Monologo - Sean Penn in \"Mystic River\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo, recitato da Sean Penn nel ruolo di Jimmy Markum in "Mystic River", è uno dei momenti più intensi del film. Jimmy, un uomo spezzato dalla perdita della figlia Katie, svela in queste parole il peso schiacciante del suo dolore e della sua incapacità di elaborarlo. Eastwood, attraverso la scrittura e la messa in scena, ci mostra un padre intrappolato tra rabbia, senso di colpa e impotenza. Il monologo è emblematico del personaggio di Jimmy e della sua complessità emotiva: un uomo che, pur essendo cresciuto in un ambiente violento, vive un lutto che lo riconduce a una vulnerabilità disarmante, amplificando il conflitto tra il desiderio di vendetta e l’impossibilità di accettare la perdita.

Mia figlia è morta e io non piango...

MINUTAGGIO: 48:20-51:00

RUOLO: Jimmy Markum
ATTORE:
Sean Penn
DOVE:
Netflix


INGLESE

It’s nice, isn’t it? Just to sit out here. Yeah. I couldn’t stand looking through the fridge to find room for all that food… we’re gonna throw away in the next few days. Lot of waste, huh? Yeah. I just can’t let anything get fucked up in these next few days. Because it’s all anybody will remember about her. One thing you could say about Katie, even when she was little… that girl was neat. When I got out of the joint… you know, after Marita died… I remember, I was more afraid of my little daughter… than I ever was of being in prison. I loved her… most… because when we were sitting in that kitchen that night… it was like we were the last two people on Earth. You know, forgotten. Unwanted. And it’s really starting to piss me off, Dave, because I can’t cry for her. My own little daughter, and I can’t even cry for her. Jimmy. You’re crying now. Yeah, damn. I just want to hug her one more time. She was 19 fucking years old.



ITALIANO


Si sta bene, no? Seduti qua fuori. I vicini e i parenti ci hanno portato tanta di quella roba da mangiare che dovremo buttarne via la metà tra qualche giorno. Io dovrò stare attento e fare in modo che tutto fili liscio, in questi giorni, sennò… gli altri di lei ricorderanno solo brutte cose. E se c’è una cosa che si può dire di Katie fin da quando era piccola è che era unica. Quando sono uscito di galera… sai, dopo… la morte di Marita… ricordo di aver provato più apprensione per la mia bambina, che per me quando ero in prigione. Le volevo bene, soprattutto, perché a quel tavolo di cucina quella sera era come se fossimo le ultime due persone sulla terra, da tutti dimenticati, rifiutati. E quello che più mi fa incazzare, Dave è che non riesco a piangere per lei. La mia bambina perduta e io non riesco a piangere per lei. O voglio solo abbracciarla un’ultima volta. Cazzo, aveva soltanto diciannove anni.

Mystic River

Parliamo di "Mystic River", un film del 2003 diretto da Clint Eastwood, tratto dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane. È una storia di colpa, dolore e vendetta, ambientata nei sobborghi operai di Boston. Eastwood, con il suo stile asciutto e intenso, racconta la vita di tre amici d'infanzia che vengono segnati da un evento traumatico e le cui vite si incrociano nuovamente trent'anni dopo in circostanze altrettanto drammatiche. Il film si apre negli anni ’70, quando Jimmy Markum, Sean Devine e Dave Boyle sono tre ragazzini che crescono in un quartiere popolare. Una giornata spensierata viene sconvolta quando Dave viene rapito da due uomini che si spacciano per poliziotti e tenuto prigioniero per giorni, subendo abusi terribili. Questo evento segna la fine della loro innocenza e getta un'ombra sulle loro vite.


Trent'anni dopo, i tre uomini si sono allontanati, ma vivono ancora nello stesso quartiere:


Jimmy Markum (Sean Penn) è un ex criminale diventato proprietario di un negozio, apparentemente redento, ma ancora legato al codice della strada.


Sean Devine (Kevin Bacon) è diventato un detective della polizia, ma vive un’esistenza solitaria e alienata, con un matrimonio in crisi.


Dave Boyle (Tim Robbins), segnato profondamente dal trauma dell'infanzia, conduce una vita tranquilla ma inquietante, con una moglie che lo ama ma che inizia a dubitare di lui.


Le loro strade si incrociano di nuovo quando Katie, la figlia diciannovenne di Jimmy, viene trovata brutalmente assassinata. Jimmy, devastato dal dolore, giura vendetta e inizia a cercare il colpevole con l'aiuto di alcuni vecchi amici malavitosi. Nel frattempo, Sean e il suo collega Whitey (Laurence Fishburne) vengono assegnati al caso e iniziano un’indagine che svela tensioni sopite e segreti nascosti.


Il comportamento di Dave, sempre più strano e inquietante, lo rende il principale sospettato, specialmente quando torna a casa con una mano ferita la notte dell'omicidio di Katie. Racconta una storia poco convincente alla moglie Celeste (Marcia Gay Harden), dicendo di aver ucciso un uomo che lo aveva attaccato. Celeste, spaventata, inizia a credere che suo marito possa essere l'assassino di Katie e confida i suoi sospetti a Jimmy.

Il film prosegue con un crescendo di tensione: mentre Sean si avvicina alla verità, Jimmy prende in mano la situazione. Convinto che Dave sia colpevole, lo affronta personalmente in una scena carica di dramma e disperazione. Dave, pur dichiarandosi innocente dell’omicidio di Katie, viene sopraffatto dalla forza e dal desiderio di vendetta di Jimmy. La verità sull’assassinio viene alla luce solo alla fine, in un colpo di scena amaro che rivela quanto la tragedia e il sospetto abbiano distrutto vite innocenti.

Analisi Monologo

Il monologo si sviluppa come una conversazione apparentemente intima e tranquilla tra Jimmy e Dave, ma sotto questa superficie si percepisce una tensione emotiva crescente. Jimmy sembra voler mantenere il controllo, parlando del sostegno dei vicini e dei parenti, ma le sue parole rivelano una frustrazione sottile: il cibo in eccesso, i convenevoli di circostanza, l'apparente normalità che stride con il caos dentro di lui. È un uomo che tenta di aggrapparsi ai gesti della quotidianità, ma la sua mente è già sopraffatta dal lutto.


Jimmy descrive Katie come un’alleata, un rifugio durante i momenti più bui della sua vita, come la prigionia e la morte della moglie Marita. Questo ricordo, reso con un tono che sembra quasi affettuoso, lascia intravedere quanto fosse profonda la loro relazione. La frase "quella sera era come se fossimo le ultime due persone sulla terra" ci parla di un legame intimo e assoluto, un’unità che ora sente irrimediabilmente spezzata. Katie, per Jimmy, non era solo sua figlia: era una ragione di speranza, una parte della sua redenzione.


Qui il monologo vira verso un tono più cupo e amaro. Jimmy confessa qualcosa di inaspettato e doloroso: "Quello che più mi fa incazzare, Dave, è che non riesco a piangere per lei." Questa frase è il cuore del monologo, perché rivela la sua vulnerabilità più profonda. Jimmy, un uomo abituato a sopravvivere in un mondo duro, si rende conto che persino il dolore lo ha lasciato bloccato. Non riesce a esternare le sue emozioni e questo lo devasta ancora di più.


Non solo ha perso Katie, ma sente di aver perso anche una parte di sé stesso. Il monologo termina con una nota quasi disperata: "Cazzo, aveva soltanto diciannove anni." Questo grido soffocato è il culmine emotivo del discorso, un’implosione che riassume tutto ciò che Jimmy non riesce a esprimere con le lacrime. La rabbia e la tristezza si mescolano, lasciandolo in bilico tra il bisogno di vendetta e il desiderio di un’impossibile riconciliazione con il passato.

Conclusione

Il monologo di Jimmy è uno dei momenti più potenti di "Mystic River" perché racchiude tutta la tragedia del personaggio e del film stesso. Rappresenta non solo il dolore di un padre che ha perso la figlia, ma anche la complessità di un uomo che non sa come affrontare le proprie emozioni. La lotta di Jimmy contro la sua incapacità di piangere lo rende umanamente fragile, ma anche pericoloso, poiché questa frustrazione lo spinge verso scelte irreversibili.

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