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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel cuore di "7 giorni per farti innamorare", il personaggio di Valeria emerge come una figura carismatica e complessa, capace di fondere intelligenza, sarcasmo e un cinismo disarmante. Un momento cruciale per comprendere la sua personalità e il suo conflitto interiore è rappresentato dal monologo che tiene durante una lezione di seduzione. In questa scena, Valeria decostruisce le dinamiche relazionali tra uomini e donne con una freddezza quasi scientifica, riducendo l’attrazione a un insieme di istinti biologici.
MINUTAGGIO: 20:14-24:32
RUOLO: Valeria
ATTRICE: Serena Rossi
DOVE: Netflix
ITALIANO
Sopravvivere. Siamo su questa terra per uno scopo ben preciso: sopravvivere e riprodurci. Ecco per cosa siamo stati progettati. Per questo il sesso è così piacevole. Se non lo fosse noi non lo faremmo più e noi ci estingueremmo. Tu, con gli occhialoni. Qual'è la prima cosa che guardi in una donna? Allora, diciamo che la guardi negli occhi per essere sicuro che lei non ti stia guardando così poi sei libero di guardarle le tette. Come ti chiami? Fabrizio, non preoccuparti, è normale. Baise, fianchi larghi, un bel culo sodo, sono sintomi di fertilità. E il tuo istinto cerca giovinezza e fertilità, perché sei programmato per riprodurti. Vedete, il nostro cervello semplicemente risponde a stimoli genetici. Perché noi siamo ancora quello che siamo stati per milioni di anni: uomini primitivi. E la donna invece? Che cosa cerca invece la donna? Che cosa stimola la sua attrazione. Può darsi. Una buona macchina è sintomo di ricchezza, e quindi di valore sociale. Una donna cerca il capobranco. Qualcuno in grado di proteggere i suoi cuccioli. Tu con la cravatta. Ma che non sei d'accordo? Aspetta, aspetta, aspetta, ma tu sei lo sfigatello dell'altra sera? Hai deciso di iscriverti, bravo! Ragazzi, ma lui è il nostro Macho Man. Abbiamo un Macho Man. Sei Macho Man, no? Senti, Giulio, ma tu con le donne come te la cavi? Apparte l'altra sera, intendo. Ma bene come... Cioè, quanto tempo è che non eserciti. Facciamo una cosa, ti aiuto io. Proviamo a quantificare in euro, quanto hai pagato l'ultima volta? No, c'erano le lire, non mi dire. Stai seduto, stavamo scherzando. Giulio, Giulio, Giulio, Giulio. Che cos'è che ti ha attratto di me l'altra sera? Tu vuoi negare di essere stato attratto da me? E' normale, Giulio. Sei maschio. E i maschi cercano donne giovani e fertili, ma chiariamo è. Maschi e femmine hanno strategie completamente diverse. I maschi producono milioni di spermatozoi, perciò puntano alla quantità. Le donne invece, producono un solo ovulo fertile ogni 28 giorni circa. E' per questo che devono scegliere con attenzione a chi donare i propri ovuli.
"7 giorni per farti innamorare" si sviluppa come una commedia romantica che intreccia situazioni ironiche, conflitti personali e il riscatto emotivo del protagonista. Alla base della storia c'è Giulio, un uomo che si trova a rimettere in discussione la sua vita dopo una doppia crisi: il tradimento della fidanzata Giorgia e la difficoltà a trovare un nuovo equilibrio lavorativo. Questo punto di partenza dà il via a un percorso di trasformazione, dove Giulio si trova immerso in un mondo di dinamiche relazionali inedite.
La transizione di Giulio da giornalista economico serio a collaboratore di una rivista di lifestyle maschile è il primo snodo narrativo significativo. Incaricato di scrivere articoli sulla seduzione, Giulio incontra Valeria, una donna cinica ma affascinante che lo introduce al suo metodo per "conquistare una donna in sette ore". La loro relazione si costruisce su una serie di lezioni che non sono solo pratiche, ma diventano momenti di introspezione per entrambi i personaggi.
Mentre Giulio si avventura in questo mondo, il suo obiettivo iniziale è riconquistare Giorgia, ma il vero motore della storia è l'evoluzione del suo rapporto con Valeria. Lei, segnata da un passato difficile e da una visione disillusa dell'amore, trova in Giulio un inaspettato spiraglio di autenticità.
Giulio rappresenta un uomo che, nonostante le difficoltà, è disposto a mettersi in discussione. Cambia non solo per adattarsi al nuovo ambiente lavorativo, ma anche per riscoprire chi è davvero e cosa desidera. Valeria si nasconde dietro una facciata di cinismo, ma il suo rapporto con Giulio la porta a confrontarsi con le proprie paure e il dolore legato all’abbandono materno. Entrambi i protagonisti imparano a guardare oltre le loro insicurezze e a riconoscere il valore delle connessioni autentiche. Giulio rifiuta Giorgia non per ripicca, ma perché comprende di meritare un amore vero, libero da compromessi.
La dichiarazione finale di Valeria e la decisione di Giulio di lavorare a Napoli per restare con lei coronano un percorso di crescita personale per entrambi. È un finale che celebra il superamento delle proprie paure e il coraggio di scegliere la felicità, senza dimenticare le proprie ambizioni.
Questo monologo di Valeria è emblematico per comprendere il suo personaggio e il suo approccio alle relazioni umane, intriso di cinismo e pragmaticità.
Valeria tiene una lezione sulla seduzione e, più in generale, sulle dinamiche relazionali. Il tono è provocatorio e ironico, mirato a smantellare le illusioni romantiche e ridurre l'attrazione umana a una questione puramente biologica e istintiva. La scena serve a definire il suo carattere, ma anche a mettere in luce il conflitto interiore che vive: il suo cinismo non è altro che una maschera per proteggersi dalla vulnerabilità.
“Sopravvivere. Siamo su questa terra per uno scopo ben preciso: sopravvivere e riprodurci.” Valeria apre con una dichiarazione universale che pone il sesso e la riproduzione come elementi centrali dell’esistenza umana. Questa impostazione da “lezione” serve a confermare la sua competenza e autorità in materia, ma il tono volutamente riduttivo svela il suo disincanto verso le emozioni umane.
“Tu, con gli occhialoni. Qual è la prima cosa che guardi in una donna? [...] Baise, fianchi larghi, un bel culo sodo, sono sintomi di fertilità.” Qui Valeria utilizza il sarcasmo per esporre la presunta “programmazione biologica” dell’uomo, descrivendo il desiderio maschile in termini quasi meccanici. C’è un intento duplice: far sentire Giulio e gli altri uomini osservati e giudicati con lo stesso sguardo oggettivante che spesso viene riservato alle donne, e sottolineare l’idea che le scelte dell’uomo siano istintive più che razionali.
“La donna invece? [...] Una buona macchina è sintomo di ricchezza, e quindi di valore sociale. Una donna cerca il capobranco.” Valeria applica lo stesso schema analitico alle donne, riducendo anche i loro desideri a strategie evolutive. È interessante notare come qui il suo tono diventi quasi accusatorio: il suo cinismo nei confronti delle dinamiche maschili si estende anche a quelle femminili, mostrando una visione complessivamente pessimistica dei rapporti umani.
“Aspetta, aspetta, aspetta, ma tu sei lo sfigatello dell'altra sera? [...] Giulio, Giulio, Giulio, Giulio.” In questa sezione, Valeria passa dal tono accademico alla provocazione personale. Il bersaglio è Giulio, che rappresenta per lei un caso lampante di “maschio in difficoltà”. Questo passaggio non solo aggiunge umorismo alla scena, ma evidenzia anche la fragilità di Giulio e la posizione dominante di Valeria in questo momento della storia.
“Maschi e femmine hanno strategie completamente diverse. [...] Le donne [...] devono scegliere con attenzione a chi donare i propri ovuli.” Valeria conclude ribadendo la differenza tra uomini e donne in termini evolutivi, con una sintesi che sembra definitiva. Questa “spiegazione scientifica” è, in fondo, un modo per nascondere la propria insicurezza.
Il monologo di Valeria non è soltanto un’esposizione brillante e ironica delle dinamiche di genere, ma anche una finestra aperta sulle sue fragilità. La sua visione riduttiva e cinica dell’amore si rivela una maschera, costruita per proteggersi dalle sue paure più profonde. La provocazione nei confronti di Giulio e il suo tono di superiorità nascondono un’inquietudine che lo stesso Giulio, con la sua autenticità, riesce lentamente a smuovere.
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