Monologo - Sigourney Weaver in \"Aliens: Scontro finale\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Ellen Ripley si colloca in una delle scene più tese di Aliens (1986). Dopo aver affrontato il massacro causato dagli Xenomorfi, Ripley smaschera il vero antagonista umano del film: Carter Burke, l’uomo della Weyland-Yutani che ha orchestrato il disastro per ottenere un ritorno economico personale. La scena avviene in un momento di relativa tregua, quando i superstiti si riorganizzano e Ripley espone il piano crudele di Burke di usare lei e Newt come cavie per portare segretamente gli embrioni alieni sulla Terra. È un momento in cui la sua frustrazione, la sua rabbia e il suo disprezzo emergono in maniera diretta e senza filtri.

Lui voleva ucciderci

MINUTAGGIO: 1:34:56-1:35:54

RUOLO: Ellen Ripley
ATTRICE:
Sigourney Weaver
DOVE:
Disney+



INGLESE


He figured that he could get an alien back through quarantine... if one of us was impregnated- whatever you call it- and then frozen for the trip home. Nobody would know about the embryos we were carrying- me and Newt. The only way he could do it... is if he sabotaged certain freezers on the way home. Namely yours. Then he could jettison the bodies and make up any story he liked. You know, Burke, I don't know which species is worse. You don't see them f*cking each other over for a goddamn percentage.



ITALIANO


Lui pensava di far superare a un alieno la rete sanitaria, cercando di fare impregnare Newt e me. Poi la refrigerazione per il ritorno a casa l’avrebbe aiutato. Nessuno avrebbe saputo degli embrioni che avremmo portato io e Newt. Si, il solo modo in cui poteva impedirvi di parlare era sabotare qualche congelatore tornando a casa. Vale a dire il vostro. Poi poteva lanciare fuori i vostri cadaveri, e inventare qualunque storia volesse. Sai, Burke, io non so proprio quale specie sia peggiore. Loro non li vedi fregarsi l’uno con l’altro per una sporca percentuale.

Aliens

Aliens (1986), diretto da James Cameron, è il sequel di Alien (1979) di Ridley Scott. Se il primo film era un horror claustrofobico con una creatura solitaria che seminava il terrore, Aliens trasforma la storia in un film d'azione e guerra, con una Ripley molto più combattiva e un’intera squadra di marines spaziali pronti allo scontro. Dopo essere sopravvissuta agli eventi del primo film, Ellen Ripley (Sigourney Weaver) viene ritrovata alla deriva nello spazio, in ipersonno, e riportata sulla Terra. Sono passati 57 anni e la sua testimonianza sull’alieno letale viene accolta con scetticismo. Nel frattempo, la colonia umana stabilita su LV-426 – il pianeta dove l'equipaggio della Nostromo aveva trovato l’uovo alieno – ha interrotto ogni comunicazione.


La Weyland-Yutani Corporation, che ha interessi economici nella colonia, decide di inviare una squadra di marines spaziali per indagare e convince Ripley a unirsi alla missione come consulente. Ripley è riluttante, segnata dal trauma vissuto, ma accetta per affrontare le proprie paure. Una volta arrivati su LV-426, i marines scoprono che la colonia è stata devastata e i coloni sono scomparsi. L’unica sopravvissuta è una bambina, Newt, che si è nascosta nei condotti della struttura. Presto si rendono conto che la colonia è stata sopraffatta dagli Xenomorfi, creature numerose e organizzate, guidate da una Regina.


La missione si trasforma rapidamente in una lotta per la sopravvivenza: i marines vengono decimati, le munizioni scarseggiano e la nave che doveva recuperarli viene distrutta. Ripley assume il comando, decisa a salvare Newt e a eliminare la minaccia aliena una volta per tutte. Nel climax finale, affronta la Regina Xenomorfa in un duello dentro la stiva della Sulaco, usando l’iconico esoscheletro da carico.

Analisi Monologo

Ripley costruisce il discorso con una logica ferrea, smontando ogni possibile difesa di Burke. Parte ricostruendo il piano nei dettagli: far impregnare lei e Newt con gli embrioni alieni, poi far morire gli altri membri della squadra sabotando i congelatori per il viaggio di ritorno e infine liberarsi dei cadaveri per coprire le prove. Ogni passaggio è esposto con freddezza, come se volesse mettere Burke di fronte alla sua stessa spietatezza.


Il momento più incisivo arriva con la chiusura del monologo: "Sai, Burke, io non so proprio quale specie sia peggiore. Loro non li vedi fregarsi l’uno con l’altro per una sporca percentuale." Qui Ripley ribalta la prospettiva: gli Xenomorfi, per quanto letali, seguono un istinto biologico, mentre Burke è mosso dalla cupidigia. Non è un mostro alieno, ma umano. Il sottotesto è chiaro: la vera minaccia non è sempre esterna, a volte viene dall’interno, da chi antepone il profitto alla vita umana.


Sigourney Weaver carica questa battuta di un disprezzo profondo. Non è solo un'accusa, è una sentenza. Non sta cercando di convincere Burke o di negoziare: lo ha già condannato moralmente.

Conclusione

Questo monologo è un punto chiave del film. Parla di tutto ciò che la Weyland-Yutani rappresenta: un capitalismo privo di etica che sfrutta senza scrupoli. Qui Ripley è diventata una testimone della natura distruttiva dell’avidità umana. La scena cementa ancora di più la sua figura di eroina. Ripley combatte gli Xenomorfi, ma anche chi li usa per il proprio tornaconto. E lo fa con parole precise, con uno sguardo che non lascia spazio a dubbi.

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