Monologo - Tom Hanks in \"Non così vicino\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

In Non così vicino, Tom Hanks regala una performance toccante e umana, ma è nel monologo in cui Otto racconta la sua tragica storia personale che il film raggiunge il suo apice emotivo. Questo momento è una chiave che sblocca il cuore del personaggio e rivela il dolore e la complessità che si nascondono dietro il suo comportamento burbero. Attraverso una narrazione che intreccia perdita, resilienza e speranza, il monologo rappresenta il nucleo tematico della pellicola e un punto di svolta per Otto, trasformandolo agli occhi dello spettatore da uomo difficile da comprendere a figura profondamente empatica.

VOGLIO SOLO RAGGIUNGERLA

MINUTAGGIO: 1:39:30-1:42:01
RUOLO: Otto

ATTORE: Tom Hanks
DOVE: Netflix



INGLESE


We had never had a vacation. Sonya was six months pregnant. And she wanted to do something special before the baby came. So we booked a trip to Niagara Falls. On the way back, the bus crashed. There’d been a recall on the brake lines, but the company never had them fixed. Sonya was paralyzed… and we lost our son. After three months, she was finally able to come home. But they had started building the new condos and the community centre and the walkways, none of which were designed for people in wheelchairs. The builders could have changed their plans. But the laws weren’t in place back then, and they didn’t care. I did. I cared. And I was so angry. That’s when they voted me out as head of the homeowners’ association. I wanted to obliterate them all. The builders, and the realtors, and the bus company, the bus driver. I never would have let it go… but for Sonya. Sonya said we had to keep living. That’s what I did. I lived for Sonya. Six months ago she passed away. Cancer. I was going to join her. That’s why I had them disconnect my phone. But now I think she wants me to keep living. And I have things to do.



ITALIANO


Sonya era incinta di sei mesi, e voleva fare qualcosa di speciale prima che arrivasse il bambino. Prenotammo una cena alle cascate del Niagara. Al ritorno l'autobus ebbe un incidente. Avevano segnalato dei freni difettosi, ma l'azienda non li aveva sostituiti. Sonya restò paralizzata e... perdemmo nostro figlio. Dopo tre mesi finalmente tornò a casa, ma avevano cominciato a costruire i nuovi condomini, il circolo ricreativo, i vialetti, e niente era progettato per chi stava sulla sedia a rotelle. Avrebbero potuto cambiare i progetti, ma non c'erano ancora certe leggi all'epoca. E a loro non importava, e a me si. A me importava. Ed ero molto arrabbiato. E fu allora che mi fecero dimettere da capo dell'Associazione proprietari. Io li volevo distruggere tutti. I costruttori, l'azienda dell'autubus, e anche l'autista. Non avrei mai mollato, mai. Me lo chiese Sonya, disse che dovevamo continuare a vivere. E' quello che ho fatto. Ho vissuto per Sonya. Sei mesi fa Sonya è morta. Cancro. Io volevo raggiungerla. Ecco perché non ho più il telefono. Ma ora penso che mi stia chiedendo di vivere. E... ho delle cose da sbrigare.

NON COSI' VICINO

"Non così vicino" (titolo originale: A Man Called Otto) è un film del 2022 diretto da Marc Forster, con protagonista Tom Hanks. Si tratta di un adattamento del romanzo di Fredrik Backman L’uomo che metteva in ordine il mondo (A Man Called Ove) e del relativo film svedese del 2015. È una commedia drammatica che mescola ironia e introspezione, raccontando una storia che alterna momenti di leggerezza a riflessioni profonde sulla solitudine, il lutto e l’importanza delle connessioni umane.


Il film segue Otto Anderson, un uomo burbero e abitudinario che vive da solo in un quartiere tranquillo. È ossessionato dalle regole, dalla routine e dalla mancanza di rispetto per l'ordine. Dopo la morte della moglie, la sua vita ha perso ogni significato e il suo atteggiamento cinico lo rende un personaggio inizialmente difficile da apprezzare. La monotonia di Otto viene interrotta dall’arrivo di una nuova famiglia nella casa accanto: Marisol, una donna vivace e ottimista, insieme a suo marito e ai loro figli. Con il tempo, Otto viene trascinato fuori dal suo guscio e inizia a riscoprire il valore delle relazioni umane, pur continuando a confrontarsi con i fantasmi del suo passato.


La performance di Tom Hanks è il cuore del film. Hanks interpreta Otto con un equilibrio sottile: il suo atteggiamento inizialmente irritante non scade mai nel caricaturale, e il personaggio evolve in modo organico man mano che il film avanza. Attraverso sguardi, piccoli gesti e silenzi, Hanks riesce a trasmettere il peso emotivo che Otto porta con sé.


Otto è intrappolato nel suo dolore per la perdita della moglie, e il film esplora come il lutto possa scollegare una persona dalla società, trasformandola in una versione cinica di sé stessa. Marisol rappresenta la forza rigeneratrice delle relazioni umane, mostrando come l’empatia possa ricucire le ferite emotive. Nonostante il tono malinconico, il film mantiene un registro ironico che alleggerisce la narrazione senza sminuire i temi trattati.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo è uno dei momenti più intensi ed emotivamente densi di Non così vicino. Rappresenta un punto di svolta non solo per il personaggio di Otto, ma anche per la percezione dello spettatore nei suoi confronti.

Il monologo rivela il nucleo della sofferenza di Otto: la perdita devastante della moglie Sonya, un evento che ha segnato la sua vita e definito la sua rabbia verso il mondo. In precedenza, Otto appare come un uomo burbero, scorbutico e ossessionato dall'ordine, ma qui comprendiamo che il suo comportamento è il risultato di anni di traumi e delusioni. Questo momento rimuove la barriera tra il personaggio e lo spettatore, rendendolo vulnerabile e umano.


La narrazione è costruita in modo meticoloso. Otto ci conduce attraverso una sequenza di traumi, ognuno dei quali costruisce il peso della sua vita. Ogni frase è essenziale e porta con sé un nuovo livello di dolore e rassegnazione, fino alla svolta finale:


L’incidente e la perdita del figlio: Questo è il momento in cui il destino inizia a colpire duramente Otto e Sonya. La combinazione di un atto di negligenza (i freni difettosi) con la perdita personale crea un conflitto tra giustizia e impotenza.

La paralisi di Sonya e la battaglia contro le ingiustizie: Qui Otto mostra la sua lotta per dare alla moglie una vita dignitosa, mettendo in luce il suo lato più combattivo. Il contrasto tra la sua determinazione e l'indifferenza del mondo esterno è un tema ricorrente del film.

La morte di Sonya: Questo evento, raccontato con una semplicità disarmante, è il colpo finale che lascia Otto vuoto. La frase "Io volevo raggiungerla" è tanto straziante quanto diretta, svelando senza filtri la depressione e il desiderio di porre fine al suo dolore.

La svolta: Il monologo termina con una riflessione sulla volontà di vivere che Otto attribuisce a Sonya. Questo rappresenta l’inizio del cambiamento, il seme di speranza che lo porta a trovare uno scopo al di fuori di sé stesso.


Hanks interpreta questo monologo con un controllo emotivo impressionante. Non ci sono eccessi né drammatizzazioni superflue; il dolore di Otto emerge attraverso il tono della voce, gli sguardi e i silenzi. La scelta di Hanks di mantenere una calma quasi gelida, interrotta da sottili incrinature nella voce, rende la scena ancora più potente. È come se Otto stesse cercando di proteggersi dal dolore raccontandolo con distacco, ma allo stesso tempo non potesse evitarlo del tutto.


Otto non è un uomo che ha scelto di vivere per qualcun altro. Questo aspetto trasforma il suo lutto in una forma di resilienza che, pur essendo fragile, diventa il motore del suo cambiamento. La storia di Otto non è solo personale; riflette un tema più ampio di indifferenza istituzionale e negligenza. L’incidente, la mancanza di accessibilità per la moglie, e il rifiuto di ascoltarlo da parte della comunità lo trasformano in un uomo amareggiato e arrabbiato. La presenza di Sonya permea tutto il monologo. Anche nella morte, è lei che dà un senso alla vita di Otto. Questa tensione tra passato e presente è centrale per il suo percorso emotivo.Questo monologo non è solo una confessione, ma un momento catartico che segna la transizione del personaggio. La scelta narrativa di farlo arrivare dopo che Otto ha già stabilito una connessione con Marisol rafforza il suo impatto, trasformando un uomo apparentemente insensibile in una figura profondamente umana. Grazie alla performance calibrata di Tom Hanks e alla scrittura intima, questa scena si imprime nella memoria dello spettatore come un punto cruciale del film.

CONCLUSIONE

Questo monologo, è un invito a riflettere sulla capacità umana di trovare un senso anche nelle circostanze più devastanti. Attraverso la storia di Otto, il film ci ricorda che dietro ogni persona c’è un mondo di esperienze che non possiamo vedere, e che le connessioni umane, anche quando sembrano impossibili, possono portare nuova vita e significato. Questo momento non solo dà profondità al personaggio, ma conferisce al film la sua anima, trasformando una storia semplice in un’esperienza universale.

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