Monologo - Le difficoltà della vita di paese in Un Mondo a Parte

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO


In "Un Mondo a Parte", un film che esplora con delicatezza e profondità le sfide e le bellezze della vita nei piccoli borghi italiani, emerge questo monologo pronunciato da un abitante del paese che fornisce uno sguardo incisivo e senza veli sulla realtà di vivere in queste comunità. Questo discorso si distingue per la sua capacità di catturare e trasmettere la complessità di sentimenti e sfide che caratterizzano l'esistenza in questi luoghi, spesso idealizzati da chi li osserva da una prospettiva esterna e temporanea. Il monologo affronta tematiche quali l'idealizzazione della vita rurale, la disconnessione tra la percezione turistica e la realtà quotidiana degli abitanti, e il duro lavoro richiesto per mantenere vive le tradizioni e le comunità di piccoli borghi di fronte alle difficoltà imposte dalle stagioni e dall'isolamento.

IL MONOLOGO SULLA REALTA' DI PAESE


MINUTAGGIO: 28:31 - 29:44

RUOLO: Paesano

ATTORE: -

DOVE: Al cinema :)



ITALIANO


Vai, già ho capito te, li conosco quelli come te. A te ti piacciono i piccoli borghi, gli piace venire d'estate... Fammi parlare. I ruscelli, le verdure del posto, la carne del posto, fammi parlà. Poi a settembre, a ottobre, vi piacciono i boschi, vi entusiasmate, i colori, il giallo, il rosso, fogiacei. Fammi parlare, col fogliace voi ci fate le vostre belle foto, le pubbluchete nei libri, le pubblicate sui social, poi però a novembre, qui iniziano le pioggie; a Natale viene la neve pesante. Diventa tutto complicato, fino a giugno; quindi caro maestro le dico una cosa. Noi ci siamo stancati di tenere vivi questi piccoli paesi per permettere a voi di venire a fare i vostri bei fine settimana. Facciamo a cambio, venite voi durante la settimana, così vi rendete conto che magari, sta "vita semplice", come fate voi con ste cazzo di dita, spesso è un passo avanti e un passo indietro per noi.


Qualcosa sul film...


Il lungometraggio "Un Mondo a Parte" di Riccardo Milani, ci immerge nella vita di Michele Cortese, interpretato da Antonio Albanese, un devoto insegnante di scuola elementare che si avventura verso un capitolo rinnovato della sua vita. Michele, dopo aver dedicato quattro decenni all'insegnamento nei complessi istituti di Roma, ottiene il trasferimento presso l'Istituto Cesidio Gentile, noto come Jurico, incastonato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui, si trova al comando di una classe eterogenea di studenti, che variano dai 7 ai 10 anni. Con l'assistenza di Agnese, la vice-preside interpretata da Virginia Raffaele, e il sostegno degli alunni, Michele riesce a fatica a fondersi con questa realtà. Quando sembra che le cose prendano il giusto corso, una triste notizia minaccia la sopravvivenza della scuola: l'imminente chiusura a causa di un numero insufficiente di iscrizioni. Questo annuncio scatena una frenetica battaglia contro il tempo per salvare questa preziosa istituzione educativa.


Questa produzione, nata dalla collaborazione tra Wildside e Medusa Film, porta la firma di Milani e Michele Astori nella sceneggiatura, segnando un nuovo capitolo della loro collaborazione dopo il progetto "Grazie ragazzi" del 2023.

ANALISI DEL MONOLOGO


Il monologo pronunciato da un abitante del paese in "Un Mondo a Parte" rivela una prospettiva cruda e autentica sulla vita nei piccoli borghi, offrendo uno sguardo critico sulla romanticizzazione spesso superficiale di queste realtà da parte di coloro che ne fruiscono solo episodicamente. La tensione tra l'immagine idilliaca dei borghi e la dura realtà quotidiana che vivono i loro abitanti è palpabile, ponendo le basi per una riflessione più ampia sulle dinamiche sociali e culturali che caratterizzano il rapporto tra il "dentro" e il "fuori" di queste comunità.


L'interlocutore inizia con un'accusa diretta, identificando il destinatario del monologo, probabilmente il maestro Michele o un visitatore simile, come un outsider che idealizza la vita del borgo ma si allontana quando le condizioni diventano meno piacevoli. La descrizione delle stagioni, dalle estati pittoresche agli inverni difficili, sottolinea il divario tra l'esperienza temporanea degli ospiti e la realtà permanente degli abitanti. La critica non risparmia nemmeno l'uso dei social media e delle pubblicazioni, dove questa idealizzazione trova un amplificatore, contribuendo a un'immagine che può essere lontana dalla quotidianità degli abitanti.


Questo monologo tocca il tema del turismo e del consumo culturale in modo critico, evidenziando come la "vita semplice" del borgo sia spesso mitizzata da chi non ne conosce le sfide. L'invito a "fare cambio", a vivere il quotidiano del borgo al di fuori della stagione turistica, rappresenta una sfida a entrare in contatto con la complessità e le difficoltà che questa vita comporta.


La menzione del "passo avanti e un passo indietro" riflette la lotta continua per il mantenimento e la sopravvivenza di queste comunità, che, nonostante gli sforzi, spesso vedono la loro esistenza minacciata da fattori economici, demografici e ambientali. Questa espressione, colloquialmente forte e diretta, cattura efficacemente la frustrazione e la fatica di mantenere vive le tradizioni e le economie locali in un contesto che valorizza la novità e la facilità di accesso.

Conclusioni


Il monologo offre una critica della superficialità con cui si può approcciare la vita nei piccoli borghi, invitando a una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di coloro che li ammirano da lontano. Attraverso questa voce autentica, il film "Un Mondo a Parte" amplifica il discorso sul valore e sulla vulnerabilità delle piccole comunità, ponendo interrogativi sulla sostenibilità, l'autenticità e il futuro dei piccoli centri in un mondo globalizzato e sempre più omogeneizzato.

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