Monologo di Undici in Stranger Things 4: analisi completa del testo e significato della lettera che apre la stagione

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Undici in "Stranger Things 4 - Prima lettera"

Il monologo di Undici in Stranger Things 4 introduce lo stato emotivo del personaggio dopo il trasferimento in California e prepara lo spettatore al cambio di tono della stagione. Attraverso la lettera a Mike emergono distanza, bisogno di adattamento e quel velo di fragilità che Undi cerca di nascondere dietro i dettagli della nuova vita. È una scena costruita per mostrare quanto la sua idea di “normalità” sia ancora instabile e quanto il rapporto con Mike resti il suo punto di equilibrio.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Stranger Things 4 (2023)
Personaggio: Undici
Attrice: Millie Bobby Brown

Minutaggio: 9:48-14:01 (Episodio 1)

Durata:4 minuti 14 secondi

Difficoltà Media–Alta Qui l’attrice deve gestire due strati Il tono da lettera affettuosa a Mike, quindi un registro semplice, quasi ingenuo, e La frattura nascosta

Emozioni chiave nostalgia, speranza delicata, sottile insicurezza, bisogno di approvazione

Contesto ideale per un attore L’attrice deve lavorare come se il personaggio stesse mostrando “la versione migliore” di sé, mentre sotto c’è qualcos’altro.

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Stranger Things 4"

Stranger Things 4 parte da un momento preciso: il 1986. Sono passati alcuni mesi dal caos allo Starcourt Mall e ogni personaggio si muove con il peso di quello che è accaduto.Il primo elemento evidente è che il “mostro” non ha più solo la forma del Demogorgone o delle particelle del Sottosopra. È interno ai personaggi. Ognuno porta una ferita che condiziona la sua quotidianità.

Undici affronta la perdita dei poteri, e insieme a quella affronta un vuoto personale. Prima aveva un ruolo chiaro nel gruppo; ora fatica a trovare un posto nella vita normale, dove la minaccia non arriva dal Sottosopra ma da compagni di scuola pronti a umiliarla. La vulnerabilità diventa un tema centrale. Max vive un percorso diverso. La morte di Billy le ha lasciato una serie di domande insolute, insieme a un senso di colpa che non sa gestire. La sua giornata è scandita da cuffie, silenzi e un distacco costante da chi le vuole bene. È un personaggio che procede come se si muovesse su un terreno minato. Hopper, creduto morto, riappare dall’altra parte del mondo. In Russia lo vediamo distante dall’uomo che conoscevamo: convinzioni pesanti sul proprio valore, dolore fisico e morale, e la sensazione di essere una presenza pericolosa per chi ama.

Il gruppo di Hawkins non è più il party compatto degli inizi. Le superiori cambiano le dinamiche: Lucas prova a farsi strada nel mondo dei “popolari”, Dustin e Mike restano nel campo degli outsider, e molte cose che prima tenevano unita la banda ora sembrano perdere presa. Nel frattempo, in California, il nuovo contesto non risolve nulla. Undici, Will, Jonathan e Joyce continuano a portare il bagaglio di ciò che è successo a Hawkins. La distanza è solo geografica. I problemi restano, anzi si moltiplicano: bullismo, incertezze amorose, il senso di isolamento di Will, tensioni che nascono da cose mai dette.

In questo scenario arriva Vecna. Non è il classico mostro fisico. Ha un metodo, osserva le fragilità, guarda dove la mente cede. Le sue vittime non sono casuali: sono persone che convivono con un peso che non riescono a sollevare. Le visioni, gli incubi e il richiamo del pendolo rendono la sua presenza un’esperienza mentale, prima ancora che fisica. Con Vecna, Stranger Things entra in una dimensione più vicina all’orrore psicologico: il male che ti raggiunge attraverso ciò che non riesci ad affrontare. E ogni volta che colpisce, lascia un segno nel mondo reale, come se la città stessa si incrinasse. La stagione procede su tre binari:


– Hawkins, con l’indagine e la tensione che cresce attorno agli omicidi;
– la California, dove si intrecciano identità e fragilità di Undici;
– la Russia, dove Hopper affronta una lotta più umana che sovrannaturale.

Sul fondo ci sono tre idee che guidano tutto: la colpa, che schiaccia i protagonisti; la memoria, che torna a galla e costruisce prigioni; la crescita, che divide il gruppo e apre crepe in cui il male trova spazio.

Testo del monologo + note

Caro Mike, oggi è il centoottantacinquesimo giorno. Mi sembrano almeno 10 anni. Joyce dice che il tempo fa quest’effetto. Le emozioni lo possono accelerare o rallentare. Siamo tutti viaggiatori del tempo, se ci pensi bene. Per esempio… questa settimana sta passando in fretta. Perché sono molto impegnata. Devo fare una cosa che si chiama “Supporto visivo”. Spero che la signora Gracey mi dia una A. C’è un’eccitante novità. Joyce ha trovato un lavoro incredibile, e può svolgerlo da casa! Dice che ama… la libertà. Will dipinge molto, ma non vuole mostrarmi cosa fa. Forse è per una ragazza. Credo che gli piaccia qualcuno. Perché si comporta in modo… strano. Anche Jonathan si comporta in modo strano, credo sia solo nervoso per via del college. E’ ancora in attesa per la famosa lettera. Spero che lui e Nancy vadano nello stesso posto. Ma non so come farà ad andare al college, visto che la sua auto è ancora fuori uso. Quel suo strano amico Argyle ci sta accompagnando a scuola, ha i capelli più lunghi dei miei, e lui e Jonathan fumano piantine con uno strano odore. Jonathan dice che sono super sicure perché vengono dalla terra, ma non devo dirlo a Joyce. E io? Sono felicissima adesso. Avevi ragione, era solo questione di tempo. Penso di essermi finalmente adattata. All’inizio mi mancavano i fiori della primavera, ma ora lo trovo carino, qui. Mi piace anche la scuola, adesso. Sono ancora la migliore in matematica, ma anche in grammatica sono un pò più meglio. Aiuta che siano tutti così gentili qui. Mi sono fatta un mucchio di amici. Comunque aspetto con ansia le vacanze di primavera, soprattutto perché potrò rivederti. All’idea di rivederti mi manca il respiro. Sei emozionato anche tu? Penso che ti piacerà questo posto. Penso che passeremo le più belle vacanze di primavera di sempre. Spero di non aver fatto troppi errori stavolta. Mi manchi. Con amore, Undi. 

“Caro Mike, oggi è il centoottantacinquesimo giorno.”: tono intimo; ritmo lento; micro-pausa dopo “giorno” come se contare fosse un rito.

“Mi sembrano almeno 10 anni.”: accenno di ironia fragile; sorriso breve che non arriva agli occhi.

“Joyce dice che il tempo fa quest’effetto.”: voce più leggera; sguardo in alto come se ripetesse una frase sentita spesso.

“Le emozioni lo possono accelerare o rallentare.”: tono quasi didattico; pausa su “emozioni”.

“Siamo tutti viaggiatori del tempo, se ci pensi bene.”: intonazione morbida; sguardo che si allontana come se stesse riflettendo davvero.

“Per esempio… questa settimana sta passando in fretta.”: esitazione autentica sul “per esempio…”; sorriso trattenuto.

“Perché sono molto impegnata.”: tono neutro; leggera forzatura per suonare convincente.

“Devo fare una cosa che si chiama “Supporto visivo”.”: pronuncia curiosa su “Supporto visivo”; sguardo verso un foglio immaginario.

“Spero che la signora Gracey mi dia una A.”: tono più affettuoso; pausa breve su “A” come fosse un obiettivo importante.

“C’è un’eccitante novità.”: entusiasmo controllato; non troppo marcato.

“Joyce ha trovato un lavoro incredibile, e può svolgerlo da casa!”: tono vivace; energia un po’ costruita; occhi che cercano conferma.

“Dice che ama… la libertà.”: pausa evidente sul “…”; intonazione interrogativa su “libertà”.

“Will dipinge molto, ma non vuole mostrarmi cosa fa.”: lieve perplessità; inclinare la testa come se cercasse un motivo.

“Forse è per una ragazza.”: tono giocoso; sorriso appena accennato.

“Credo che gli piaccia qualcuno.”: intonazione bassa; segno di complicità; pausa breve su “qualcuno”.

“Perché si comporta in modo… strano.”: pausa lunga dopo “modo”; occhi che si muovono a cercare la parola giusta.

“Anche Jonathan si comporta in modo strano, credo sia solo nervoso per via del college.”: tono rassicurante; ritmo più fluido.

“E’ ancora in attesa per la famosa lettera.”: sguardo verso il basso; parola “famosa” detta con leggerezza.

“Spero che lui e Nancy vadano nello stesso posto.”: voce dolce; pausa minima su “spero”.

“Ma non so come farà ad andare al college, visto che la sua auto è ancora fuori uso.”: piccolo sospiro su “non so come farà”; tono più realistico.

“Quel suo strano amico Argyle ci sta accompagnando a scuola, ha i capelli più lunghi dei miei,”: accenno di divertimento; occhi un po’ sorpresi quando nomina i capelli.

“e lui e Jonathan fumano piantine con uno strano odore.”: naso arricciato; voce che scende su “strano odore”.

“Jonathan dice che sono super sicure perché vengono dalla terra, ma non devo dirlo a Joyce.”: tono cospiratorio; sorriso trattenuto; pausa dopo “terra”.

“E io? Sono felicissima adesso.”: tono che tenta di salire; sguardo fisso; emozione trattenuta sotto lo strato di entusiasmo.

“Avevi ragione, era solo questione di tempo.”: ritmo lento; piccola vibrazione nella voce.

“Penso di essermi finalmente adattata.”: frase detta piano; pausa su “finalmente”; dubbio appena percepibile.

“All’inizio mi mancavano i fiori della primavera, ma ora lo trovo carino, qui.”: tono descrittivo; sorriso lieve su “carino”.

“Mi piace anche la scuola, adesso.”: voce che prova a suonare convincente; sguardo troppo fermo.

“Sono ancora la migliore in matematica, ma anche in grammatica sono un pò più meglio.”: autoironia; risata breve; il piccolo errore grammaticale va sottolineato con naturalezza.

“Aiuta che siano tutti così gentili qui.”: intonazione bassa; micro-pausa dopo “gentili” come se valutasse la frase.

“Mi sono fatta un mucchio di amici.”: tono vivace; sorriso leggermente forzato.

“Comunque aspetto con ansia le vacanze di primavera, soprattutto perché potrò rivederti.”: intonazione calda; sguardo verso il vuoto come se immaginasse il momento.

“All’idea di rivederti mi manca il respiro.”: pausa prima di “mi manca”; voce che scende; emozione sincera.

“Sei emozionato anche tu?”: domanda dolce; sguardo diretto come se attendesse una risposta reale.

“Penso che ti piacerà questo posto.”: tono di incoraggiamento; sorriso aperto.

“Penso che passeremo le più belle vacanze di primavera di sempre.”: incremento leggero del ritmo; immaginazione attiva; sguardo che si illumina.

“Spero di non aver fatto troppi errori stavolta.”: vulnerabilità evidente; occhi bassi; pausa dopo “spero”.

“Mi manchi.”: voce bassa; nessun sorriso; respiro trattenuto prima di dirlo.

“Con amore, Undi.”: chiusa morbida; tono affettuoso; pausa dopo “amore” prima di pronunciare il nome.

Analisi del monologo di Undi in "Stranger Things 4", la lettera

Il monologo in forma di lettera che Undici scrive a Mike all’inizio di Stranger Things 4 è una porta d’ingresso perfetta alla nuova stagione. Sembra un aggiornamento dolce e quotidiano, in realtà è il primo segnale che qualcosa non va. La lettera inizia così: “Caro Mike, oggi è il centoottantacinquesimo giorno. Mi sembrano almeno 10 anni.” Qui ci sono già due elementi chiave: Il conteggio dei giorni: Undi vive la lontananza contando, come se ogni giorno fosse una tacca sul muro. La percezione del tempo: “Mi sembrano almeno 10 anni» indica che la separazione pesa molto più di quanto vuole ammettere.” Poi entra Joyce: “Joyce dice che il tempo fa quest’effetto. Le emozioni lo possono accelerare o rallentare. Siamo tutti viaggiatori del tempo, se ci pensi bene.”

Questa parte è interessante per due motivi:

  1. Undi si appoggia alle parole degli adulti per spiegare ciò che sente.

  2. La frase “Siamo tutti viaggiatori del tempo” è una sintesi poetica della stagione: il passato torna, il trauma non è finito, il tempo interiore non coincide con il calendario.

Da qui in poi, il monologo si trasforma in un resoconto della nuova vita in California: scuola, progetti, famiglia, amici. Ma tutto è filtrato da un bisogno evidente di rassicurare Mike sul fatto che lei “sta bene”. Quando Undi dice: “Per esempio… questa settimana sta passando in fretta. Perché sono molto impegnata.” sta costruendo un’immagine precisa: è occupata, si applica a scuola, ha un progetto di “Supporto visivo”, spera di prendere una A.

Questo registro scolastico, quasi banale, è voluto. Serve a mostrare una Undi che prova a vivere una vita da ragazza normale: compiti, insegnanti, valutazioni. “E io? Sono felicissima adesso. Avevi ragione, era solo questione di tempo. Penso di essermi finalmente adattata.” Qui il sottotesto si sente forte più un personaggio insiste sul fatto di essere felice, più lo spettatore capisce il contrario. La parola chiave è adattata è l’obiettivo dichiarato della nuova Undici, è il mantra con cui prova a convincersi che il trasferimento è stata una soluzione.

Ma l’ambientazione scolastica (che nella stagione vediamo essere ostile, con bullismo e umiliazione) contraddice la lettera. Questo crea una frattura tra ciò che lei racconta a Mike e ciò che lo spettatore sa.

Il monologo scorre attraverso i personaggi di casa Byers: “joyce ha trovato un lavoro incredibile, e può svolgerlo da casa! Dice che ama… la libertà. Joyce appare contenta, autonoma, libera. Ma chi conosce la serie sente una tensione di fondo: non c’è mai vera tranquillità attorno a lei. Poi passiamo a Will: “Will dipinge molto, ma non vuole mostrarmi cosa fa. Forse è per una ragazza. Credo che gli piaccia qualcuno. Perché si comporta in modo… strano.” Questa parte è importante perché: configura Will come personaggio introverso, chiuso e semina il discorso sulle sue emozioni e sui suoi sentimenti.

Undi interpreta il suo comportamento con le categorie che ha: «forse è per una ragazza». Ma lo spettatore percepisce che il “strano” di Will è molto più profondo. Jonathan, invece: “Anche Jonathan si comporta in modo strano, credo sia solo nervoso per via del college. E’ ancora in attesa per la famosa lettera. Spero che lui e Nancy vadano nello stesso posto.” Qui il monologo evidenzia un altro tema: il passaggio all’età adulta. E poi c’è Argyle: “Quel suo strano amico Argyle ci sta accompagnando a scuola, ha i capelli più lunghi dei miei, e lui e Jonathan fumano piantine con uno strano odore.” Questa parte, pur leggera, apre una finestra chiara: mondo dei ragazzi più grandi, sballo, follia “hippie”, nuove figure che spostano il tono tra commedia e alienazione. Il centro emotivo è qui: “E io? Sono felicissima adesso. Avevi ragione, era solo questione di tempo. Penso di essermi finalmente adattata.” Questa è la frase che un’attrice dovrebbe prendere come chiave del monologo. La parte finale sposta il baricentro su Mike: “Comunque aspetto con ansia le vacanze di primavera, soprattutto perché potrò rivederti. All’idea di rivederti mi manca il respiro.” Qui il tono si scalda: c’è attesa, c’è desiderio, c’è un bisogno concreto di contatto.


La chiusa: “Spero di non aver fatto troppi errori stavolta. Mi manchi. Con amore, Undi.” è una mini-rivelazione del suo stato interno: vuole essere “giusta”, perfetta, corretta, teme di sbagliare anche nello scrivere, come se un errore grammaticale fosse una delusione per Mike, confessa il centro emotivo: «Mi manchi».

Finale di "Stranger Things 4" (Spoiler)

Nel finale di stagione, il quadro si amplia e molte rivelazioni ridefiniscono tutto quello che avevamo visto finora. Durante lo scontro nella mente di Max, Vecna mostra la sua identità completa. È Henry Creel, il bambino degli anni ’50, diventato poi il soggetto Uno nel laboratorio di Brenner. È lui ad aver dato forma al Mind Flayer, non il contrario. La minaccia del Sottosopra assume così un’origine legata agli esperimenti umani: una deriva nata da una manipolazione andata oltre il controllo.

Per fermarlo, il gruppo costruisce un piano su più livelli. Max si offre come esca, consapevole di essere ancora nel mirino. Steve, Nancy e Robin puntano al corpo di Vecna nel Sottosopra, mentre Undici entra nella mente di Max per raggiungere Vecna direttamente. Dustin ed Eddie attirano le creature volanti per tenere libero il percorso agli altri. Eddie, in quel punto della storia, sceglie di non fuggire più. Rimane nel Sottosopra per guadagnare tempo agli amici e muore tra le braccia di Dustin. La sua storia si chiude nel luogo in cui aveva trovato un posto: l’Hellfire Club e l’amicizia con il gruppo.

La parte più dura riguarda Max. Vecna riesce a colpirla. Il corpo cede nello stesso modo delle altre vittime e il cuore si ferma. Lucas la stringe mentre tutto intorno si sgretola. Undici interviene e riesce a riportare il battito, ma la coscienza di Max non risponde. Quando Undici prova a cercarla nella sua mente trova solo un vuoto. È una condizione sospesa, che lascia domande aperte su ciò che resta di lei. Nonostante il colpo subito da Vecna, il suo piano procede. Con la quarta vittima, i varchi si uniscono e Hawkins si apre in più faglie. La città si spezza. È un cambiamento fisico che mostra come l’equilibrio tra i due mondi sia ormai instabile.

La stagione si chiude con una ricomposizione affettiva: Undici e Hopper si ritrovano, il gruppo torna nella casa nel bosco, i volti si riuniscono. Ma la pace è momentanea. Will percepisce di nuovo la presenza di Vecna, come accadeva all’inizio della serie. E il paesaggio parla chiaro: terra bruciata, particelle nell’aria, nubi scure che avanzano verso la città. Il messaggio è diretto: l’epoca dei misteri isolati nel bosco si chiude qui. Quello che arriva è uno scontro su scala più ampia, con Hawkins già modificata e il Sottosopra che ha iniziato a sovrapporsi al mondo reale.

Credits e dove vederlo

Regista: Matt e Ross Duffer

Sceneggiatura: Matt e Ross Duffer

Produttore: Stephanie Slack Margret H. Huddleston

Cast: Winona Ryder (Joyce Byers) David Harbour (Jim Hopper), Finn Wolfhard( Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson) Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair) Noah Schnapp (Will Byers) Millie Bobby Brown (Undici / Jane Ives)

Dove vederlo: Netflix

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