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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Franco Amore, rivolto a Zhang, il capo della mafia cinese, rappresenta uno dei momenti più intensi e significativi del film L'ultima notte di Amore. In queste parole, il protagonista sintetizza il peso delle sue scelte, il conflitto morale che lo ha tormentato e le conseguenze inevitabili che è pronto ad affrontare. Attraverso questo discorso, emergono le sue motivazioni personali, familiari e una ribellione definitiva contro un destino che lo ha costretto a compromessi insopportabili.
MINUTAGGIO: 1:56:54-1:58:32
RUOLO: Franco Amore
ATTORE: Pierfrancesco Favino
DOVE: Netflix
ITALIANO
Qui dentro ci sono i nomi e i numeri di telefono di due altri complici. Un carabiniere corrotto della caserma Moscova e Tito Russo, suo cugino, un 'ndranghetista. Se vi sbrigate lo trovate davanti alla sua gioielleria, ancora. Io vi lascio risolvere questi problemi di famiglia. I suoi diamanti ce li ho io, signor Zhang. E me li tengo. Io gliel'avevo detto dall'inizio che non volevo persone armate in macchina. La sparatoria c'è stata per colpa di quella testa di cazzo della guardia vostra. Me li tengo, signor Zhang. Tanto, prima o poi, mi beccano per questa storia. Mi… mi tolgono la pensione, mi mettono a San Vittore o da un'altra parte. Mia moglie e mia figlia, io voglio... loro devono stare serene. La pensione la tolgono anche al mio migliore amico, che è morto stanotte. E i diamanti mi servono, perché io mi devo occupare di suo figlio. Lo devo crescere. E' ancora piccolo. Ma soprattutto, per una volta, io me la voglio togliere questa soddisfazione di fare io come Robin Hood. Rubo a un ricco, per dare a un povero stronzo che per tutta la vita ha avuto l'ambizione di essere una persona onesta. Adesso, se non vi dispiace, mi manca un'ora di lavoro. Stammi bene, Cosimo.
"L'ultima notte di Amore" è un film del 2023 diretto da Andrea Di Stefano, un thriller poliziesco con protagonisti Pierfrancesco Favino e Linda Caridi. La trama ruota attorno all'ultima notte di servizio dell'ispettore Franco Amore, interpretato da Favino, prima del suo pensionamento. Amore ha costruito una carriera senza macchia e con una grande dedizione al suo lavoro, sempre rispettoso della legge e dei suoi principi. Quella che dovrebbe essere una notte di routine si trasforma in una spirale di eventi imprevedibili e pericolosi, costringendo Franco a confrontarsi con scelte morali difficili e a lottare per la sua sopravvivenza e quella dei suoi cari. Si ritrova coinvolto in un intrigo che lo mette alla prova sia come poliziotto che come uomo, svelando le pressioni e le complessità che affrontano coloro che vivono sulla linea sottile tra la legalità e la criminalità.
Il film esplora temi come la corruzione, il sacrificio personale e il peso delle scelte morali, con un’atmosfera tesa e oscura. Di Stefano bilancia abilmente azione e introspezione, mostrando non solo le dinamiche di un thriller, ma anche un ritratto umano e psicologico del protagonista. "L'ultima notte di Amore" è stato ben accolto dalla critica per la sua capacità di unire elementi di un thriller poliziesco a una profonda analisi dei dilemmi morali, mantenendo alta la tensione fino alla fine.
Franco si rivolge a Zhang, il capo della mafia cinese, con un tono calmo ma fermo, in una sorta di dichiarazione di resa morale. La frase chiave è "Tanto, prima o poi, mi beccano per questa storia". Franco è pienamente consapevole delle conseguenze delle sue azioni. È un uomo che ha sempre cercato di mantenere una vita onesta, ma ora è arrivato al limite, trovandosi costretto a infrangere la legge.
La frase "Io me la voglio togliere questa soddisfazione di fare io come Robin Hood" segna il momento in cui Franco giustifica le sue azioni. Il richiamo a Robin Hood, il leggendario fuorilegge che rubava ai ricchi per dare ai poveri, indica un tentativo di nobilitare il suo gesto finale. Franco, un uomo che ha sempre voluto fare la cosa giusta, cerca ora di rivendicare il suo ruolo di "giustiziere", sottraendo qualcosa ai potenti e ridistribuendolo a chi è sempre stato onesto, ma schiacciato dalle circostanze.
Franco giustifica il furto dei diamanti per "mia moglie e mia figlia". Questo mostra che il suo atto è anche per proteggere e garantire un futuro sicuro per i suoi cari, una priorità che mette al di sopra della sua stessa moralità e della legge.
La menzione del "migliore amico" morto e la promessa di occuparsi del figlio sottolinea un senso di lealtà e responsabilità verso chi è venuto a mancare. Il suo compito di crescere il bambino diventa un modo per riscattare se stesso e le sue scelte. Qui, Franco si rende conto di essere stato trascinato in un vortice di eventi che gli hanno portato via ciò che gli era più caro, e si sente in dovere di fare tutto il possibile per salvare quel poco che gli resta. Il tono del monologo suggerisce un uomo stanco e rassegnato al destino, ma che per una volta nella vita sceglie di non subire, bensì di agire. È consapevole che le sue scelte lo condurranno inevitabilmente alla rovina ("Mi tolgono la pensione, mi mettono a San Vittore o da un'altra parte"), ma è disposto a pagare il prezzo, perché crede che per la prima volta, lui possa "vincere" qualcosa in una vita che lo ha reso prigioniero di regole che non gli hanno mai dato nulla in cambio.
Il linguaggio diretto, a tratti volgare e pragmatico, come quando si riferisce alla "testa di cazzo della guardia vostra", evidenzia la disillusione del personaggio. Non ci sono più filtri o ipocrisie; Franco parla con sincerità, stanco delle formalità e delle mezze verità che probabilmente hanno sempre caratterizzato la sua vita da poliziotto. Le frasi brevi e decise denotano la sua determinazione e la sua consapevolezza delle scelte fatte.
Dopo una vita trascorsa a mantenere un'integrità che non gli ha mai restituito nulla, Franco decide di agire contro un sistema corrotto. Pur sapendo che le sue scelte lo porteranno alla rovina, Franco si concede l'ultima soddisfazione di ribellarsi, dimostrando che, per una volta, può essere lui a decidere il proprio destino. In questo gesto finale, emerge il tema centrale del film: la difficoltà di essere onesti in un mondo in cui la corruzione e il compromesso sono le regole.
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