritto Cetto Laqualunque si vanta di aver avuto relazioni sessuali con più di 16.000 stranieri di 106 colori diversi. Certo, ho speso una fortuna ma ce l’ho fatta. Prima di tutto l’amore. Si sono sollevati addirittutamente dubbi quando ho proposto propostatamente di affidare a Pino, lo straniero, il ruolo di primario nel reparto di cardiochirurgia all’Ospedale. lo scoop di questi infamoni sarebbe che Pino non è laureato. Ma che cazz’i serve a Laurea? Che cazzo i serve a Laurea? Pino ha due mani da fata, può operare. Dovreste vederlo come sfiletta i delfini che pesca la domenica mattina; dovreste vederlo come abbaglia i cerbiatti che cazzia la domenica pomeriggio. Che cazzo gli serve la Laurea. Qualunquemente sempremente. Se sarò eletto farò assumere sei, sette, ottomila forestali. Mettermelo e l’ho detto e l’ho proposto, un forestale per ogni albero. Applausi! Grazie per essere venuti, votare Cetto Laqualunque. Con le parole io avrei finito, ora parlare i fatti va. Facciamo parlare i fatti va. Votate cetto la qualunque, la politica che scende tra la gente. Votte Cetto la qualunque, è tutto gratis.

QUALUNQUEMENTE

"Qualunquemente" è un film satirico italiano del 2011 diretto da Giulio Manfredonia e interpretato da Antonio Albanese, che è anche co-autore della sceneggiatura insieme a Piero Guerrera. Nel film, Albanese interpreta il personaggio di Cetto La Qualunque, un imprenditore corrotto e politico senza scrupoli, che torna nella sua città natale in Calabria dopo una lunga assenza all'estero.


Il film usa il personaggio di Cetto La Qualunque per satirizzare e criticare molti aspetti della politica e della società italiana, in particolare la corruzione, l'opportunismo e l'indifferenza verso la legalità e l'etica. Cetto si candida a sindaco con lo slogan "Peggio di così si muore", promettendo apertamente corruzione e illegalità, e viene visto da molti come una rappresentazione esagerata ma non troppo lontana dalla realtà di alcuni aspetti della politica italiana.


Il film ha ottenuto un notevole successo al botteghino in Italia e ha generato un sequel intitolato "Tutto tutto niente niente" nel 2012. La performance di Albanese è stata ampiamente lodata per la sua capacità di catturare e esagerare i difetti e gli eccessi del personaggio, rendendo Cetto La Qualunque uno degli alter ego più riconoscibili e memorabili dell'attore.

ANALISI MONOLOGO

Attraverso questa tirata, Albanese incarna perfettamente un politico cinico e corrotto, esponendo in modo esagerato e comico i difetti e le contraddizioni della politica italiana. Cetto si presenta come un candidato che non solo ammette ma esalta la corruzione e il clientelismo come metodi di gestione politica. La sua promessa di "trovare un lavoro" in cambio di voti e la minaccia diretta a chi non lo sostiene sono una chiara denuncia di pratiche politiche non etiche. L'uso della volgarità e delle offese personali, come nei confronti di De Santis, serve a sottolineare la totale mancanza di decoro e rispetto che Cetto ha per gli avversari e per il decoro politico. Il rifiuto di Cetto della formazione accademica, evidenziato dalla sua difesa di "Pino", che nonostante non sia laureato "può operare", critica l'anti-intellettualismo e il disprezzo per la competenza professionale spesso percepito in certi ambienti politici.


Il linguaggio diretto e senza filtri, pieno di espressioni colloquiali e volgari, mira a creare un legame con un certo tipo di elettorato, riflettendo una certa realtà politica in maniera esagerata. La comicità deriva dall'iperbole con cui Cetto descrive le sue capacità e la sua visione politica, come nel caso degli "8000 forestali" per albero, ridicolizzando la tendenza di alcuni politici a fare promesse eccessive e irrealizzabili.

CONCLUSIONI

Attraverso la figura caricaturale di Cetto, il film esplora e denuncia le disfunzioni del sistema politico, facendo leva sulla comicità per incitare il pubblico alla riflessione. La risposta del pubblico al personaggio di Cetto, tra divertimento e critica, riflette la complessa interazione tra cinema e realtà, sottolineando il ruolo del film come commento vivido e attuale sulla società italiana contemporanea.

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