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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Sara in Looper è un esempio potente di recitazione intima e controllata, perfetto per audizioni e studio emotivo. In meno di un minuto, il personaggio rivela il proprio passato con vergogna e amore, mettendo in scena il dolore di una madre che ha abbandonato suo figlio e che ora sceglie di restare. In questo articolo analizziamo struttura, sottotesto e interpretazione, con una guida pratica per attori su come portarlo a un provino.
Scheda del monologo
Contesto del film
Testo del monologo (estratto+note)
Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa
Come prepararlo per un'audizione
Finale del film (con spoiler)
FAQ
Credits e dove trovarlo
Durata: 1 minuto 40 secondi
Nel 2044 Joe è un looper, un killer al soldo della criminalità organizzata che elimina persone mandate dal futuro. Nel 2074, infatti, il viaggio nel tempo esiste ma è illegale, e i criminali lo sfruttano per “spedire indietro” le loro vittime: i looper devono solo sparare a chi compare davanti a loro e incassare il pagamento, lingotti d’argento. Quando però arriva il momento di chiudere il “loop” — cioè uccidere la versione futura di sé stessi per cancellare ogni prova del proprio coinvolgimento — il compenso è in oro, e la carriera finisce.
Joe vive bene, accumula soldi e si gode la vita finché il suo amico Seth non rompe la regola d’oro: lascia fuggire il proprio sé futuro. Abe, il boss venuto dal futuro per gestire i looper, lo punisce in modo brutale e Joe, per salvarsi, tradisce Seth. Poco dopo, la stessa anomalia si ripete: Joe si trova di fronte alla propria versione futura, ma questa volta il vecchio Joe riesce a scappare. È l’inizio di una caccia reciproca: il giovane Joe vuole uccidere il vecchio per riavere la sua libertà, mentre il vecchio Joe ha una missione disperata.
Nel suo futuro, trent’anni dopo, la moglie di Joe è stata uccisa durante un raid ordinato da un misterioso boss chiamato lo Sciamano, un uomo potentissimo capace di conquistare il mondo criminale in pochi mesi. Per impedirne la nascita, il vecchio Joe è tornato indietro nel tempo con l’intento di eliminare tre bambini nati nello stesso giorno e nello stesso ospedale del futuro Sciamano. Uno di loro, secondo lui, diventerà quel mostro.
Mentre il vecchio Joe inizia la sua caccia, il giovane Joe fugge e trova rifugio in una fattoria isolata, dove vivono Sara e suo figlio Cid. La donna è sospettosa ma decide di ospitarlo, capendo che l’uomo può aiutarla a difendere il bambino. Joe, però, scopre presto che Cid possiede poteri telecinetici devastanti: è in grado di scatenare esplosioni con la mente. Intuisce che proprio lui potrebbe essere lo Sciamano del futuro.
Sai, quando sono ritornata, dopo la morte di mia sorella… Dopo due anni che non lo vedevo. Ricordo che lo trovai da solo, seduto sotto a un portico. Arrivai in macchina, in lacrime. Mi trovavo a questo party nel cuore della notte quando arrivò la telefonata. Indossavo ancora quel ridicolo vestitino da sera. Quante stronzate ho fatto… Io non so se lui… se lui si ricordasse di me, però… però non faceva che fissarmi. Io l’ho abbandonato. Ho abbandonato il mio bambino. In città ho conosciuto talmente tanti uomini che con un solo sguardo capisci che sono perduti. Perciò che lui ricambi il mio amore oppure no, finché ci sarò io accanto a lui me ne prenderò sempre cura. Lui con me si sente al sicuro. Non si perderà mai.
Sai, quando sono ritornata, dopo la morte di mia sorella…: tono iniziale intimo, quasi di confidenza; pausa dopo “ritornata”; lo sguardo va lontano, come chi riapre una memoria che non voleva più toccare.
Dopo due anni che non lo vedevo.: leggera incrinatura nella voce; pausa netta prima di iniziare la frase, come se realizzasse solo ora quanto tempo è passato; accento su “due anni”.
Ricordo che lo trovai da solo, seduto sotto a un portico.: tono descrittivo ma affettuoso; visualizzazione nitida dell’immagine, come se la scena fosse impressa nella memoria; abbassare leggermente il tono su “da solo”.
Arrivai in macchina, in lacrime: ritmo spezzato; dire la frase con una certa vergogna contenuta, come se il dolore fosse mescolato al senso di inadeguatezza; sospensione nello sguardo.
Mi trovavo a questo party nel cuore della notte quando arrivò la telefonata: tono di disprezzo verso sé stessa; “party” detto con lieve imbarazzo; accentuare “cuore della notte” per dare il senso del contrasto con la notizia ricevuta.
Indossavo ancora quel ridicolo vestitino da sera: autoironia amara; accennare un sorriso nervoso, ma subito trattenuto; la parola “ridicolo” va evidenziata come se si stesse giudicando da fuori.
Quante stronzate ho fatto…: abbassamento della voce, quasi un sospiro; detto più a sé stessa che all’interlocutore; breve pausa prima, come se ci fosse il bisogno di fermare il flusso.
Io non so se lui… se lui si ricordasse di me, però… però non faceva che fissarmi: voce incrinata su “se lui…”; esitazioni reali, non tecniche; “fissarmi” va detto con uno sguardo incrociato nel vuoto, come se rivivesse quel momento.
Io l’ho abbandonato: tono netto, come una sentenza; pausa prima di dirlo, come se facesse fatica ad ammetterlo; occhi bassi.
Ho abbandonato il mio bambino: ripetizione carica di peso emotivo; abbassare la voce ulteriormente; piccolo respiro tra “il mio” e “bambino”, quasi come a proteggerlo dopo averlo ferito.
In città ho conosciuto talmente tanti uomini che con un solo sguardo capisci che sono perduti: tono più distaccato, quasi osservativo; “perduti” va detto con consapevolezza, senza giudizio; lo sguardo può allontanarsi leggermente, come se fosse altrove.
Perciò che lui ricambi il mio amore oppure no, finché ci sarò io accanto a lui me ne prenderò sempre cura: tono saldo, come se prendesse un impegno; piccola pausa dopo “oppure no”; rafforzare la convinzione su “me ne prenderò sempre cura” con la voce che si fa più ferma.
Lui con me si sente al sicuro: diretta, dolce, senza enfasi; occhi che si posano idealmente su di lui, come se lo stesse guardando.
Non si perderà mai: chiusura lenta, piena; pausa significativa prima di iniziarla; voce bassa ma intensa, lasciando vibrare il silenzio alla fine.
Tra i momenti più intensi di Looper (2012), uno dei più sottovalutati è il monologo di Sara, la madre del piccolo Cid. In una manciata di frasi, pronunciate con pudore e intensità, ci viene raccontata un’intera vita: un passato di errori, un presente fragile e una promessa incrollabile verso il futuro.
In questa scena, Sara — interpretata da Emily Blunt — confessa a Joe il senso di colpa che si porta dietro per aver abbandonato il figlio e la determinazione con cui, oggi, ha scelto di rimanergli accanto per sempre, qualunque cosa accada. Sara parla del momento in cui ha ritrovato il figlio, due anni dopo averlo lasciato. Descrive il ricordo in modo semplice, ma estremamente visivo: la macchina, le lacrime, il vestito da sera, il bambino da solo sotto al portico. Con queste immagini costruisce un racconto che non cerca pietà, ma espiazione. Senso di colpa materno; Perdono non garantito; Promessa silenziosa di presenza; Determinazione affettiva; Osservazione del dolore maschile (quella frase sui “tanti uomini perduti” dice più di quanto sembri) A differenza di molti monologhi cinematografici più “costruiti”, questo è realistico e non drammaturgicamente perfetto. Ha: un ritmo frammentato, ripetizioni naturali, pause emotive che vanno trovate senza forzarle.
Il vero contenuto emotivo non sta solo nelle parole. Sta in quello che Sara trattiene mentre le pronuncia. “So di aver fatto degli errori che non posso riparare, ma ho deciso di esserci. Ora.” Anche se Cid non la accetta del tutto, anche se la colpa è ancora viva, Sara ha scelto la strada difficile: non scappare più. Questo monologo è una stretta silenziosa, una promessa che non ha bisogno di essere accolta per essere reale.
Nel mondo cinico e iper-controllato di Looper, la maternità rappresenta l’unico spazio autentico di redenzione. Il piccolo Cid ha poteri enormi e devastanti: può diventare un mostro, ma solo se perderà la madre. Questo monologo è quindi anche il vero argine narrativo alla nascita del villain. È qui che si gioca la possibilità che il futuro sia diverso.
Obiettivo del monologo: Rivelare una verità dolorosa in modo intimo, senza difese. Sara sta ammettendo un errore enorme — aver abbandonato il proprio figlio — ma non lo fa per chiedere perdono. Lo fa per dire: “Ora ci sono. E non me ne vado più.”
Sottotesto: “Ho fatto schifo. Ma ora sono qui. Anche se lui non mi ama, io non me ne andrò.”
Azione minima: Condividere un ricordo per rendere visibile un impegno emotivo.
Sara non sta raccontando tanto per raccontare. Sta dicendo: “Io ci sono. E ti amerò anche se non mi vuoi.” L’azione è piccola ma potente: farsi vedere fragile per dare sicurezza all’altro.
Dinamica vocale
Tono morbido, mai impostato.
Variazioni minime, ma molto precise: inizio incerto, come se le parole uscissero a fatica; leggero incrinarsi della voce su “l’ho abbandonato”; tono più fermo verso la chiusa, quando dichiara il suo impegno.
Chiusa: “Non si perderà mai.”
Errori comuni
Sovraccaricare di emozione: Se piangi troppo, non sei più Sara. Lei ha già pianto. Ora parla con lucidità e presenza.
Cercare la simpatia dello spettatore: Non va detto per piacere. Va detto per esserci.
Recitare tutto con lo stesso tono “drammatico”: Il monologo ha ritmo, frammenti, silenzi. Non va livellato.
Trasformarlo in una scena da melodramma: Non è una soap. È un momento realistico, piccolo, umano.
Negli ultimi venti minuti, tutto converge nella fattoria. Il vecchio Joe, dopo aver eliminato Abe e i suoi uomini, capisce che il terzo bambino della sua lista è proprio Cid. Corre lì deciso a ucciderlo, convinto che sia l’unico modo per salvare la moglie e cambiare il futuro.
Nel frattempo il giovane Joe è ormai legato a Sara e al piccolo: ha capito che il bambino non è un mostro, ma un bambino spaventato dal proprio potere. Cid ha momenti di panico in cui perde il controllo, e proprio in uno di questi, quando gli uomini di Abe li raggiungono, esplode letteralmente di rabbia, uccidendo il sicario con un’ondata telecinetica che devasta la casa. Sara riesce a calmarlo, mostrandogli che l’amore può contenere quella furia distruttiva.
Quando il vecchio Joe arriva, trova Sara e Cid in fuga tra i campi. Si prepara a sparare, convinto che uccidendo il bambino eviterà la morte della moglie nel futuro. Ma il giovane Joe lo osserva da lontano e capisce l’inganno del tempo: è proprio quel gesto, l’omicidio della madre davanti agli occhi del bambino, che innescherà tutto. Cid crescerà solo, pieno di odio, con una ferita alla mandibola provocata dal colpo di Joe. È così che nascerà lo Sciamano.
Joe allora capisce che il ciclo non può continuare. Non può uccidere il suo futuro, ma può impedirgli di agire. Si punta la spingarda al petto e si uccide. Nel momento in cui muore, il vecchio Joe sparisce: il loop si chiude. Sara e Cid sopravvivono, e il bambino cresce con la madre, libero di scegliere un futuro diverso. L’ultima immagine è Joe disteso a terra, con un senso di pace: ha spezzato il loop non con la violenza, ma con la consapevolezza. Il sacrificio che interrompe la catena di vendetta e dolore è la sua vera redenzione.
Quanto dura il monologo di Sara in Looper? Il monologo dura circa 50-60 secondi, con un ritmo naturale e pause emotive. Può essere esteso a 1 minuto e mezzo in una performance completa, mantenendo il respiro e l’intimità.
Che temi tratta il monologo di Sara? Il monologo affronta temi come: senso di colpa materno, abbandono e ritorno, amore non ricambiato, presenza silenziosa, capacità di prendersi cura nonostante il passato.
Che età di casting copre? Il monologo è adatto per attrici tra i 30 e i 45 anni, ma può essere adattato anche per casting dai 28 anni in su, se il contesto narrativo regge un background da madre giovane.
Qual è il sottotesto del monologo?Sara non sta cercando perdono, sta affermando una nuova presenza Sottotesto chiave: “L’ho abbandonato, ma ora ci sono. Non me ne andrò più.”
Qual è la difficoltà principale? Mantenere la verità emotiva senza cedere al melodramma.
Regista: Rian Johnson
Produttori: Ram Bergman, James D. Stern
Cast principale: Joseph Gordon-Levitt (Joe giovane) Bruce Willis (Joe adulto) Emily Blunt (Sara) Paul Dano (Seth)
Dove vederlo: Apple Tv
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