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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Rodri, giovane medico in crisi, rappresenta un momento di profonda riflessione personale e professionale. Rodrigo, schiacciato dal peso della morte di una bambina che non è riuscito a salvare, mette in discussione il sistema sanitario, ma soprattutto se stesso, portando alla luce il conflitto interiore che molti professionisti della salute possono sperimentare quando si trovano di fronte a situazioni che superano le loro capacità.
STAGIONE 1 EP 2
MINUTAGGIO: 43:10-44:30
RUOLO: Rodrigo
ATTORE: Victor Sainz
DOVE: Netflix
ITALIANO
Da oggi non sono più un medico. Ho dato... ho dato la colpa al sistema, perché ci lascia occuparci di pazienzi che ancora non sappiamo né possiamo assistere. Il fatto è che è tutto al collasso, è tutto così sovraccarico che non c'è quasi nessun responsabile o primario che ci possa aiutare. Siamo obbligati a lavorare da soli. E la realtà è che non siamo pronti. Però... ecco... non ha senso dare la colpa al sistema, perché... il problema sono io. Sono io a non dover stare qui. Vi volevo soltanto dire... Addio. Siete stati la cosa più bella che... che mi sia capitata in questo viaggio. Grazie. Vi voglio bene.
La serie "Respira" (titolata anche "Breathless" in inglese) è un nuovo drama medico spagnolo, lanciato su Netflix il 30 agosto 2024. Creata da Carlos Montero, già noto per il successo di "Élite", la serie è ambientata nel fittizio ospedale pubblico Joaquín Sorolla a Valencia. Il racconto segue un gruppo di medici alle prese con le difficili condizioni della sanità pubblica, tensioni personali e dilemmi etici, il tutto accompagnato da intrighi romantici e tensioni sociali. La serie ha un cast di alto livello, con attori come Najwa Nimri, Aitana Sánchez-Gijón e Blanca Suárez. Tra i personaggi principali troviamo Patricia Segura (Nimri), una politica che rappresenta la destra e sostiene la sanità privata, il che ha portato molti a fare parallelismi con figure politiche spagnole reali.
La prima stagione ha otto episodi, e il suo intreccio combina elementi di dramma sociale, politica e tensione personale. Uno dei temi centrali è una controversa sciopero dei medici guidato dal dottor Néstor Moa, che mette a rischio l'assistenza primaria, mentre il personaggio di Segura si trova ad affrontare un cancro e a dover scegliere tra cure costose o altre soluzioni, scontrandosi con le sue stesse politiche).
Il monologo di Rodrigo, giovane medico, esprime profondi conflitti interiori e senso di colpa, toccando temi universali legati alla responsabilità personale, al sistema sanitario e all'identità professionale. Rodrigo inizia il suo discorso con una drammatica dichiarazione: "Da oggi non sono più un medico". Questa frase rappresenta la rottura dell'ideale che lo aveva spinto a diventare medico. Sentendosi inadeguato e incapace di adempiere al suo compito, decide di rinunciare alla sua professione. È un momento di disillusione in cui Rodri si scontra con la realtà rispetto alle aspettative idealizzate che probabilmente aveva della sua carriera medica. Rodri esprime frustrazione nei confronti del sistema sanitario, descrivendolo come "al collasso" e sovraccarico. Critica l'organizzazione che mette i giovani medici come lui in posizioni di enorme responsabilità senza adeguato supporto.
Nonostante inizialmente incolpi il sistema, Rodri conclude che "il problema sono io". Questo passaggio rappresenta un drammatico ribaltamento della responsabilità, spostandola dal sistema alla propria persona. Si tratta di un classico esempio di senso di colpa distruttivo, in cui l'individuo si sente interamente responsabile per un fallimento che è, in realtà, multifattoriale. La morte della bambina, che non è riuscito a curare, diventa il catalizzatore di questa crisi identitaria. Rodri accenna al fatto che "siamo obbligati a lavorare da soli", un'immagine che enfatizza la solitudine che molti giovani medici possono provare, soprattutto quando si trovano a gestire situazioni critiche senza un'adeguata supervisione. La sua ammissione che "non siamo pronti" è un grido di vulnerabilità e un'accusa implicita al sistema che lo ha messo in questa situazione.
Il monologo di Rodri incarna il tema della vulnerabilità umana di fronte al dolore e alla morte. La professione medica, spesso vista come eroica e infallibile, è qui mostrata sotto una luce più realistica e fragile.
Il monologo di Rodri ci offre uno sguardo intimo sulla complessità del lavoro medico e le sue sfide, umanizzando una professione spesso vista come infallibile. Il suo senso di colpa, unito al fallimento percepito, lo conduce a una decisione drammatica: abbandonare la vita.
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