Monologo - Scarlett Johansson in \"Fly me to the moon\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo si colloca in uno dei momenti di climax emotivo del film “Fly me to the moon - Le due facce della luna”, quando Kelly decide di affrontare Cole e confessargli la verità sul suo passato. È un punto di svolta che ridefinisce la percezione di Kelly su sé stessa. La narrazione, fino a questo punto, ci aveva mostrato una donna determinata, intelligente e abile, ma anche profondamente consapevole della fragilità del suo ruolo, costantemente costruito su mezze verità e manipolazioni. Qui, invece, Kelly smette di recitare e abbassa ogni difesa, scegliendo la trasparenza come atto di fiducia verso Cole – e verso la persona che vuole diventare.

Sono una truffatrice

MINUTAGGIO: 1:42:44-1:44:52

RUOLO: Kelly Jones
ATTRICE:
Scarlett Johansson
DOVE:
Netflix

INGLESE

Everything you said about me is true. I’m a con artist, and I always have been. My real name is not even Kelly. All those stories that I told you about my mom and I selling products door-to-door, those were true. They were all scams. And we started out small, and then they got bigger. Like real estate and insurance. And… when I was 16, a guy in North Dakota pulled a gun and my mom pulled hers out first and she killed him. And she told me to run and I did. And she went to prison and I never saw her again. And I forged documents and used fake names to get jobs. And when I went to New York, I found advertising. And that was like the scams that my mom taught me, but it was legal. And I lied to so many people. The worst lies were the ones I told myself. That everybody does it. You know. It’s just a big game. But then I came down here… I met you. I learned what it was like to be a part of something real. Moe offered me a way to erase my past. I thought that’s what I wanted, but… I don’t wanna run anymore. Moe is a worthy opponent, but he has met his match. I promise this is the last time I will trick anyone into getting what I want. I promise.



ITALIANO


Quello che hai detto di me è vero. Sono solo un’artista della truffa. Nemmeno il mio nome è vero. Ti ho raccontato che vendevo prodotti porta a porta con mia madre, ed è vero. Erano tutte truffe. All’inizio piccole cose, poi più grandi… vendita di case, assicurazioni e… quando avevo sedici anni uno in Nord Dakota tirò fuori una pistola, ma mia madre fu più veloce e lo uccise. Poi mi disse di fuggire e l’ho fatto. Lei è andata in prigione e non l’ho più vista. Ho falsificato documenti e usato nomi falsi per poter lavorare e quando sono andata a New York ho iniziato con la pubblicità, ed era simile alle truffe di mia madre, ma era legale. Ho mentito a molte persone, ma le bugie peggiori le ho dette a me stessa. Tanto lo fanno tutti. Si, non fai niente di male. Poi sono venuta qui e… ho conosciuto te. Mi hai insegnato che esiste un mondo reale. Moe si è offerto di cancellare il mio passato, ed era quello che volevo ma…non voglio scappare più. Moe è un avversario abile, ma giochiamo alla pari. Questa è l’ultima volta che ingannerò qualcuno, te lo prometto.

Fly me to the moon

Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna” è una commedia romantica che si intreccia con il dramma etico, offrendo uno sfondo storico affascinante: il 1968, in piena corsa allo spazio, quando l'umanità guardava verso la Luna con sogni, speranze e anche qualche dubbio. Greg Berlanti dirige Scarlett Johansson e Channing Tatum, in una trama che si muove tra ambizioni personali e dilemmi collettivi.


La protagonista, Kelly Jones (Scarlett Johansson), è una figura moderna in un’epoca in cui le donne in ruoli dirigenziali erano ancora una rarità. Brillante e determinata, viene chiamata a risolvere un problema molto concreto: il declino dell’interesse pubblico per il programma spaziale della NASA. Il suo compito è tanto chiaro quanto complesso: rendere lo spazio “sexy” agli occhi di un pubblico ormai distratto, motivando il governo e i finanziatori privati a continuare a sostenere il programma. È interessante notare come il film riesca a catturare l’atmosfera del tempo, con la pubblicità e il marketing che iniziano a giocare un ruolo cruciale nel plasmare l’immagine delle istituzioni pubbliche.


Il suo arrivo al Kennedy Space Center in Florida la mette subito in contrasto con Cole Davis (Channing Tatum), un ingegnere e direttore del programma di lancio che incarna lo spirito pratico e rigoroso della NASA. Cole è l’opposto di Kelly: mentre lei guarda al pubblico e all'immagine, lui è ossessionato dai dettagli tecnici e dalla sicurezza della missione. I loro scontri iniziali – spesso condito da battute pungenti e dialoghi veloci – creano una dinamica in cui le scintille romantiche non tardano a scattare, ricordando le migliori commedie romantiche degli anni ‘40 e ‘50.

La trama prende una piega più complessa quando Kelly viene coinvolta in un piano segreto del governo: creare una finta trasmissione televisiva dell’allunaggio dell’Apollo 11 da mandare in onda nel caso in cui la missione reale dovesse fallire. Questo sviluppo sposta il film da una commedia romantica tradizionale a un terreno più sfumato, dove la posta in gioco diventa sia personale che morale.


La proposta di Kelly di trasmettere l’allunaggio in diretta TV, pensata per generare un’enorme ondata di entusiasmo pubblico, si scontra con il pragmatismo di Cole, che considera l’idea troppo rischiosa. Il segreto della trasmissione simulata la mette in una posizione ancora più complicata: deve scegliere tra la lealtà verso il proprio lavoro e i propri principi morali, sapendo che l’inganno, se scoperto, potrebbe avere conseguenze devastanti. Il conflitto si amplifica quando anche la sua relazione con Cole inizia a soffrire sotto il peso di questa decisione.

Analisi Monologo

"Quello che hai detto di me è vero. Sono solo un’artista della truffa. Nemmeno il mio nome è vero." Kelly inizia con una dichiarazione diretta e disarmante. È il tipo di frase che cattura subito l’attenzione, perché ammette non solo di aver mentito, ma che la sua identità stessa è una costruzione. Non ci sono scuse o tentativi di giustificarsi: il suo approccio è onesto e diretto, come a voler dimostrare che questa volta non ci saranno filtri. "Ti ho raccontato che vendevo prodotti porta a porta con mia madre, ed è vero. Erano tutte truffe. All’inizio piccole cose, poi più grandi… vendita di case, assicurazioni e… quando avevo sedici anni uno in Nord Dakota tirò fuori una pistola, ma mia madre fu più veloce e lo uccise."


Qui entriamo nel cuore del trauma di Kelly. Il rapporto con sua madre, un personaggio mai visto ma cruciale nella formazione della protagonista, emerge in tutta la sua complessità. La madre, rappresentata come una figura manipolativa ma protettiva, è l’origine delle sue abilità e del suo stesso senso di colpa. Questo aneddoto è particolarmente potente perché non solo spiega l’inizio della sua fuga, ma umanizza Kelly, mostrandola come una ragazza costretta a crescere troppo in fretta in circostanze estreme.


"Ho falsificato documenti e usato nomi falsi per poter lavorare e quando sono andata a New York ho iniziato con la pubblicità, ed era simile alle truffe di mia madre, ma era legale." Qui vediamo come Kelly abbia razionalizzato il suo comportamento. La pubblicità diventa una zona grigia: non è più un atto criminale, ma il modo in cui è stata utilizzata ha un’eco delle manipolazioni del suo passato. Questo passaggio è cruciale perché rivela il conflitto interiore che ha guidato il personaggio per tutta la storia: la sua capacità di giustificare i propri comportamenti e, al tempo stesso, sentirsi profondamente insoddisfatta. "Ho mentito a molte persone, ma le bugie peggiori le ho dette a me stessa. Tanto lo fanno tutti. Si, non fai niente di male. Poi sono venuta qui e… ho conosciuto te. Mi hai insegnato che esiste un mondo reale." Questo è il momento più intimo e significativo del monologo. Kelly non si limita a confessare le sue bugie, ma ammette di aver vissuto nella negazione. Il suo incontro con Cole diventa un punto di svolta: lui rappresenta il "mondo reale", una realtà che Kelly ha sempre evitato per paura di essere scoperta. È qui che il monologo si trasforma da confessione a dichiarazione di cambiamento.


"Moe si è offerto di cancellare il mio passato, ed era quello che volevo ma… non voglio scappare più. Moe è un avversario abile, ma giochiamo alla pari. Questa è l’ultima volta che ingannerò qualcuno, te lo prometto." La chiusura del monologo è una promessa: Kelly non vuole più scappare né ingannare, nemmeno sé stessa. È un atto di ribellione contro le sue vecchie abitudini, un taglio netto con la sua vita precedente.

Conclusione

Questo monologo racchiude i temi principali del film: la tensione tra verità e menzogna, la ricerca di autenticità e il desiderio di redenzione. La storia di Kelly è quella di una donna che ha vissuto nell’ombra del suo passato, costruendo una versione di sé basata su compromessi morali, e che ora sceglie di affrontare tutto per amore e per sé stessa. È un momento che ridefinisce il personaggio e prepara il terreno per la sua trasformazione definitiva.

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