Monologo - Paola Cortellesi in Scusate se esisto

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Diretto da Riccardo Milani e interpretato da Paola Cortellesi, "Scusate se esisto!" racconta la storia di Serena Bruno, un'architetta che, di ritorno in Italia dopo una carriera di successo all'estero, si scontra con le disparità di genere nel mondo del lavoro. Un elemento distintivo del film è il modo in cui viene utilizzata la commedia per esplorare questioni sociali profonde, con un equilibrio tra leggerezza e riflessione critica.

SERENA BRUNO SONO IO!

MINUTAGGIO: 1:25:00-1:27:00

RUOLO: Serena Bruno

ATTRICE: Paola Cortellesi

DOVE: Netflix



ITALIANO


Eh no, il lotto 7 è la parte destinata alle zone comuni: la ludoteca, il centro anziani. È proprio il cuore del progetto, quello da cui parte tutto, proprio non ci si può rinunciare. Il problema è lei. Le vede queste due ragazze? Non le ho fatte con Photoshop, sono vere. Si chiamano Sharon e Jennifer. Sì, due brutti nomi. Jennifer è un po’ culona, ma non è questo il suo problema. Il suo problema è che stanno in 5 in 40 metri quadri. E a lei non serve un nuovo negozio di cellulari o di mutande. Ma un posto decente dove andare a studiare. Le persone sono importanti, cazzo. La Signora Antonietta, che tu non sai manco chi è, non trova casa sua perché i corridoi sono tutti uguali, eh? Questo posto non è una scatola da riempire, ci vive la gente. È per loro che stiamo lavorando, eh. Hai capito? Questo progetto è per la gente!

SCUSATE SE ESISTO

"Scusate se esisto!" è una commedia italiana del 2014 diretta da Riccardo Milani. La protagonista del film è Serena Bruno, interpretata da Paola Cortellesi, un'architetta di talento che ritorna in Italia dopo aver lavorato a lungo in Inghilterra. La sua esperienza all'estero l'ha portata a specializzarsi in progetti sostenibili e innovativi, ma una volta tornata nel suo paese natale, si scontra con una realtà lavorativa molto diversa. In Italia, trova un ambiente professionale più chiuso e conservatore, dove le sue idee e competenze sono sottovalutate o ignorate.


Serena decide di assumere un'identità maschile, Bruno Serena, per avere maggiori opportunità di lavoro e per essere presa sul serio nel suo campo. La trama segue le vicende di Serena mentre naviga tra le sfide imposte da una società che valuta diversamente le competenze in base al genere, mettendo in luce le difficoltà che le donne devono affrontare in ambiti professionali tradizionalmente dominati dagli uomini. Il film offre una riflessione ironica e critica sulle dinamiche di genere nel mondo del lavoro, pur mantenendo un tono leggero e spesso comico.


Nel corso del film, Serena/Bruno crea legami con vari personaggi, tra cui il suo vicino gay interpretato da Raoul Bova, che ha le sue battaglie personali da combattere. Questi legami diventano fondamentali per il suo percorso di crescita personale e professionale. Il film culmina nel riconoscimento delle vere capacità di Serena come architetta, indipendentemente dal genere con cui si presenta.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Serena Bruno è un momento chiave per il personaggio, che evidenzia la sua passione e il suo impegno nei confronti dell'architettura sociale e del valore umano nei progetti urbani. Serena, nel suo discorso, difende con veemenza la necessità di mantenere lo spazio dedicato alle zone comuni — come la ludoteca e il centro anziani — nel suo progetto di riqualificazione urbana. Queste zone sono descritte come il "cuore del progetto," sottolineando la loro importanza essenziale per il benessere della comunità.


La forza del monologo risiede nell'uso di esempi concreti per illustrare il suo punto di vista. Serena porta l'esempio di due ragazze, Sharon e Jennifer, che vivono in condizioni di sovraffollamento, per mostrare come le necessità reali delle persone dovrebbero guidare lo sviluppo urbano, piuttosto che la costruzione di ulteriori negozi commerciali. Il riferimento alla "Signora Antonietta," che si perde nei corridoi identici del suo edificio, serve a criticare la mancanza di personalizzazione e di considerazione umana nella progettazione degli spazi abitativi.


La scelta delle parole di Serena è diretta e impattante, usando un linguaggio colloquiale e talvolta volgare per sottolineare la sua frustrazione e indignazione verso chi non vede l'importanza delle persone nella pianificazione urbana.

Conclusioni

Il monologo di Serena Bruno evidenzia come il cinema possa essere uno strumento di critica sociale e di cambiamento. Attraverso la voce di Serena, il film sfida le norme convenzionali e invita gli spettatori a riconsiderare il valore e l'importanza delle zone comuni negli spazi urbani, così come il ruolo degli architetti come agenti di cambiamento sociale.

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