Monologo - i ricordi di Alex in \"Maid\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Alex è uno dei momenti più intensi e simbolici di Maid. Rispetto alla sua solita lucidità e razionalità, qui la protagonista si lascia andare a una riflessione più astratta e introspettiva. Il racconto della sua esperienza da bambina, caduta nel ghiaccio in Alaska, diventa una potente metafora della sua condizione attuale: una vita passata a lottare per non scomparire, per essere vista, per essere ascoltata. Il contesto in cui pronuncia queste parole è fondamentale: Alex sta partecipando a un incontro di gruppo, cercando di esprimere la sua verità davanti a persone che, proprio come lei, hanno vissuto traumi profondi. Eppure, il senso di isolamento che prova è ancora dominante.

Sono morta quando avevo 11 anni

STAGIONE 1 EPISODIO 2
MINUTAGGIO
:0:22-2:01

RUOLO: Alex
ATTRICE:
Margaret Qualley
DOVE:
Netflix



INGLESE


I died when I was 11. My mom and I were living in Alaska at the time. One of her many failed attempts at reinvention. I fell through the ice. I heard it crack and watched as the water started to pool around my ladybug boots. I remember thinking rather calmly: "I'm about to disappear." "There are many... There are a lot of theories about who rescued me. Not that I know. I blocked it all out. Some say that it was the dog next door who barked. Some say my mom finally came home and remembered that she had a daughter. Some say that it was me. That I punched my way through the ice. Crawled my way out. But I'm not sure. Maybe I never made it out of there at all. Maybe I've been a ghost all of these years." And that would make sense. Because none of you guys seem to hear me at all. Thank you so much for... Uh, it's something I've been working on.



ITALIANO


Sono morta a 11 anni. Mia madre e io vivevamo in Alaska, all’epoca. Uno dei suoi mille tentativi falliti di reinventarsi. Io caddi nel ghiaccio. Lo sentii spaccarsi e… rimasi a fissare l’acqua che inondava le mie galosce con le coccinelle. Mi ricordo che pensai, con una certa calma: “Tra poco scomparirò”. Ci sono molte… ci sono un sacco di teorie su chi venne a salvarmi. Io non lo ricordo. Ho rimosso tutto. Qualcuno dice che… quel cane del nostro vicino che abbaiò… qualcuno dice che mia madre tornò a casa e all’improvviso si ricordò di avere una figlia; qualcuno dice che abbia fatto tutto da me, che mi sia tirata su aggrappandomi al ghiaccio, e forse è andata così. Ma non ne sono sicura. E’ possibile che non mi sia salvata affatto. E’ possibile che da allora io sia solo un fantasma. E questo avrebbe senso, perché nessuno di voi sembra che mi stia ascoltando. Grazie per… è una cosa su cui sto lavorando.

Maid

Maid è una miniserie Netflix del 2021 creata da Molly Smith Metzler e ispirata al memoir Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother's Will to Survive di Stephanie Land. È un racconto di resilienza e sacrificio che segue il percorso di una giovane madre, Alex (interpretata da Margaret Qualley), mentre lotta per costruire una vita migliore per sé e per sua figlia. La storia inizia con Alex che fugge nel cuore della notte dalla casa del compagno violento, Sean (Nick Robinson), con la loro bambina, Maddy. Senza soldi, senza un posto dove andare e senza una rete di supporto affidabile, Alex si ritrova a chiedere aiuto ai servizi sociali, dove scopre che ottenere un sostegno economico è un percorso complicato e pieno di ostacoli burocratici.


Per mantenere sé stessa e sua figlia, accetta un lavoro come donna delle pulizie per un’agenzia, trovandosi a ripulire le case di persone benestanti che sembrano vivere in un mondo completamente diverso dal suo. Il lavoro è faticoso e poco retribuito, ma è l’unica opzione che ha per cercare di sfuggire alla spirale di povertà in cui è intrappolata.


La serie segue Alex mentre affronta una serie di difficoltà, tra cui un sistema di assistenza sociale che sembra più un labirinto che un aiuto concreto, la dipendenza emotiva ed economica da Sean, e la complicata relazione con sua madre Paula (Andie MacDowell, che nella vita reale è la madre di Margaret Qualley). Paula è un’artista eccentrica e imprevedibile, affetta da disturbi mentali, che spesso diventa più un peso che un sostegno per Alex.


Ogni episodio mostra frammenti della sua vita interiore, spesso visualizzati attraverso sogni, flashback o persino numeri che appaiono sullo schermo per rappresentare il saldo del suo conto bancario in continua diminuzione. Questi dettagli rendono tangibile il senso di precarietà e stress che la protagonista vive quotidianamente.

Nel corso della serie, Alex trova rifugio in un centro per vittime di violenza domestica, dove stringe un legame con altre donne nella sua stessa situazione. Grazie alla sua determinazione e alla sua passione per la scrittura, riesce lentamente a trovare una via d’uscita, cercando di costruire un futuro migliore per sua figlia.



Temi principali


Maid esplora il tema della povertà come una trappola difficile da spezzare, soprattutto quando si è una giovane madre senza una rete di supporto stabile. La serie mostra con grande attenzione il peso della violenza psicologica, che spesso non lascia segni visibili ma ha conseguenze devastanti sulla vittima.


Viene anche messa in evidenza la fragilità del sistema di assistenza sociale, che pur esistendo non è sempre facilmente accessibile a chi ne ha bisogno. Ogni piccolo progresso di Alex è ostacolato da regole burocratiche che sembrano fatte apposta per scoraggiarla.


La relazione madre-figlia è un altro elemento chiave della serie: da un lato, il rapporto problematico tra Alex e Paula, e dall’altro, il legame tra Alex e Maddy, che rappresenta la sua principale motivazione per andare avanti.


La serie utilizza un linguaggio visivo molto realistico, con una regia che segue da vicino la protagonista, immergendo lo spettatore nella sua prospettiva. Le scene di pulizia diventano quasi un rituale, un modo per Alex di riprendere il controllo sulla propria vita. L’uso di elementi grafici (come il saldo bancario che si aggiorna in tempo reale o le domande nei moduli che prendono vita sullo schermo) aiuta a rendere più tangibili le sue difficoltà.


La scelta di Margaret Qualley come protagonista è fondamentale per il successo della serie. La sua interpretazione è piena di sfumature: Alex non è una vittima passiva, ma una donna che lotta con tutte le sue forze, anche quando sembra non avere più energia. Il rapporto con la madre, interpretata da Andie MacDowell, aggiunge ulteriore profondità alla storia, rendendo ancora più credibile il suo passato familiare problematico.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con una frase che colpisce subito per la sua durezza: "Sono morta a 11 anni." Non si tratta di una morte fisica, ma di un evento che ha segnato in modo irreversibile la sua identità. La caduta nel ghiaccio diventa il punto di frattura della sua infanzia, un momento di vulnerabilità assoluta che, da allora, sembra essersi esteso a tutta la sua vita.


L’immagine delle galosce con le coccinelle è un dettaglio significativo: un simbolo dell’innocenza e della spensieratezza infantile, in netto contrasto con la tragedia imminente. Questo dettaglio visivo rende il ricordo vivido, quasi tangibile, ma allo stesso tempo sottolinea il senso di solitudine. Nessuno era lì per proteggerla, nessuno era abbastanza presente da impedirle di finire in pericolo.


La parte centrale del monologo introduce il tema dell’incertezza: Alex non sa chi l’abbia salvata, se qualcuno sia davvero intervenuto o se sia stata lei stessa a tirarsi fuori dall’acqua. Le diverse versioni del salvataggio suggeriscono che la sua intera esistenza sia stata segnata dalla mancanza di punti di riferimento solidi. Sua madre, Paula, viene menzionata con una frase che racchiude tutto il dolore del loro rapporto: "Qualcuno dice che mia madre tornò a casa e all’improvviso si ricordò di avere una figlia." Un’ammissione amara della trascuratezza subita, del senso di invisibilità che l’ha accompagnata per tutta la vita.


Poi arriva la riflessione più dolorosa: "È possibile che non mi sia salvata affatto. È possibile che da allora io sia solo un fantasma." Qui il monologo assume una dimensione quasi metafisica. Alex non parla solo della caduta nel ghiaccio, ma della sua intera esistenza. Il senso di annullamento che prova nelle relazioni, il modo in cui viene costantemente ignorata o sottovalutata, la fanno sentire come se fosse rimasta bloccata in quel momento, incapace di riemergere davvero.

Il monologo si chiude con una nota di rassegnazione, ma anche con un accenno di consapevolezza: "Grazie per… è una cosa su cui sto lavorando." Anche se si sente ancora invisibile, il fatto stesso che stia cercando di dare voce alla sua esperienza indica un primo passo verso la guarigione.

Conclusione

Questo monologo è uno dei più significativi per comprendere la psicologia di Alex. Il suo trauma non riguarda solo la violenza domestica o la povertà, ma una vita intera passata a sentirsi trascurata e non abbastanza importante per essere salvata. La metafora del ghiaccio sottile riassume perfettamente la sua esistenza: sempre in bilico tra la sopravvivenza e il crollo, sempre con la sensazione di dover lottare da sola.

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