Monologo - Ricky Memphis in \"Tutto Chiede Salvezza 2\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Pino, uno degli operatori sanitari dell'ospedale in Tutto chiede salvezza, offre uno spaccato crudo e realistico della sua visione del mondo e del sistema in cui lavora. Attraverso un linguaggio diretto e senza filtri, Pino racconta una storia di disillusione e fallimento che riflette la sua stanchezza nel trattare con pazienti e situazioni al limite. Il tono aspro e pragmatico del monologo rende evidente la difficoltà di mantenere un equilibrio tra empatia e distacco in un contesto sanitario così complesso, in cui i drammi personali sono all'ordine del giorno.

ASCORTAME

STAGIONE 2 EP 1
MINUTAGGIO:
13:40-14:49
RUOLO: Pino

ATTORE: Ricky Memphis
DOVE: Netflix



ITALIANO


Allora non me sò spiegato. A quello se glie dai una mano te se pija 'n braccio. A me me devi stà a sentì, in primis perché sò er tutore tuo, in secondo perché se tu me combini quarche casino, io non è che te sgrido. Io te corco. M'ero scordato quanto te piace parlà, sapè, rompe li coglioni. All'Olympique l'hanno cacciato via perché l'hanno beccato che rubava le magliette e altre cose dentro al magazzino. Allora er procuratore pe faglie cambià un pò d'aria l'ha portato qui da noi. Gli ha fatto fà qualche provino in qualche squadra de serie B, C... e lui capirai, s'è sentito declassato. Ha cominciato a fà lo stronzo con gli altri ragazzi, a un paio gli ha menato, ha mandato a fanculo addirittura un dirigente, un pezzo grosso, ha fatto un macello. E indovina er coso... il procuratore alla fine che gli ha fatto? L'ha lasciato all'Autogrill, sull'A1, come un cane. E lui ha cominciato a vive per strada, pe anni, in mezzo alla peggio gente, tra alcolismo, pasticche, furti, risse... insomma, ha fatto un macello.Fino a che non ha sbroccato proprio dentro a un bar e l'hanno portato qui. Che monno de merda è? Sei contento mò? Ecco adesso vedi de dà un senso alla tua presenza qui. Và a vedè er foglio delle terapie, poi c'è da pija la pressione, a coso, prima de pranzo,a quel... ah, eccolo, Armandino.

TUTTO CHIEDE SALVEZZA 2

La seconda stagione di Tutto chiede salvezza è approdata su Netflix il 26 settembre 2024, e riprende la storia di Daniele due anni dopo la sua esperienza di TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Ora Daniele, interpretato da Federico Cesari, è diventato padre di una bambina, Maria, avuta con Nina (Fotinì Peluso), ma i due non sono più insieme e si trovano a contendersi l'affidamento della figlia. Questo crea un conflitto centrale nella trama, con il supporto delle rispettive e diversissime famiglie​.


Daniele sta cercando di costruire una nuova vita, seguendo il sogno di diventare infermiere e iniziando un tirocinio proprio nell'ospedale dove era stato ricoverato. Tuttavia, il suo percorso non è privo di ostacoli. Deve dimostrare di essere un genitore affidabile e di poter garantire un impiego stabile, mentre affronta nuovi pazienti che lo mettono di fronte alle sue fragilità e al suo eccesso di empatia.


La stagione introduce nuovi personaggi, tra cui Matilde, interpretata da Drusilla Foer, e Rachid, un ex calciatore, che con la loro presenza sfidano ulteriormente il delicato equilibrio emotivo di Daniele. Il tono generale della stagione è più poetico e riflessivo, esplorando le paure che affliggono tutti i personaggi, dai pazienti ai medici e ai familiari​.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Pino riflette la durezza e la rassegnazione che caratterizzano il suo personaggio, un operatore sanitario con un atteggiamento crudo e disilluso. Attraverso il linguaggio schietto e colloquiale, Pino trasmette la sua visione del mondo e del lavoro che svolge, ma anche una certa stanchezza e amarezza. Si percepisce chiaramente che, per lui, il sistema sanitario e il mondo in generale sono pieni di ingiustizie e disillusioni.


Il monologo racconta la storia di Rachid, uno dei pazienti, che ha avuto un passato problematico: una carriera calcistica fallita, il declino verso la delinquenza e infine la vita di strada. Questo contesto serve come riflessione amara sul destino di coloro che cadono in disgrazia, un "monno de merda" come lo descrive Pino. C'è una chiara frustrazione nel personaggio, non solo verso il ragazzo di cui parla, ma anche verso il sistema che, anziché salvare, finisce per abbandonare le persone più fragili.


Pino sottolinea come il ragazzo, dopo un'escalation di comportamenti autodistruttivi, sia stato lasciato alla deriva dalla figura che avrebbe dovuto proteggerlo, ovvero il procuratore. Questo episodio diventa una metafora del tradimento e dell'abbandono che molti pazienti psichiatrici possono sentire.


Il linguaggio usato è diretto e rude, il che aggiunge autenticità e crudezza al personaggio di Pino. Sembra voler sbattere in faccia al suo interlocutore Daniele una verità dura, quasi come un modo per prepararlo o distaccarsi emotivamente dalla sofferenza che vede ogni giorno. L'uso di espressioni come "te corco" o "ha sbroccato proprio" esprime un registro tipico del parlato romano, che contribuisce a delineare un uomo di strada, abituato a trattare casi difficili con un pragmatismo spietato.


La battuta conclusiva, in cui Pino dà ordini pratici, evidenzia come la routine quotidiana dell'ospedale non lasci spazio a sentimentalismi. Anche dopo aver raccontato una storia così tragica, la vita va avanti, e c'è sempre un'altra pressione da misurare o un altro paziente da seguire.

CONCLUSIONE

Il monologo di Pino rappresenta un'espressione schietta e dolorosa della lotta contro un sistema che sembra incapace di offrire soluzioni reali. La sua frustrazione e il suo disincanto mostrano anche come la routine lavorativa in un contesto così difficile lasci poco spazio per il sentimentalismo. Pino rimane un personaggio emblematico della serie, capace di incarnare la tensione tra la volontà di aiutare e la dura realtà di un mondo che spesso abbandona i più fragili.

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