Monologo Femminile - Porta aperta, porta chiusa in \"La stanza accanto\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Martha in La stanza accanto è un momento di intensità emotiva e narrativa. Almodóvar lo costruisce come un meccanismo perfetto, un dialogo che combina freddezza razionale e tensione emotiva, rivelando il cuore del film: la complessità delle scelte umane di fronte alla morte. Pronunciato da un personaggio che cerca di mantenere il controllo in una situazione di vulnerabilità estrema, questo discorso riflette temi universali come il peso del segreto, la gestione del dolore e il tentativo disperato di semplificare l’inevitabile per chi resta.

PORTA CHIUSA, PORTA APERTA

MINUTAGGIO: 1:00:30-1:03:40

RUOLO: Martha

ATTRICE: Tilda Swinton
DOVE: Al cinema



ITALIANO


Ho lasciato la pillola nel primo cassetto del mio comodino. Se mi dimentico, cosa che è improbabile, tu me lo ricorderai. E preferisco non parlare più di questo, per favore. Lascerò una lettera firmata per la polizia in cui rivelo ogni cosa, incluso il nome della pillola e dove l'ho presa. Il tuo nome non comparirà da nessuna parte. Non dovrai fare altro che dire di non sapere un bel niente. Non cambiare versione. Non ti voglio dare nessuna altra informazione, meno sai, meglio è. E... c'è una cosa importante. Io dormirò con la porta aperta, e il giorno in cui la troverai chiusa vorrà dire che è già avvenuto. E' il segnale. Porta chiusa. Lo so che è difficile, ma tu pensa che siamo in vacanza. Puoi scrivere, possiamo andare e venire.

LA STANZA ACCANTO

"La stanza accanto" è un film del 2024 diretto da Pedro Almodóvar, segnando il suo debutto in un lungometraggio in lingua inglese. Il film è un adattamento del romanzo "Attraverso la vita" di Sigrid Nunez e vede protagoniste Tilda Swinton nel ruolo di Martha e Julianne Moore in quello di Ingrid.


La trama segue la storia di Martha, una reporter di guerra affetta da un cancro terminale, che decide di porre fine alla sua vita in modo dignitoso. Per realizzare questo proposito, si rivolge a Ingrid, una sua vecchia amica e scrittrice di successo, con la quale aveva interrotto i rapporti anni prima a causa di un litigio. Ingrid accetta di assisterla nel suicidio assistito, e insieme si ritirano in una casa isolata nel New England, immersa nella natura, dove trascorrono gli ultimi giorni di Martha riflettendo sulla loro amicizia, le scelte di vita e la morte.


Il film affronta temi complessi come l'eutanasia, l'amicizia e la ricerca di dignità nel fine vita, mantenendo il tocco distintivo di Almodóvar nel trattare argomenti profondi con sensibilità e umorismo. "La stanza accanto" è stato presentato in anteprima mondiale alla 81ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Leone d'oro al miglior film.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo di Martha è un concentrato di tensione emotiva e controllo razionale, un mix che Pedro Almodóvar è maestro nel creare. Martha sta parlando di qualcosa di straordinariamente difficile: la sua decisione di affrontare la morte in modo autonomo. Il linguaggio, secco e quasi burocratico, tradisce la volontà di razionalizzare una situazione che è carica di emozioni devastanti. Questa scelta stilistica nel monologo riflette il suo bisogno di mantenere il controllo di fronte a una realtà che sfugge completamente a qualsiasi dominio umano.


L’uso di frasi come Non ti voglio dare nessuna altra informazione, meno sai, meglio è è una misura di protezione per l’altra persona, ma anche per sé stessa. Martha si sta costruendo una barriera emotiva per non affrontare fino in fondo il peso della sua decisione.


La porta aperta o chiusa diventa un simbolo potentissimo. È una metafora semplice ma viscerale per rappresentare il confine tra la vita e la morte. Il fatto che Martha non voglia affrontare direttamente il momento in cui la decisione sarà stata presa (o, meglio, realizzata) è cruciale: la porta chiusa diventa il segnale muto, il modo di comunicare l’indicibile. Questo gesto amplifica il senso di isolamento e il bisogno di non gravare sull’altro.


Almodóvar è noto per usare i silenzi e le omissioni quanto i dialoghi espliciti. In questo monologo, la frase Non cambiare versione sottolinea il peso del segreto, e il richiamo al “meno sai, meglio è” riflette una dinamica classica delle sue opere: i personaggi si proteggono a vicenda non solo da un mondo esterno giudicante, ma anche dai propri conflitti interiori.


La scelta di non parlare ulteriormente dell’argomento è anch’essa significativa. Qui Martha vuole spostare la conversazione verso la quotidianità, ma il suo riferimento finale al "pensa che siamo in vacanza" è tragicamente ironico: sa bene che l’altro non potrà mai realmente vivere quella condizione come qualcosa di normale.

Il monologo è permeato dalla necessità di controllo, ma anche dalla consapevolezza di quanto questo controllo sia precario. La pillola nel comodino, la lettera per la polizia, la porta chiusa: ogni elemento è studiato per evitare complicazioni e, al contempo, per semplificare le cose a chi resta. È una coreografia della fine, nella quale ogni passo deve essere seguito con precisione.


Almodóvar qui cattura un elemento fondamentale della condizione umana: il tentativo di esercitare un potere su ciò che è, per definizione, fuori dal nostro controllo. L’eutanasia, un tema raramente affrontato con questa profondità nel cinema, diventa il prisma attraverso cui esplorare questa tensione.

CONCLUSIONE

Il monologo di Martha esplora la tensione tra il bisogno di controllo e la consapevolezza della fragilità umana. La porta chiusa, simbolo di una decisione definitiva, risuona come un eco silenzioso che continua a coinvolgere lo spettatore ben oltre la visione. Con questo monologo, il regista spinge il pubblico a riflettere sulla dignità, sull’amore e sul peso delle scelte che ci definiscono, rendendo La stanza accanto un'opera indimenticabile.

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