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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel momento più emotivo di "Un mondo a parte", il personaggio di Virginia Raffaele rappresenta un momento chiave e di svolta per la trama. Davanti alle rovine di un paese il personaggio si confessa, raccontando finalmente cosa sia "Sperone", un termine che incute tristezza e dolore negli abitanti del Paese. E che ha scatenato un forte trauma anche ad Agnese.
MINUTAGGIO: 42:57 - 44:23
RUOLO: Agnese
ATTRICE: Virginia Raffaele
DOVE: Al cinema :)
ITALIANO
Questo è Sperone. Qui ho fatto il mio primo giorno di scuola. Il mio insegnante si chiamava Carmelo. Era tanto affezionato a me. Eravamo cinque bambini, ottanta abitanti. Quando la scuola ha chiuso piano piano se ne sono andati via tutti; e così Sperone è stato abbandonato. Quel giorno è stato un dolore troppo forte. Piangevano tutti: piangevano i bambini, piangevano i genitori, piangevo io, piangeva pure Carmelo. Quando sò diventata insegnante ho giurato a me stessa che non avrei più permesso che succedesse una cosa così. E' per questo che pur di tenere la scuola aperta io gli insegnanti li vado a prendere in mezzo alla bufera, come ho fatto per te Michele. Da quando aveva chiuso non c'ero più tornata. Faceva troppo male. Abbiamo perso prima la biblioteca, poi la piccola sala cinema dove facevamo le proiezioni con le videocassette, spettacoli teatrali. Ci siamo abituati a perdere una cosa dopo l'altra. Ci siamo abituati al peggio. E abituarsi al peggio è la cosa più brutta che un essere umano possa fare.
Il lungometraggio "Un Mondo a Parte" di Riccardo Milani, ci immerge nella vita di Michele Cortese, interpretato da Antonio Albanese, un devoto insegnante di scuola elementare che si avventura verso un capitolo rinnovato della sua vita. Michele, dopo aver dedicato quattro decenni all'insegnamento nei complessi istituti di Roma, ottiene il trasferimento presso l'Istituto Cesidio Gentile, noto come Jurico, incastonato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui, si trova al comando di una classe eterogenea di studenti, che variano dai 7 ai 10 anni. Con l'assistenza di Agnese, la vice-preside interpretata da Virginia Raffaele, e il sostegno degli alunni, Michele riesce a fatica a fondersi con questa realtà. Quando sembra che le cose prendano il giusto corso, una triste notizia minaccia la sopravvivenza della scuola: l'imminente chiusura a causa di un numero insufficiente di iscrizioni. Questo annuncio scatena una frenetica battaglia contro il tempo per salvare questa preziosa istituzione educativa.
Questa produzione, nata dalla collaborazione tra Wildside e Medusa Film, porta la firma di Milani e Michele Astori nella sceneggiatura, segnando un nuovo capitolo della loro collaborazione dopo il progetto "Grazie ragazzi" del 2023.
Il monologo di Virginia Raffaele in "Un Mondo a Parte" si colloca in un momento di profonda riflessione e malinconia, mentre il personaggio contempla le rovine di Sperone, il paese ormai abbandonato che una volta fu il cuore pulsante della sua infanzia. Questo discorso svela il suo passato e agisce anche come una riflessione sui temi del film legati alla perdita, alla memoria e alla determinazione di resistere contro l'abbandono culturale e sociale dei piccoli borghi.
Il ricordo del primo giorno di scuola nel paese, con un piccolo gruppo di cinque bambini e un insegnante, Carmelo, dipinge un quadro vivido di una comunità stretta e interconnessa, simbolo di un'Italia rurale ormai in via di estinzione. L'abbandono di Sperone segue la chiusura della scuola, metafora della disgregazione sociale e culturale che spesso segue la perdita di istituzioni educative nelle piccole comunità. Il dolore condiviso da bambini, genitori e insegnanti quel giorno riflette il senso di perdita collettiva che può essere devastante non solo per gli individui coinvolti ma per l'intera struttura sociale di un luogo.
La promessa fatta a sé stessa da Raffaele, dopo essere diventata insegnante, di non permettere mai più che un tale evento accada, sottolinea la sua determinazione e dedizione a preservare anche il tessuto sociale dei piccoli paesi. Il suo impegno a mantenere la scuola aperta, anche andando a prendere gli insegnanti in mezzo alla bufera, simboleggia un atto di resistenza contro l'abbandono e l'oblio, sottolineando l'importanza cruciale dell'educazione come pilastro della comunità.
Il rifiuto di Raffaele di tornare a Sperone fino a quel momento rivela la profondità del trauma causato dalla perdita del paese, un dolore troppo grande da affrontare. La successiva perdita della biblioteca e della piccola sala cinema, insieme alla cessazione delle attività culturali, illustra ulteriormente il graduale svuotamento culturale che affligge i piccoli borghi di fronte all'abbandono. L'abituarsi "al peggio", è un tradimento della capacità umana di sognare, aspirare e costruire un futuro migliore.
Sperone, una frazione storica del comune di Gioia dei Marsi, nella provincia dell'Aquila in Abruzzo, porta con sé un'eco di storie e tradizioni radicate nella memoria collettiva della regione. Questa località, situata in una posizione panoramica sul monte Serrone, a 1.224 metri sul livello del mare, è immersa nell'incantevole contesto del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La sua posizione strategica, che divide la valle del Giovenco dalla piana del Fucino, è stata testimone di un passato vivido, ma anche di momenti di profonda trasformazione a seguito di eventi catastrofici come il terremoto del 1915.
Sperone Vecchio, o Torre Sperone, è il nucleo originario di questo insediamento, caratterizzato dai ruderi di un'epoca che ha visto la comunità fiorire intorno a una torre medievale del XIII secolo e altri monumenti che raccontano una storia di antiche civiltà e tradizioni. La storia di Sperone è segnata dalla presenza di oppida e santuari che indicano l'importanza del luogo come centro fortificato dei Marsi, un popolo antico dell'Italia centrale. Con il passare dei secoli, Sperone ha vissuto periodi di prosperità ma anche abbandono, culminando nella decisione di trasferire la popolazione a valle, in seguito al devastante sisma del 1915, creando quello che oggi è conosciuto come Borgo Sperone.
La resilienza di questa comunità è palpabile nella determinazione a preservare e rivitalizzare il vecchio borgo, come dimostrato dal progetto "Sperone. La Gioia che ri-torna", che mira al recupero del paese abbandonato. Questo spirito è anche celebrato nelle tradizioni e nel folclore, con eventi che riconnettono gli abitanti del nuovo borgo alle loro radici, come il pellegrinaggio annuale a Sperone Vecchio in onore di San Nicola, patrono del borgo.
Sperone e le sue vicende storiche offrono una narrazione ricca e complessa, un microcosmo che riflette le dinamiche più ampie della società e della cultura abruzzese. Dalla sua fondazione, attraverso i secoli di storia e di cambiamenti, fino ai tentativi contemporanei di conservazione e rinascita, Sperone rappresenta un esempio emblematico di come le comunità si adattano, resistono e cercano di preservare la propria identità di fronte alle sfide imposte dalla storia e dalla natura.
Il monologo offre una testimonianza sull'importanza di lottare contro l'abbandono dei piccoli centri, evidenziando come la chiusura di un'istituzione come la scuola possa segnare l'inizio di un declino irreversibile. Attraverso la voce di Raffaele, il film "Un Mondo a Parte" lancia un appello alla responsabilità collettiva di preservare le radici culturali e sociali delle comunità, affrontando le sfide dell'abbandono non con la rassegnazione ma con la determinazione e l'azione. La sua storia personale diventa così un potente simbolo della resistenza contro la perdita di identità e della speranza nel potere dell'educazione e dell'impegno comunitario per rivitalizzare i tessuti sociali in via di dissoluzione.
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