Monologo - La Restanza in Un Mondo a Parte

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO


Nella trama di "Un Mondo a Parte", il monologo di Michele, interpretato con intensità da Antonio Albanese, illumina le riflessioni del film sull'identità, l'appartenenza e il nostro legame con la terra. Attraverso il dialogo evocativo che introduce il concetto di "La Restanza", tratto dall'opera di Vito Teti, il film tesse un ponte tra le storie personali dei suoi personaggi e le questioni universali dell'esistenza umana. Questo monologo si espande per abbracciare una riflessione collettiva sul significato di rimanere ancorati alle proprie radici in un mondo che valuta la mobilità come un imperativo.

IL MONOLOGO SULLA RESTANZA


MINUTAGGIO: 27:40 - 28:18

RUOLO: Michele

ATTORE: Antonio Albanese

DOVE: Al cinema :)



ITALIANO


No ma, scusate, scusate. Ma signori, ma siamo di fronte ad un esempio virtuoso. Il desiderio di questo ragazzo va assecondato. Duilio deve essere aiutato, ma... guardate. L'antropologo Vito Teti, nella sua opera "La Restanza" parla proprio di questo. Partire e restare sono i due poli della storia dell'umanità. Al diritto a migrare corrisponde il diritto a restare. La Restanza. Cos'è la Restanza? Significa sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere, e al contempo da rigenerare radicalmente.

Qualcosa sul film...


Il lungometraggio "Un Mondo a Parte" di Riccardo Milani, ci immerge nella vita di Michele Cortese, interpretato da Antonio Albanese, un devoto insegnante di scuola elementare che si avventura verso un capitolo rinnovato della sua vita. Michele, dopo aver dedicato quattro decenni all'insegnamento nei complessi istituti di Roma, ottiene il trasferimento presso l'Istituto Cesidio Gentile, noto come Jurico, incastonato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui, si trova al comando di una classe eterogenea di studenti, che variano dai 7 ai 10 anni. Con l'assistenza di Agnese, la vice-preside interpretata da Virginia Raffaele, e il sostegno degli alunni, Michele riesce a fatica a fondersi con questa realtà. Quando sembra che le cose prendano il giusto corso, una triste notizia minaccia la sopravvivenza della scuola: l'imminente chiusura a causa di un numero insufficiente di iscrizioni. Questo annuncio scatena una frenetica battaglia contro il tempo per salvare questa preziosa istituzione educativa.


Questa produzione, nata dalla collaborazione tra Wildside e Medusa Film, porta la firma di Milani e Michele Astori nella sceneggiatura, segnando un nuovo capitolo della loro collaborazione dopo il progetto "Grazie ragazzi" del 2023.

ANALISI DEL MONOLOGO DI ANTONIO ALBANESE


Il monologo pronunciato da Michele in "Un Mondo a Parte" si apre con una difesa appassionata del desiderio e delle scelte di un giovane studente, Duilio, enfatizzando l'importanza di supportare le aspirazioni individuali all'interno di una comunità. Michele si appella ai suoi interlocutori evocando il concetto di "Restanza", un termine esplorato dall'antropologo Vito Teti nella sua opera "La Restanza". Questo concetto si colloca al centro di un dibattito molto più ampio e profondo riguardante la mobilità umana e il senso di appartenenza.


La "Restanza", come Michele descrive, rappresenta un equilibrio tra due impulsi fondamentali dell'essere umano: la tendenza a migrare (partire) e il desiderio di rimanere (restare). Teti articola questa dualità come i due poli fondamentali dell'esistenza umana, evidenziando come al diritto di migrare debba corrispondere un pari diritto di restare. Questo concetto offre una prospettiva nuova e profondamente radicata sulle questioni di identità, appartenenza e conservazione culturale in un mondo globalizzato.


L'invocazione di Michele del diritto a restare sottolinea anche l'importanza di sentirsi connessi a un luogo specifico. Il senso di "sentirsi ancorati e insieme spaesati" in un luogo "da proteggere, e al contempo da rigenerare radicalmente" parla di un legame profondo e complesso con il proprio ambiente. Si tratta di un invito attivo a prendersi cura e a innovare responsabilmente l'ambiente in cui si sceglie di vivere.


Il monologo si colloca perfettamente all'interno della trama più ampia di "Un Mondo a Parte", in quanto il film stesso esplora temi di appartenenza, comunità e il delicato equilibrio tra conservazione e cambiamento. Attraverso le parole di Michele, il film invita a riflettere sul significato di "proteggere" e "rigenerare" anche le relazioni umane, le tradizioni e le comunità in cui questi spazi sono inseriti.


Questo monologo offre uno sguardo penetrante sulle sfide contemporanee dell'essere umano di fronte alla globalizzazione e alla perdita di identità locali, enfatizzando la necessità di un nuovo equilibrio che rispetti sia il desiderio umano di esplorare sia il bisogno di radicamento. Michele, attraverso il riferimento a Teti e al concetto di Restanza, propone una visione del mondo in cui l'umanità può trovare un senso di appartenenza dinamico, in grado di abbracciare il cambiamento pur rimanendo fedele alle proprie radici.

IL ROMANZO "LA RESTANZA" DI VITO TETI


"La Restanza" di Vito Teti è un'opera che si inserisce nel contesto degli studi antropologici e sociologici, esplorando i temi della permanenza, del legame con la terra natale e dell'identità in contesti di emigrazione e di globalizzazione. Vito Teti, professore di antropologia culturale all'Università della Calabria, utilizza il concetto di "restanza" per descrivere una condizione umana profondamente radicata nel desiderio di rimanere nella propria terra d'origine o di ritornarvi, nonostante le pressioni economiche, sociali o culturali che spingono verso la migrazione.


La "restanza" è contrapposta alla tendenza alla mobilità, evidenziando una resistenza contro le forze della globalizzazione che spesso omologano le culture e appiattiscono le diversità. Teti esamina come le persone che scelgono di "restare" sviluppino strategie di vita e di lavoro che valorizzano il locale come risorsa culturale e economica, sottolineando così l'importanza dell'attaccamento ai luoghi, alla memoria e alla storia personale e collettiva.


Attraverso il libro, Teti invita a riflettere sulla ricchezza e sulla complessità delle culture locali, sulla loro capacità di resistenza e sulla loro importanza nel contesto di un mondo sempre più globalizzato. "La Restanza" si rivela quindi come una lettura fondamentale per chiunque sia interessato alle dinamiche di radicamento e di identità locali nell'epoca contemporanea, offrendo spunti di riflessione su come possiamo conservare la nostra unicità culturale pur essendo inseriti in un contesto globale.


Questo lavoro è particolarmente rilevante in contesti come l'Italia, dove la migrazione interna ed esterna ha profondamente influenzato la società, l'economia e la cultura di molte regioni, e dove il dialogo tra la permanenza e la mobilità continua a definire l'esperienza e l'identità di molte comunità.

Conclusioni


Il monologo di Michele è un richiamo alla nostra innata ricerca di equilibrio tra la mobilità e l'attaccamento ai luoghi che definiscono la nostra identità. Riflettendo sulle parole di Vito Teti, ci invita a considerare come le dinamiche di partenza e ritorno, di movimento e radicamento, giocano un ruolo centrale nelle nostre vite. Attraverso la voce di Michele, "Un Mondo a Parte" celebra la resistenza e la resilienza di coloro che scelgono di proteggere e rigenerare i loro spazi vitali, offrendo una visione ispiratrice di come possiamo navigare la complessità del nostro mondo mantenendo un legame indissolubile con le nostre origini.

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