Monologo - Tom Schilling in \"Inspira, Espira, Uccidi\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Interpretare il monologo di Björn in Inspira, espira, uccidi significa entrare nei panni di un avvocato disincantato, che recita il suo ruolo con stanchezza e una buona dose di cinismo. Björn difende il signor Cumgul, un cliente discutibile, e nel farlo dipinge un quadro improbabile della sua “stabilità” e “integrazione”. Ogni frase che pronuncia è una finzione stanca, una recita priva di passione ma carica di sottile ironia. Il tono, i gesti e le pause sono essenziali per trasmettere la distanza emotiva e il distacco morale di Björn, un uomo che ormai vede la giustizia come una farsa da recitare e non come un ideale da perseguire.

INNOCENTE...

MINUTAGGIO: 1:30-2:50
RUOLO: Björn

ATTORE: Tom Schilling
DOVE: Netflix



ITALIANO


No, il mio cliente vuole restare in silenzio. Ma vi assicuro che si è trattato di uno sfortunato evento isolato di cui si è profondamente pentito. La sua è stata una reazione impulsiva dovuta alla difficoltà di integrarsi nella nostra società. Il signor Cumgul condivide i nostri valori di matrimonio e di famiglia. L'anello di fidanzamento serviva semplicemente a consolidare la relazione che ha da anni con la fidanzata tedesca. Chiedo che il mandato d'arresto venga ritirato. Non c'è rischio di fuga, di recidiva, o di occultamento di prove. Non c'è motivo di credere che il mio cliente possa darsi alla fuga. Ha una relazione stabile. Praticamente è fidanzato. Per di più ha un lavoro regolare, e una residenta permanente. Vive con i genitori. Ma siamo disposti a pagare una cauzione se questo non dovesse essere sufficiente. Il mio cliente percepisce uno stipendio mensile di circa 1500 euro al mese. Sulla base di questa cifra penso che una cauzione di tremila euro possa andare.

INSPIRA, ESPIRA, UCCIDI

"Inspira, espira, uccidi" è una miniserie che esplora i paradossi della mindfulness portati all'estremo. Tratta dall'omonimo romanzo, segue le vicende di Björn, un avvocato che incarna l’uomo contemporaneo intrappolato tra un lavoro esigente e una famiglia che minaccia di sfaldarsi. La premessa è geniale nella sua semplicità: la mindfulness, disciplina volta a trovare la pace interiore, viene applicata in un contesto che ne ribalta il significato, portando Björn a una progressiva escalation verso soluzioni violente e decisamente non ortodosse per "risolvere" i suoi problemi.


La trama ruota attorno al tentativo di Björn di placare il caos della sua vita professionale e familiare, con una moglie pronta a chiedere il divorzio e una figlia che rischia di perdere. Il tutto prende una piega oscura quando, durante una gita apparentemente innocua con la figlia, scopre nel bagagliaio un cliente particolarmente scomodo: un boss mafioso, narcotrafficante, che sta cercando di sfuggire alla polizia. La situazione lo porta a prendere una decisione drastica e quasi comica nella sua crudeltà: lasciare il boss nel bagagliaio sotto il sole, assicurandosi così che il suo “problema” venga eliminato per sempre.


A partire da questa situazione grottesca, Björn si ritrova invischiato nei loschi affari del boss. L’omicidio, anche se non premeditato, è il primo passo in una spirale che lo porta a una nuova “professione” non proprio legale. Ma, paradossalmente, più si addentra nel mondo criminale, più trova una sorta di equilibrio interiore, quasi come se la violenza e l’illegalità diventassero per lui un’applicazione radicale della mindfulness. I princìpi di calma, concentrazione e distacco, che dovrebbero portare alla pace, si trasformano in un metodo spietato per risolvere i problemi: Björn si libera degli ostacoli nella sua vita, ma lo fa letteralmente, senza riguardo per le conseguenze morali o legali.


La serie si colloca quindi in un limbo tra commedia nera e poliziesco, creando un’atmosfera che sfida le convenzioni di entrambi i generi. La tensione narrativa deriva sia dall’assurdità della situazione sia dal cambiamento del protagonista, che diventa sempre più immerso nel mondo criminale, dove l’essenza della mindfulness trova un’applicazione macabra e sovversiva. Björn è costretto a "sostituire" il boss, ma questa sostituzione assume un valore esistenziale, come se solo nel caos della criminalità potesse finalmente riconciliare le varie parti della sua vita.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Björn offre una finestra precisa sul suo approccio “di facciata” alla giustizia e alla moralità, rivelando tanto il personaggio quanto il contesto satirico della serie. Qui Björn si trova a dover difendere il signor Cumgul, un cliente che, da quanto emerge dal discorso, ha un profilo tutt’altro che impeccabile, nonostante gli sforzi dell’avvocato per presentarlo come un uomo “stabile” e “integrato”.


La scelta delle parole e i toni usati da Björn sono un tentativo stanco di sostenere una narrativa improbabile, un disperato arrampicarsi sugli specchi. L'idea che “si è trattato di uno sfortunato evento isolato di cui si è profondamente pentito” è un classico esempio di difesa manipolativa, in cui Björn sminuisce implicitamente la gravità dell'atto, spostando l'attenzione sulla “fragilità” del cliente, incapace di adattarsi alla società e per questo “impulsivo”. Sta cercando di dare un volto umano a un delinquente, come se Cumgul fosse semplicemente una vittima delle circostanze sociali.


Il dettaglio sull’anello di fidanzamento, con cui Björn cerca di legittimare la relazione di Cumgul, è un’aggiunta ironica: un anello di fidanzamento come prova di “integrazione sociale” e “stabilità familiare” suona esilarante e falso, un tentativo troppo debole per convincere veramente chi ascolta. Anche la descrizione della vita di Cumgul come “quasi fidanzato”, con un “lavoro regolare” e una “residenza permanente con i genitori” lascia intravedere l’assurdità della situazione. Björn costruisce un’immagine standardizzata, quasi ridicola, di una persona “integrata” che alla fine risulta più che altro una caricatura: chi vive con i genitori e guadagna poco più di mille euro al mese non è certo un modello di stabilità, ma Björn insiste in questa rappresentazione stereotipata e grottesca.


Il monologo riflette il vuoto della professione di Björn, un avvocato che si arrabatta tra bugie e mezze verità pur di difendere clienti discutibili. La sua offerta di pagare una cauzione “simbolica” di tremila euro, proporzionata al misero stipendio di Cumgul, è un tocco di surrealismo che sottolinea il disprezzo implicito con cui Björn tratta sia la giustizia che i suoi stessi clienti. Non è una difesa appassionata o sincera, ma una serie di frasi preconfezionate e stanche che cercano di convincere l'interlocutore di una "normalità" che, in realtà, Björn stesso non crede.

SUGGERIMENTI PER L'INTERPRETAZIONE

Interpretare questo monologo richiede di bilanciare la serietà di Björn con una sottile vena di cinismo e ironia, perché la forza della scena sta proprio nella contraddizione tra quello che Björn dice e quello che lui (e chi lo ascolta) sa essere la verità.


1. Tono formale ma stanco


Björn è un avvocato abituato a difendere personaggi di dubbia moralità, quindi il tono dovrebbe essere formale, quasi meccanico, come se stesse recitando un copione che ha già ripetuto mille volte. Trasmetti l’idea di un uomo che ha già detto queste frasi innumerevoli volte e per clienti altrettanto “impresentabili”. Lascia trasparire una sottile stanchezza, come se il personaggio fosse ormai disilluso, quasi rassegnato alla farsa della giustizia.


2. Evitare l’enfasi eccessiva


Non cercare di apparire appassionato o coinvolto; Björn stesso non crede veramente alle sue parole, quindi mantieni il tono neutro, quasi privo di emozione, ma comunque professionale. Non devi difendere davvero il cliente; ti limiti a dire ciò che pensi di dover dire per ottenere il risultato.


3. Ritmo lento e calcolato


Il ritmo dovrebbe essere piuttosto lento e cadenzato, come se Björn stesse pensando alle parole giuste per far sembrare più credibile la sua difesa. Fermati brevemente dopo ogni frase importante (come “ha una relazione stabile” o “praticamente è fidanzato”), quasi come se stessi cercando di convincere te stesso prima ancora che chi ascolta.


4. Sottile ironia nella voce e nel linguaggio del corpo


Questo monologo ha un sottotesto ironico, perché Björn sta cercando di far passare per “integrato” un criminale. Lascia trasparire una leggera vena ironica, magari con piccolissimi accenni di un sorriso appena accennato, soprattutto quando parla di “stabilità” e “integrazione”. Anche un piccolo movimento, come inclinare la testa o sollevare leggermente un sopracciglio, può comunicare al pubblico che Björn è consapevole dell’assurdità della situazione.


5. Sguardo distaccato, senza mai cercare un vero contatto visivo


Björn non ha interesse a coinvolgere emotivamente chi lo ascolta; il suo obiettivo è evitare complicazioni e passare alla prossima causa. Uno sguardo distante o basso, che si sposta solo occasionalmente per guardare l’interlocutore, può suggerire il distacco emotivo che prova nei confronti di questa difesa. Evita di puntare lo sguardo fisso su qualcuno per troppo tempo, trasmettendo così un senso di freddezza professionale.


6. Gioca con il linguaggio corporale rilassato e indifferente


Se la scena permette qualche movimento, potrebbe essere interessante mantenere una postura rilassata, quasi distratta, come se per Björn questa fosse solo una pratica da sbrigare, senza coinvolgimento emotivo. Puoi enfatizzare questa indifferenza passando un dito sulla scrivania, aggiustandoti la cravatta, o guardando distrattamente un punto lontano mentre parli di “stabilità familiare” o “integrazione sociale”.


7. Sottolinea l’assurdità dei dettagli


Alcuni dettagli che Björn menziona, come la relazione del cliente “praticamente fidanzato” o lo stipendio “regolare” da 1500 euro, sono volutamente ironici. Enfatizza leggermente queste frasi, con una pausa o uno sguardo laterale, per accentuare la loro assurdità senza renderla troppo esplicita. È una maniera sottile per far sì che il pubblico colga l’ironia della situazione.


8. Finale con un tono di conclusione


Quando menzioni la cauzione, usa un tono che comunica chiusura, come se volessi dire: “Abbiamo finito qui, passiamo oltre”. La richiesta di una cauzione modesta, in linea con lo “stipendio mensile” del cliente, è un elemento volutamente ridicolo: esprimilo come fosse una formalità senza importanza, per enfatizzare il distacco e il disprezzo implicito con cui Björn tratta la questione.

CONCLUSIONE

La forza interpretativa di questo monologo sta nel bilanciare un’apparente serietà con una vena di disprezzo ironico. Björn sa che le sue parole non hanno vero valore morale e si limita a recitare una difesa di facciata per ottenere ciò che vuole. Con un tono distaccato e una sottile ironia, la sua interpretazione riflette la disillusione di un uomo ormai disincantato dal sistema giudiziario, per cui la giustizia è solo un rituale privo di senso, da ripetere con freddezza e distacco.

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