Monologo- Javier Bardem da \"Skyfall\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Interpretare il monologo di Raoul Silva in Skyfall è un’opportunità affascinante e complessa. Questo momento mette in luce non solo la devastazione personale del personaggio, ma anche il suo lato manipolatore, trasformando una semplice storia in una metafora inquietante e potente. Silva utilizza un tono seducente e ambiguo per trascinare James Bond in un gioco di tensione psicologica, costruendo lentamente un'atmosfera che rivela il suo risentimento e il suo desiderio di vendetta.

TOPI

MINUTAGGIO: 1:10:35-1:12:29
RUOLO: Raoul Silva

ATTORE: Javier Bardem
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


Hello, James. Welcome. Do you like the island? My grandmother had an island. Nothing to boast of. You could walk around it in an hour, but still it was, it was a paradise for us. One summer, we went for a visit and discovered the place had been infested with rats! They'd come on a fishing boat and gorged themselves on coconut. So how do you get rats off an island? Hmm? My grandmother showed me. We buried an oil drum and hinged the lid. Then we wired coconut to the lid as bait and the rats would come for the coconut, and… They would fall into the drum. And after a month, you have trapped all the rats, but what do you do then? Throw the drum into the ocean? Burn it? No. You just leave it and they begin to get hungry. And one by one… They start eating each other, until there are only two left. The two survivors. And then what? Do you kill them? No. You take them and release them into the trees, but now they don't eat coconut anymore. Now, they only eat rat. You have changed their nature. The two survivors. This is what she made us.



ITALIANO


Ciao James, benvenuto. Ti piace l’isola? Mhm? Mia nonna aveva un’isola. Niente di cui vantarsi, si poteva girare in un’ora, ma era comunque un paradiso, per noi .Un’estate andammo a farle visita, e scoprimmo che la casa era infestata dai topi. Erano arrivati con un peschereccio e s’erano rimpinzati di cocco. Come si mandano via i topi da un’isola, mhm? Me lo insegnò mia nonna. Interrammo un barile con una molla e un coperchio, poi come esca collegammo il cocco al coperchio. I topi golosi si avvicinarono e… boing boing boing boing. Caddero nel barile. E dopo un mese, avevamo intrappolato tutti i topi. Ma poi che cosa ci fai. Butti il barile nell'oceano, lo bruci… no. Lo lasci dov’è. E loro cominciano ad avere fame. E poi uno a uno iniziano a mangiarsi fra loro, finché ne rimangono soltanto due, i sopravvissuti. E allora che fai, li uccidi? No, li prendi e li liberi sugli alberi. Ma non mangiano più le noci di cocco, ormai, ora mangiano solo topi. Hai cambiato la loro natura. Ecco cosa lei ha fatto di noi.

SKYFALL

"Skyfall" è un capitolo che rappresenta una svolta interessante nella saga di James Bond. Uscito nel 2012 e diretto da Sam Mendes, si inserisce nel contesto dei film di Bond interpretati da Daniel Craig, con uno stile visivo e narrativo che rompe con la tradizione del puro intrattenimento per esplorare un Bond più umano, ferito, ma anche resiliente.


La storia parte con un attacco diretto alla stessa MI6. Durante una missione a Istanbul, Bond viene ferito gravemente e lasciato creduto morto in una scena d’apertura che stabilisce immediatamente un tono cupo e introspettivo. Con il suo apparente decesso, l’agenzia segreta è lasciata in crisi. Quando un misterioso hacker e terrorista, Raoul Silva, inizia a orchestrare una serie di attentati contro l’intelligence britannica, Bond torna in servizio, anche se indebolito sia fisicamente che mentalmente.


Silva, interpretato da Javier Bardem, è un ex agente dell’MI6 con un passato complesso. La sua missione è strettamente personale: cerca di distruggere M (Judi Dench) per ciò che lui percepisce come un tradimento. Silva è un villain affascinante, quasi speculare a Bond, con il suo carisma e la sua follia lucida. Questa caratterizzazione sfumata e ambigua fa emergere uno dei temi centrali del film: la lealtà e il legame familiare, non di sangue ma di "scelte".


Con “Skyfall”, Bond si confronta con le sue stesse radici, tanto che, in un crescendo simbolico, torna alla sua casa d'infanzia in Scozia, chiamata appunto "Skyfall". Qui, insieme a M e a un fidato custode della proprietà, Bond si prepara a un’ultima resistenza, in una battaglia finale che non si svolge in un ambiente ipertecnologico o glamour, ma in un vecchio casale, in una natura selvaggia, quasi un ritorno alla sua origine e alla dimensione più autentica del personaggio.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo pronunciato da Javier Bardem in Skyfall è una vera gemma. Racconta la storia dei topi intrappolati, un’analogia che Raoul Silva usa per spiegare il modo in cui l’MI6 (e in particolare M) ha cambiato lui e Bond, rendendoli “predatori” in una giungla fatta di tradimenti, isolamento e lotta per la sopravvivenza. Vediamo più nel dettaglio i vari livelli del discorso di Silva e cosa ci rivelano sul personaggio.


Silva introduce la storia dell'isola della nonna come un aneddoto familiare, quasi un ricordo d’infanzia innocuo, ma inizia rapidamente a deviare verso il macabro. La storia dei topi intrappolati, che alla fine si trasformano in cannibali per sopravvivere, è una rappresentazione delle condizioni a cui Silva (e, a suo avviso, anche Bond) sono stati sottoposti: manipolati, usati e costretti a diventare delle creature non più governate da una morale comune, ma piuttosto da una logica di sopravvivenza estrema e di vendetta.

Questo processo di trasformazione riflette una disumanizzazione forzata, indotta da un sistema freddo e crudele che considera gli agenti come strumenti sacrificabili. I topi, che inizialmente si nutrivano di cocco, erano innocui, ma la loro fame disperata li ha trasformati. Così Silva, un tempo leale agente dell’MI6, è stato spinto verso una condizione in cui la vendetta e il risentimento sono divenuti il suo unico nutrimento. Da semplice strumento dello Stato, è ora una “bestia” che agisce secondo le proprie regole, o meglio, secondo quelle che M ha instillato in lui.


Quando dice “hai cambiato la loro natura”, Silva sottolinea il concetto di irreversibilità. Questi topi, ora, non mangiano più cocco ma si nutrono solo di altri topi. È un modo per dire che, una volta infranta la loro umanità, lui e Bond non possono tornare indietro. Sono diventati strumenti spietati, capaci di qualsiasi azione necessaria per sopravvivere. Questo ci porta al cuore del personaggio di Silva: non è un villain semplicemente “malvagio”, ma un uomo distrutto e trasformato dal sistema in un mostro che non può più vivere secondo le regole comuni, esattamente come quei topi che, liberati sugli alberi, non saranno mai più gli stessi.


In questo monologo, Silva cerca di trascinare Bond nel proprio mondo, suggerendo che anche lui è stato trasformato nello stesso modo. Silva vuole far emergere in Bond la consapevolezza che loro due sono essenzialmente lo stesso tipo di creatura, prodotti dello stesso sistema che li ha prima nutriti e poi abbandonati. È come se cercasse di stabilire un’alleanza di vittime: "Ecco cosa lei ha fatto di noi" è una frase volutamente inclusiva, in cui Silva cerca di persuadere Bond che condividono la stessa natura e lo stesso destino, entrambi vittime e carnefici allo stesso tempo.

Javier Bardem dà al monologo un’interpretazione perfetta, passando dal tono narrativo quasi rilassato all’ombra della minaccia latente. Mentre racconta, costruisce un’atmosfera di tensione e ambiguità: è un personaggio che gioca con Bond e con lo spettatore, mostrando una calma che cela una furia devastante. Silva racconta la storia con un sorriso quasi morboso, un gesto che sottolinea la sua insensibilità e la sua freddezza, mentre rivela quanto il tradimento lo abbia trasformato. L’ambiguità di Bardem fa percepire Silva come una figura tragica, un uomo che è stato plasmato e corrotto fino a diventare l’incarnazione della vendetta.


Il monologo è anche una riflessione sulla lealtà e sul tradimento. Silva si sente tradito da M, che ha deciso di sacrificare lui e, in modo simile, tutti i suoi agenti in nome di una causa superiore. La storia dei topi è una sorta di vendetta simbolica: Silva sta raccontando a Bond cosa accade quando si gioca con la vita delle persone, trattandole come pedine. È una sorta di avvertimento e, allo stesso tempo, una dichiarazione di guerra.

CONCLUSIONE

Per interpretare appieno questo monologo, è essenziale immergersi nel dolore e nel cinismo di Silva, un uomo che ha trasformato la sua sofferenza in una missione spietata. Con il giusto equilibrio tra controllo e vulnerabilità, si può trasmettere tutta la disumanizzazione che lo ha cambiato, rendendo ogni parola un’arma. La sfida è fare emergere questa sottile linea tra il predatore e la vittima, il fascino e la minaccia.

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