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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Rosie (Ilaria Latini) in Hazbin Hotel è un esercizio attoriale perfetto per lavorare su ironia, controllo e potere scenico. Tratto dall’episodio Il Patto, questo testo offre un affascinante equilibrio tra racconto biografico e manipolazione emotiva. Rosie non parla solo ad Alastor: lo seduce, lo umilia, lo controlla con grazia tagliente. Ideale per attrici che vogliono mostrare versatilità e precisione in audizione.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Un mese dopo la battaglia contro gli Esorcisti, l’Hazbin Hotel è al centro dell’attenzione: pieno di nuovi ospiti e giornalisti attratti dalla possibilità di vendicarsi sugli angeli. Charlie, profondamente segnata dalla morte di Sir Pentious, trascura i suoi doveri fino a quando, spinta da suo padre, decide di riaffermare lo scopo originale dell’Hotel: la redenzione. Questo allontana la maggior parte degli ospiti, ad eccezione di Baxter, interessato a studiare il concetto di redenzione. Intanto, Vox, Velvette e Valentino approfittano del malcontento per iniziare i loro piani di conquista del Paradiso. La puntata si chiude con la rivelazione che Sir Pentious è stato redento e accolto nel Paradiso. Nel Paradiso, Sir Pentious viene interrogato da Sera e dalla Parola di Dio. Racconta la sua storia e rivela di essere stato testimone del primo omicidio di Jack lo Squartatore senza denunciarlo per paura. Per il suo sacrificio durante la battaglia all’Hotel, viene riconosciuto come redento. Nonostante gli sforzi di Emily per farlo integrare, la consapevolezza di non poter mai lasciare il Paradiso lo porta alla depressione. Lute, profondamente scossa dalla nuova politica celeste, decide di vendicare Adam, rifiutando gli ordini di Sera. Quest’ultima, intanto, è tormentata dal senso di colpa e prende la drastica decisione di isolare il Paradiso dagli altri regni per evitare nuove vendette.

O dai, suvvia Alastor. Pensavi davvero che essere il Peccatore più potente, cosa che sei, significasse poter affrontare in scioltezza un Arcangelo? (Ride) Sei adorabile e testardo dal nostro primo incontro. Eri un bellissimo giovanotto, molto affascinante. Un elegante gentiluomo. Molto carismatico, incantavi tutti i produttori. Superavi ogni ostacolo per diventare la star del tuo show radiofonico personale. Eri l’idolo di New Orleans. Ma eri un pò monello… Dico bene? Eri ancora un umano e già mi stupivo di quanti fosso a diventare quel che sei. Chissà quanti rituali hai dovuto fare per contattare l’aldilà ma… Quando ho sentito la tua voce, l’ho capito subito. Ho capito che eri tu quello giusto. E per un bizzarro destino il giorno dopo sei morto in un modo ridicolo ed esilarante. Ah! Scambiato per un cervo e abbattuto mentre nascondevi un cadavere. Cornuto destino e Mort-Tificante! (Ride)
“O dai, suvvia Alastor. Pensavi davvero che essere il Peccatore più potente, cosa che sei, significasse poter affrontare in scioltezza un Arcangelo?” tono ironico, ammiccante; micro-pausa su “cosa che sei”, sguardo diretto, ma giocoso. Dominanza sottile.
“Sei adorabile e testardo dal nostro primo incontro.”: tono affettuoso, voce più calda; piccolo sorriso nostalgico. Usare un tono più morbido per marcare l'intimità.
“Eri un bellissimo giovanotto, molto affascinante.”: rallentare il ritmo; tono lusinghiero ma con un pizzico di condiscendenza.
“Un elegante gentiluomo. Molto carismatico, incantavi tutti i produttori.”: pausa dopo “gentiluomo”; tono che cresce lentamente di enfasi su “incantavi”, come a ricordare una scena teatrale.
“Superavi ogni ostacolo per diventare la star del tuo show radiofonico personale.”: ritmo regolare, quasi narrativo;
“Eri l’idolo di New Orleans. Ma eri un po' monello… Dico bene?”: pausa netta prima di “ma”; abbassare leggermente il tono su “monello” per dargli un gusto malizioso.
“Eri ancora un umano e già mi stupivo di quanti fossi a diventare quel che sei.”: voce più bassa, quasi contemplativa.
“Chissà quanti rituali hai dovuto fare per contattare l’aldilà ma…”: rallentare e aggiungere una micro-pausa prima di “ma…”;
“Quando ho sentito la tua voce, l’ho capito subito.”: tono netto, occhi fissi, quasi rivelazione mistica.
“Ho capito che eri tu quello giusto.”: rallentare, dare enfasi a “quello giusto” con un sorriso a metà fra l'affetto e la manipolazione.
“E per un bizzarro destino il giorno dopo sei morto in un modo ridicolo ed esilarante.”: accelerare leggermente, tono canzonatorio; fare un sorriso beffardo sulla parola “ridicolo”.
“Ah! Scambiato per un cervo e abbattuto mentre nascondevi un cadavere.”: tono teatrale e spassoso, quasi stesse raccontando una barzelletta.
“Cornuto destino e Mort-Tificante! (Ride)”: esplosione comica controllata; “cornuto” va detto calcando bene la parola, con ritmo secco.
Il monologo di Rosie, presente nell’episodio Il Patto (It's a Deal!), è un pezzo brillante, tagliente e profondamente teatrale che offre a chi lo interpreta un’occasione rara: giocare sul sottile equilibrio tra eleganza e controllo, affetto e crudeltà, nostalgia e umiliazione. Questo monologo si rivolge direttamente ad Alastor, uno dei personaggi più iconici della serie. Rosie, figura enigmatica e potente, rivela di conoscerlo fin da quando era umano e di averlo osservato nel suo percorso verso la dannazione.
Non è un semplice racconto del passato: è un atto di dominio psicologico, in cui Rosie riafferma la propria superiorità mentre maschera il tutto con una vernice di affetto e ironia.
Il tono oscilla costantemente tra il sarcastico, il paternalistico, e il crudelmente divertito.
Il testo è scritto in modo brillante: alterna frasi corte e incisive a sezioni più descrittive, con un ritmo che stimola l’interprete a sperimentare variazioni tonali continue. È ideale per lavorare su: Intenzioni multiple (sottotesto manipolativo, sarcasmo affettuoso, disprezzo mascherato). Precisione ritmica e vocale (il testo ha un tono musicale, da cabaret noir). Gestione del sorriso come arma (da accennato a compiaciuto, da finto a reale)
Il monologo si apre con un tono condiscendente: “O dai, suvvia Alastor”, per poi virare sulla rievocazione biografica di Alastor da umano. Rosie lo eleva per poi demolirlo, passo dopo passo. La morte di Alastor è raccontata in modo volutamente grottesco e umiliante, chiudendo il discorso con una risata fragorosa che mette un punto su una lunga, silenziosa esecuzione. Il climax? Quando Rosie rivela di aver “capito che era lui quello giusto” solo sentendo la sua voce. Una frase carica di doppio senso: è una scelta di potere, non di amore.
Registi: Vivienne Medrano
Sceneggiatura: Vivienne Medrano
Produttori: Jes Anderson, Paula Haifley, Samantha Daley
Musiche: Thomas Ryan (ep. pilota), Parry Gripp (ep. pilota e sigla), The Living Tombstone, Andrew Underberg, Evan Alderete, Gooseworx (compositori)
Dove vederlo: Amazon Prime

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