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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo del professor Keating, interpretato magistralmente da Robin Williams in L'attimo fuggente, rappresenta uno dei momenti chiave del film, se non il suo manifesto ideologico. Qui, Keating presenta la sua visione della vita ai ragazzi della Welton Academy: un’esortazione a vivere in modo consapevole, a cogliere le opportunità e a non lasciare che la paura o il conformismo soffochino il loro potenziale.
MINUTAGGIO: 12:00-15:30
RUOLO: Professor Keating
ATTORE: Robin Williams
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Captain! my Captain! Who knows where that comes from? Anybody? Not a clue? It's from a poem by Walt Whitman about Mr. Abraham Lincoln. Now, in this class, you can either call me Mr. Keating, or if you're slightly more daring, O Captain, My Captain. Now, let me dispel a few rumors so they don't fester into facts. Yes, I too attended Hell-ton and survived. And no, at that time, I was not the mental giant you see before you. I was the intellectual equivalent of a 98-pound weakling. I would go to the beach and people would kick copies of Byron in my face. Now, Mr. Pitts. That's a rather unfortunate name. Mr. Pitts, where are you? Mr. Pitts, will you open your hymnal to page 542? Read the first stanza of the poem you find there. "To the Virgins, To Make Much of Time"? Yes, that's the one. Somewhat appropriate, isn't it? Gather ye rosebuds while ye may Old time is still a-flying: And this same flower that smiles to-day To-morrow will be dying. Thank you, Mr. Pitts. Gather ye rosebuds while ye may The Latin term for that sentiment is carpe diem. Now, who knows what that means? Carpe diem, that's "seize the day." Very good, Mr.? Meeks. Meeks. Another unusual name. Seize the day. Gather ye rosebuds while ye may Why does the writer use these lines? Because we are food for worms, lads. Because, believe it or not, each and every one of us in this room is one day going to stop breathing, turn cold and die. I would like you to step forward over here and peruse some of the faces from the past. You've walked past them many times, but I don't think you've really looked at them. They're not that different from you, are they? Same haircuts. Full of hormones, just like you. Invincible, just like you feel. The world is their oyster. They believe they're destined for great things, just like many of you. Their eyes are full of hope, just like you. Did they wait until it was too late to make from their lives even one iota of what they were capable? Because, you see, gentlemen, these boys are now fertilizing daffodils. But if you listen real close, you can hear them whisper their legacy to you. Go on, lean in. Listen. You hear it? Carpe... Hear it? Carpe... Carpe diem. Seize the day, boys. Make your lives extraordinary.
ITALIANO
Oh Capitano, mio Capitano! Chi conosce questo verso? Nessuno. Non lo sapete? È una poesia di Walt Whitman che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o, se siete un po’ più audaci, Oh Capitano, mio capitano! Ora, dissiperò alcune voci, così che non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho frequentato Welton e… sopravvivo. Comunque, a quel tempo non ero la mente eletta che avete di fronte. Ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino. Andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia. Allora, vediamo... Pitts! Da qualcuno bisogna cominciare. A cominciare, dunque. Chi di voi è Pitts? Molto bene. Vuole aprire il suo libro a pagina 503? Legga la prima strofa della poesia della poesia che ci trova. "Cogli la rosa quando è il momento". In latino si dice invece... "carpe diem". Cogli l’attimo. "Cogli la rosa quando è il momento". Perché il poeta usa questi versi? Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza, un giorno, smetterà di respirare, diventerà freddo, e morirà… Adesso avvicinatevi tutti e guardate questi visi del passato. Li avete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero. Stesso taglio di capelli. Pieni di ormoni, come voi. Invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica. Pensano di essere destinati a grandi cose, proprio come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non sarà stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale. Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma, se ascoltate con attenzione… li sentirete sussurrare il loro monito.Coraggio accostatevi. Sentite? Carpe diem. Sentito chiaro? Carpe diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinaria la vostra vita.
"L'attimo fuggente" (Dead Poets Society), diretto da Peter Weir e uscito nel 1989, è un film che ruota attorno al potere trasformativo dell’arte e della libertà di pensiero. Ambientato nel 1959, racconta la storia di un gruppo di studenti del prestigioso collegio maschile Welton Academy e del loro incontro con un insegnante fuori dagli schemi, il professor John Keating, interpretato da Robin Williams. La Welton Academy è un luogo austero e rigido, dove quattro principi – tradizione, onore, disciplina e eccellenza – sono la base dell'educazione impartita. Questo approccio severo e conformista viene messo in discussione dall’arrivo di Keating, un nuovo insegnante di letteratura che, invece di attenersi ai metodi didattici convenzionali, ispira i suoi studenti a pensare in modo critico e a vivere una vita autentica. La sua filosofia si riassume in una frase: "Carpe diem", ovvero cogli l’attimo, esortandoli a trarre il massimo da ogni momento della loro vita.
Tra i ragazzi che vengono più colpiti da Keating troviamo Neil Perry (Robert Sean Leonard), uno studente brillante ma schiacciato dalle aspettative opprimenti del padre, e Todd Anderson (Ethan Hawke), un giovane timido e insicuro che lentamente trova la propria voce. Accanto a loro ci sono Knox Overstreet, innamorato di una ragazza irraggiungibile; Charlie Dalton, ribelle e impulsivo; e altri ragazzi che iniziano a vedere il mondo sotto una nuova luce. Keating risveglia in loro il desiderio di libertà e li spinge a riscoprire una tradizione segreta: la Setta dei Poeti Estinti. I ragazzi iniziano a riunirsi in una grotta nei boschi, leggendo poesia e discutendo dei grandi temi della vita, lontano dagli occhi vigili degli insegnanti e dei genitori.
Questo risveglio personale ha conseguenze drammatiche. Neil, che scopre una passione per il teatro grazie agli insegnamenti di Keating, si scontra con il padre, determinato a farlo diventare medico. Questo conflitto raggiunge il culmine quando Neil, dopo essere stato costretto a rinunciare ai suoi sogni, decide di togliersi la vita. La tragedia scuote profondamente l’intera scuola e porta alla cacciata di Keating, accusato di aver influenzato negativamente i ragazzi. Nel toccante epilogo, però, gli studenti trovano il coraggio di rendere omaggio al loro professore. Mentre Keating lascia l’aula per sempre, Todd si alza sul banco e lo saluta con un commovente "O capitano! Mio capitano!", seguito dagli altri ragazzi. È un gesto simbolico di ribellione contro l'autorità e di gratitudine verso colui che ha cambiato il loro modo di vedere il mondo.
Keating comincia in modo inaspettato, rompendo subito la barriera tra autorità e studente. La citazione "Oh capitano, mio capitano!", tratta da una poesia di Walt Whitman dedicata ad Abramo Lincoln, viene usata in chiave ironica per invitare i ragazzi a pensare in modo non convenzionale. Il gesto di permettere agli studenti di chiamarlo con questo appellativo dimostra la sua volontà di destrutturare la rigida gerarchia tipica del sistema educativo della Welton. Keating non si pone come una figura autoritaria distante, ma come una guida che comprende i ragazzi e che è stata, in passato, simile a loro. Questo crea empatia e rende la sua lezione più accessibile. L'aneddoto personale (“Ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino…”) aggiunge un tocco di umorismo e vulnerabilità, rendendo Keating una figura ancora più umana. L'umorismo, in questo caso, non è fine a se stesso, ma serve per introdurre i temi con leggerezza, abbassando le difese dei ragazzi.
La frase in latino “Carpe diem” diventa il fulcro del discorso. Keating spiega il significato poetico e filosofico di questo motto: cogliere l’attimo, vivere pienamente il presente. L'invito, però, non è presentato come una semplice massima motivazionale: Keating collega il concetto alla finitezza della vita, un tema che affronta senza edulcorarlo. La frase “Perché siamo cibo per i vermi” è volutamente cruda, pensata per scuotere gli studenti e spingerli a riflettere sulla loro mortalità. Non è un pensiero macabro, bensì un richiamo alla realtà: la vita è fugace, e rimandare le proprie ambizioni o i propri desideri può portare al rimpianto.
Keating utilizza poi un’analogia visiva: invita i ragazzi ad avvicinarsi alle foto degli ex studenti della Welton, volti giovani, pieni di speranze e sogni, proprio come loro. Questa parte del monologo è incredibilmente simbolica: quegli studenti, che un tempo si sentivano invincibili, sono ora “concime per i fiori”, un’immagine potente che sottolinea il passaggio inevitabile della vita verso la morte. La scelta di far guardare gli ex studenti è un modo per rendere tangibile e reale l'idea della finitezza, che altrimenti rischierebbe di rimanere astratta per dei ragazzi adolescenti.
La frase conclusiva del monologo – “Carpe diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinaria la vostra vita” – è l’apice emotivo del discorso. Keating pone una sfida personale a ciascuno dei suoi studenti. La ripetizione di “Carpe diem” è una sorta di mantra, un invito pressante che li obbliga a confrontarsi con la domanda implicita: come intendo vivere la mia vita? La scelta dell’aggettivo “straordinaria” è significativa. Keating non chiede che i ragazzi siano perfetti o che seguano una strada già tracciata, ma che trovino un significato personale, una realizzazione che sia unica per ciascuno di loro.
Questo monologo è il cuore di L'attimo fuggente e rappresenta la missione di Keating come insegnante: risvegliare nei ragazzi il desiderio di vivere una vita consapevole, audace e libera dalle aspettative imposte. Attraverso il linguaggio poetico, immagini potenti e un approccio umano, Keating non si limita a trasmettere conoscenze, ma cerca di instillare nei suoi studenti un nuovo modo di guardare il mondo e se stessi.
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