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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Roberto in Champagne Problems è un ricordo che scivola tra nostalgia e comicità mentre lui parla dell’estate con il marinaio Gunter. In meno di un minuto il film mostra come Roberto viva i sentimenti senza filtro e trasformi ogni aneddoto in una piccola scena personale. Questa parentesi sulla degustazione dello champagne Cassell diventa una finestra sul suo modo di affrontare legami, assenze e desideri che emergono senza preavviso.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Finale del film (con spoiler)
Credits e dove trovarlo
Minutaggio: 44:30-45:30
Durata: 1 minuto
La storia si apre con una giovane donna che introduce lo champagne come simbolo di festa e di tradizione. La protagonista, Sydney sta presentando un discorso per un test interno alla sua azienda, il Roth Group. Il capo apprezza il suo lavoro e decide di premiarla inviandola a Parigi per negoziare un’acquisizione con la famiglia Cassell.
La notizia non entusiasma Ryan, collega che da anni cerca di concludere lo stesso affare. Tornata a casa, racconta tutto alla sorella Skyler, che la sprona a ritagliarsi almeno una serata di vera avventura durante il viaggio.
Arrivata a Parigi, immersa nell’atmosfera natalizia, Sydney si tuffa subito nel lavoro. Ma una ricerca di un libro per la sorella la porta in una piccola libreria incantata, L’Etoile. Tra post-it, scale e una cantante che riempie l’aria, la ragazza incontra Henri, un uomo gentile che sembra conoscere il posto meglio dei proprietari. I due chiacchierano, scatta una curiosità reciproca e Henry la invita a scoprire la città in modo più autentico dei classici itinerari. Sydney accetta e inizia una serata che la porterà ai mercatini, sulla ruota panoramica e dentro una connessione che non aveva previsto. Il racconto personale di Henri, segnato dalla perdita della madre e da un rapporto complicato con il padre, crea un legame immediato. I due finiscono per baciarsi e trascorrere insieme la notte. Il mattino dopo però Sidney si sveglia in ritardo per l’appuntamento ufficiale con il gruppo Cassell. Corre fino alla sede della riunione e, davanti ai concorrenti in gara per acquistare l’azienda, ricompare proprio Henri. Ed è qui che arriva lo shock: Henri è il figlio del proprietario dello champagne, Hugo, nonché vicepresidente dell’azienda.
La situazione si fa tesa quando Henri svela ciò che pensa del Roth Group: una società che smantella piccole imprese per venderle a pezzi. Sydney crolla, sorpresa da accuse che non conosceva. Il patriarca Hugo Cassel decide che il weekend servirà a mettere alla prova tutti i possibili acquirenti nella sua villa fuori Parigi. Tra prove di degustazione, potatura nei vigneti, riti natalizi, un cane dispettoso chiamato Bollicine e serate tra discussioni e chiarimenti, i candidati si muovono tra rivalità e tentativi di mostrarsi all’altezza. Sydney conosce il passato di Henry, Henry vede la dedizione di Sydney e i due provano a ritrovare un equilibrio. Nella villa fioriscono intese inattese: Roberto, Bridgette, Otto… ognuno porta il proprio mondo, spesso comico, dentro questo fine settimana carico di tensioni.
Le cose precipitano quando Marvin, il capo di Sidney, porta Ryan alla dimora, per forzare la negoziazione. Henri ascolta una conversazione a metà e crede che Sydney sia pronta a svendere la storia della famiglia Cassel per un gioco aziendale. Convinto di essere stato ingannato, si allontana da lei. Ferita e delusa, Sidney cerca conforto in un momento di confronto con Hugo, al quale racconta la storia della propria famiglia, il ruolo di sua madre e il perché si aggrappa così tanto al suo lavoro. I due trovano una connessione sincera e persino il tempo per riparare una vecchia macchina d’epoca. Sidney capisce che non può più restare: sale su un treno e lascia la villa. Il giorno della decisione, Hugo rivela a tutti che Sydney se n’è andata, ma anche che gli ha aperto gli occhi su ciò che il Roth Group avrebbe fatto all’azienda. Decide quindi di vendere a Roberto, il meno prevedibile dei concorrenti ma anche l’unico senza un piano distruttivo. Hugo, i cui rapporti con Henri sono ricuciti, spinge l’uomo a raggiungerla.
Henri scopre che Sydney è tornata nella libreria dove si erano incontrati. La trova lì, proprio mentre sta per prendere un libro prima di partire. I due si chiariscono e capiscono che nessuno dei due è disposto a lasciar cadere quello che è nato tra loro. Il treno può aspettare: tornano indietro insieme e si baciano. Un anno dopo, tutto si è trasformato. Henri ha aperto la sua libreria-vineria con Sydney, Sky ci lavora, Roberto continua a portare festa ovunque e perfino Hugo e Bridgette sembrano aver trovato un’intesa sorprendente.

Il Mediterraneo. Saint-Tropez. Era l’estate del 2012. Vivevo sullo yacht di mio padre. C’era un marinaio agorafobico, Gunter, che non lasciava mai il porto. Fu una storia travolgente. Lo supplicai di restare, ma sapevo che un giorno avrebbe affrontato la paura del mare aperto. E fu così che Gunter salpò per la Patagonia. Lì la sua barca si schiantò contro gli scogli di Capo Horn e scomparve in fondo all’oceano… O mi ghostò all’improvviso. E’ difficile dirlo. In ogni caso non rividi più Gunter. Comunque, ecco cosa mi racconta questo champagne. Oh, ed è uno Chateau Cassell Grand Brut, Blanc De Noirs Millésime del 1987.
“Il Mediterraneo. Saint-Tropez.”: attacco lento; tono evocativo; micro-pausa tra i due nomi; sguardo che guarda lontano come se rivedesse la scena.
“Era l’estate del 2012.”: accento leggero sulla data, come un ricordo che torna nitido; sorriso breve, quasi complice.
“Vivevo sullo yacht di mio padre.”: detta con naturalezza, senza ostentazione; un filo di autoironia nella voce.
“C’era un marinaio agorafobico, Gunter, che non lasciava mai il porto.”: leggera inflessione comica su “agorafobico”; pausa dopo “Gunter”; sguardo come se visualizzasse l’uomo chiuso nello yacht.
“Fu una storia travolgente.”: tono più morbido; accenna una malinconia quieta; come se la frase gli uscisse spontanea.
“Lo supplicai di restare, ma sapevo che un giorno avrebbe affrontato la paura del mare aperto.”: ritmo più narrativo; pausa dopo “restare”; intonazione più bassa su “paura del mare aperto”.
“E fu così che Gunter salpò per la Patagonia.”: alza leggermente le sopracciglia; tono come chi annuncia un colpo di scena.
“Lì la sua barca si schiantò contro gli scogli di Capo Horn e scomparve in fondo all’oceano…”: pausa più lunga dopo “Capo Horn”; intonazione sospesa sul finale; come se la tragedia lo sorprendesse ancora.
“O mi ghostò all’improvviso.”: ribalta comica; detta secca; cambio di sguardo verso chi ascolta, cercando complicità.
“È difficile dirlo.”: scrollata leggera; tono neutro, quasi filosofico.
“In ogni caso non rividi più Gunter.”: chiusura morbida; micro-pausa prima di “Gunter” per dare un ultimo tocco affettivo.
“Comunque, ecco cosa mi racconta questo champagne.”: riprende energia; gesto verso il bicchiere; transizione elegante, come chi torna al presente.
“Oh, ed è uno Chateau Cassell Grand Brut, Blanc De Noirs Millésime del 1987.”: sfumatura da intenditore improvvisato; pronuncia attenta del nome; tono più brillante, quasi da presentatore.
Il monologo di Roberto è un momento di Champagne Problems che mette in campo il cuore della sua comicità: un ricordo che sembra romantico, prende la forma di una confessione e poi si apre su una nota surreale. È il modo in cui il film presenta il suo personaggio: affettivo, sfasato, spontaneo e sempre pronto a trasformare un aneddoto in un piccolo teatro. Questa scena funziona bene perché mostra come la scrittura costruisca la comicità attraverso contrasti: il tono nostalgico, il contesto lussuoso, la figura del marinaio agorafobico e la chiusa improvvisa sul “ghosting”. Un insieme che rende Roberto riconoscibile in poche battute. Il racconto su Gunter lavora su due linee. Quando parla dell’estate a Saint-Tropez e dello yacht del padre, Roberto rivela un mondo fatto di eccessi che a lui sembrano normalità. La dinamica con Gunter appare come un ricordo che custodisce ancora, e questo dà al personaggio una sfumatura tenera, quasi involontaria.
La scena cambia direzione nel momento in cui racconta la “fine” di Gunter. La tragedia di Capo Horn viene trattata con un distacco che diventa subito comico, soprattutto quando la mette sullo stesso piano di un ghosting. La frase “È difficile dirlo” riassume il suo modo di stare nel mondo: sempre in bilico tra drama e leggerezza.

Regista: Mark Steven Johnson
Sceneggiatura: Mark Steven Johnson
Produttore: Stephanie Slack Margret H. Huddleston
Cast: Minka Kelly Tom Wozniczka Thibault de Montalembert Sean Amsing Flula Borg Astrid Whettnall Xavier Samuel
Dove vederlo: Netflix

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