Monologo - Ricorda chi eravamo in \"300\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo finale di "300" è un discorso che racchiude la filosofia dell’intero film: l’idea che il sacrificio per un bene più grande possa trascendere la morte, trasformandosi in un’eredità immortale. A pronunciarlo è Dilios (David Wenham), il narratore spartano sopravvissuto alla battaglia delle Termopili, ora diventato simbolo di memoria e continuità. Il suo discorso intreccia la tragedia del sacrificio di Leonida e dei suoi uomini con l'inevitabile vittoria della libertà greca, portando il pubblico verso la Battaglia di Platea, dove il loro esempio ispira una nuova generazione di guerrieri.

Devo sbrogliare questa vicenda

MINUTAGGIO: 1:45:30-1:50:21

RUOLO: Dilios
ATTORE:
David Wenham
DOVE:
Netflix


INGLESE

"Remember us." As simple an order as a king can give. "Remember why we died." For he did not wish tribute or song... nor monuments, nor poems of war and valor. His wish was simple. "Remember us"... he said to me. That was his hope. Should any free soul come across that place... in all the countless centuries yet to be... may all our voices... whisper to you from the ageless stones. Go tell the Spartans, passerby... that here, by Spartan law, we lie. And so my king died... and my brothers died... barely a year ago. Long I pondered my king's cryptic talk of victory. Time has proven him wise. For from free Greek to free Greek... the word was spread that bold Leonidas and his 300... ...so far from home... laid down their lives not just for Sparta... but for all Greece and the promise this country holds. Now, here on this rugged patch of earth called Plataea... Xerxes' hordes face obliteration! Just there the barbarians huddle... sheer terror gripping tight their hearts... with icy fingers... knowing full well what merciless horrors they suffered... at the swords and spears of 300. Yet they stare now across the plain at 10,000 Spartans... commanding 30,000 free Greeks! The enemy outnumber us a paltry three to one. Good odds for any Greek. This day, we rescue a world from mysticism and tyranny... and usher in a future brighter than anything we can imagine. Give thanks, men... to Leonidas and the brave 300. To victory!



ITALIANO


“Ricorda chi eravamo”. L’ordine più semplice che un re possa dare. Ricorda perché siamo morti. Lui non desiderava tributi, o canzoni, o monumenti, o poemi di guerra e coraggio. Il suo desiderio era semplice. "Ricorda chi eravamo", così mi ha detto. Era la sua speranza. Se un’anima libera dovesse arrivare in questo luogo negli innumerevoli secoli di là da venire, possano tutte le nostre voci sussurrarti dalle pietre senza età. Va a dire agli spartani, viandante, che qui, secondo la legge di Sparta, noi giacciamo, E così il mio re è morto. E i miei fratelli sono morti. Appena un anno fa. A lungo ho pensato le parole del mio re, criptiche parole di vittoria. Il tempo gli ha dato ragione. Perché da greco libero a greco libero si è tramandata la notizia che il prode leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita. Non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia, e per la speranza difesa da questa nazione. Ora… qui su questo aspro frammento di terra chiamato Platea, le orde di Serse affrontano la loro disfatta! Lì davanti i barbari si raccolgono, e nero il terrore che afferra saldo i loro cuori, con dita di ghiaccio conoscono molto bene gli impietosi orrori che hanno sofferto per le lance e le spade dei 300 spartani. E ora fissano lo sguardo, su questa pianura, dove ci sono diecimila spartani, alla testa di trentamila liberi greci. Le forze del nemico ci superano di sole tre volte, buon segno per tutti i greci. Quest’oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia, e lo accompagniamo verso un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Dite grazie, soldati, al re Leonida, e ai prodi 300. Alla vittoria!

300

"300" (2006), diretto da Zack Snyder e tratto dalla graphic novel di Frank Miller e Lynn Varley, è un film epico che narra, in chiave stilizzata e mitologica, la Battaglia delle Termopili del 480 a.C., uno degli scontri più leggendari della storia antica. È un’opera che mescola storia e fantasia, creando un racconto visivamente spettacolare e intriso di pathos guerriero. La trama segue il re Leonida (Gerard Butler) di Sparta, un leader fiero e determinato, che decide di opporsi all’imponente esercito persiano guidato da Serse (Rodrigo Santoro). Serse si presenta come un dio-re, un essere dalle ambizioni smisurate, intenzionato a conquistare la Grecia con la sua armata apparentemente invincibile.


Dopo che gli emissari persiani giungono a Sparta per chiedere la sottomissione del popolo spartano, Leonida li respinge brutalmente, pronunciando l'iconica frase "This is Sparta!". Consapevole che la guerra è inevitabile, il re raccoglie un piccolo esercito di 300 guerrieri scelti – la sua guardia personale – per fronteggiare le forze persiane al Passo delle Termopili, una stretta gola montuosa che può essere facilmente difesa contro un esercito molto più grande. Mentre Leonida e i suoi uomini combattono con straordinario coraggio e disciplina, il film alterna la trama principale con scene che mostrano gli intrighi politici a Sparta. La regina Gorgo (Lena Headey), moglie di Leonida, cerca di ottenere supporto dal Consiglio spartano per inviare rinforzi al marito, scontrandosi però con tradimenti e manipolazioni interne.


La battaglia alle Termopili è un massacro coreografato: i 300 spartani, pur essendo in netta inferiorità numerica, si dimostrano dei formidabili guerrieri. Usano la loro strategia e la conformazione del terreno per contenere l'avanzata dei persiani, infliggendo loro pesanti perdite. il tradimento di un pastore storpio, Efialte, cambia il corso degli eventi. Efialte, respinto da Leonida perché inadatto al combattimento spartano, rivela ai persiani un passaggio segreto attraverso le montagne, permettendo al nemico di accerchiare i 300.


Rendendosi conto della situazione disperata, Leonida rifiuta di ritirarsi, scegliendo invece di combattere fino alla morte con i suoi uomini per proteggere l'onore di Sparta e ispirare il resto della Grecia a resistere. In un atto di sfida finale, Leonida lancia la sua lancia contro Serse, ferendolo e dimostrando che il dio-re non è invincibile. Il sacrificio dei 300 si conclude con la loro caduta, ma il loro coraggio semina il seme della ribellione e dell'unità tra le città-stato greche. La storia si chiude con un salto temporale: un anno dopo, l’esercito greco unito, ispirato dall'eroismo di Leonida e dei suoi uomini, affronta i persiani nella Battaglia di Platea, segnando l'inizio della fine dell'invasione di Serse.

Analisi Monologo

La frase iniziale, "Ricorda chi eravamo", stabilisce immediatamente il tema principale del monologo: il ricordo come arma contro l'oblio e come fondamento per l'identità collettiva. Leonida desidera che il sacrificio suo e dei suoi uomini diventi un monito e un esempio per chi verrà dopo. La memoria, in questa narrazione, non è passiva: è uno strumento attivo di resistenza e rinascita. Attraverso la voce di Dilios, il pubblico viene coinvolto in questo atto commemorativo, trasformandosi esso stesso in custode del sacrificio spartano. È un appello che si rivolge non solo agli spartani o ai greci, ma anche a noi spettatori: ricordare significa mantenere viva la lezione dei 300.


L’intero discorso è permeato da una profonda tensione tra la tragedia della morte e l’idea della speranza. Quando Dilios descrive la morte di Leonida e dei suoi uomini, la narrazione si tinge di malinconia: "E così il mio re è morto. E i miei fratelli sono morti. Appena un anno fa." La tristezza viene presto ribaltata in un trionfo spirituale. Leonida e i suoi uomini non sono morti invano: "Non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia." Il loro sacrificio ha piantato il seme della libertà, un atto di resistenza che si tramanda nel tempo. Questo passaggio è cruciale perché collega il momento della loro caduta alla futura vittoria: il sacrificio di pochi rende possibile il riscatto di molti.


La seconda parte del monologo, ambientata un anno dopo la Battaglia delle Termopili, segna un cambio di tono. Non c’è più la difesa disperata di un passo montuoso, ma la carica trionfante su una vasta pianura. Dilios descrive le orde persiane come preda del terrore: "Nero il terrore che afferra saldo i loro cuori, con dita di ghiaccio." Questo contrasto evidenzia come il sacrificio dei 300 abbia capovolto le sorti della guerra. L’eco del loro coraggio risuona nelle menti dei nemici e galvanizza gli alleati, trasformando una sconfitta in una vittoria psicologica. La descrizione della Battaglia di Platea, con "diecimila spartani alla testa di trentamila liberi greci", enfatizza il tema della libertà contro la tirannia, mostrando un'unità greca che nasce dall'esempio spartano.


Il monologo celebra il valore di Leonida e dei suoi 300 come esempio immortale per il mondo. "Quest’oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia, e lo accompagniamo verso un futuro più radioso di quanto si possa immaginare." Qui il film abbandona le sue radici storiche per abbracciare una dimensione universale. Il sacrificio degli spartani non è più solo per la Grecia, ma per l’intero mondo libero. È un passaggio simbolico che eleva i protagonisti al livello di miti, rendendoli rappresentanti di un ideale eterno di resistenza e autodeterminazione.

Conclusione

Il monologo finale di "300" funziona come un canto epico che sigilla l’eredità di Leonida e dei suoi uomini, trasformando la loro morte in una vittoria eterna. Il sacrificio dei 300, ricordato con solennità da Dilios, è presentato non come una fine, ma come l’inizio di un nuovo capitolo: quello in cui la libertà, ispirata dal loro coraggio, può trionfare. Il discorso intreccia il ricordo del passato, la consapevolezza del presente e la speranza per il futuro, elevando l’intera narrazione a un livello quasi mitologico.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com