Monologo - La lettera in \"V per Vendetta\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

La lettera di Valerie in V per Vendetta rappresenta uno dei momenti più intensi ed emblematici del film, un monologo che va oltre la semplice narrazione e si trasforma in un inno alla libertà individuale, all'amore e alla resistenza contro l'oppressione. Scritta in condizioni disperate, su un pezzo di carta igienica, la lettera non è solo la testimonianza di una vita vissuta con coraggio, ma anche un messaggio universale di speranza e dignità umana.

V per Valerie

MINUTAGGIO: 1:12:53-1:18:50
RUOLO:
Every
ATTRICE:
Natalie Portman
DOVE:
Netflix

INGLESE


I know there's no way I can convince you this is not one of their tricks, but I don't care, I am me. My name is Valerie, I don't think I'll live much longer and I wanted to tell someone about my life. This is the only autobiography I'll ever write, and god, I'm writing it on toilet paper. I was born in Nottingham in 1985, I don't remember much of those early years, but I do remember the rain. My grandmother owned a farm in Tuttlebrook, and she use to tell me that god was in the rain. I passed my 11th lesson into girl's grammar; it was at school that I met my first girlfriend, her name was Sara. It was her wrists. They were beautiful. I thought we would love each other forever. I remember our teacher telling us that is was an adolescent phase people outgrew. Sara did, I didn't. In 2002, I fell in love with a girl named Christina. That year I came out to my parents. I couldn't have done it without Chris holding my hand. My father wouldn't look at me, he told me to go and never come back. My mother said nothing. But I had only told them the truth, was that so selfish? Our integrity sells for so little, but it is all we really have. It is the very last inch of us, but within that inch, we are free. I'd always known what I wanted to do with my life, and in 2015 I starred in my first film, "The Salt Flats". It was the most important role of my life, not because of my career, but because that was how I met Ruth. The first time we kissed, I knew I never wanted to kiss any other lips but hers again. We moved to a small flat in London together. She grew Scarlet Carsons for me in our window box, and our place always smelled of roses. Those were there best years of my life. But America's war grew worse, and worse. And eventually came to London. After that there were no roses anymore. Not for anyone. I remember how the meaning of words began to change. How unfamiliar words like "collateral" and "rendition" became frightening. While things like Norse Fire and The Articles of Allegiance became powerful, I remember how different became dangerous. I still don't understand it, why they hate us so much. They took Ruth while she was out buying food. I've never cried so hard in my life. It wasn't long till they came for me. It seems strange that my life should end in such a terrible place, but for three years, I had roses, and apologized to no one. I shall die here. Every inch of me shall perish. Every inch, but one. An Inch, it is small and it is fragile, but it is the only thing the world worth having. We must never lose it or give it away. We must never let them take it from us. I hope that whoever you are, you escape this place. I hope that the world turns and that things get better. But what I hope most of all is that you understand what I mean when I tell you that even though I do not know you, and even though I may never meet you, laugh with you, cry with you, or kiss you. I love you. With all my heart, I love you. Valerie.



ITALIANO


So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io. Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo. E volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l’unica autobiografia che scriverò e… Dio, mi tocca scriverla sulla carta igienica. Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. Mia nonna aveva una fattoria a Tottle Brook, e mi diceva sempre che Dio è nella pioggia. Superai l’esame di terza media, ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza, si chiamava Sarah. Furono i suoi polsi. Erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, sarebbe passata crescendo. Per Sarah fu così. Per me no. Nel 2002 mi innamorai di Cristina. Quell’anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava, non mi guardava. Mi disse di andarmene, di non tornare mai più. Mia madre non disse niente. Ma io avevo detto solo la verità. Ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente. Ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo. E’ il nostro ultimo spazio all’interno di quel centimetro. Siamo liberi. Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: le pianure di Salem. Fu il ruolo più importante della mia vita. Non per la mia carriera. Ma perchè fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo capii che non avrei più voluto baciare altre labbra all’infuori delle sue. Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlet Carlson per me, nel vaso sulla finestra. E la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita. Ma la guerra in America divorò quasi tutto, e alla fine arrivò a Londra. A quel punto non ci furono più rose, per nessuno. Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni, come “fiancheggiatore”, “risanamento” divennero spaventose. Mentre cose come “fuoco norreno” e gli articoli della fedeltà divennero potenti. Ricordo come “diverso” diventò pericoloso. Ancora non capisco perché ci odiano così tanto. Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me. Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose, e non ho chiesto scusa a nessuno. Morirò qui. Tutto di me finirà. Tutto, tranne quell’ultimo centimetro. Un centimetro. E’ piccolo, ed è fragile. Ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere. Non dobbiamo mai perderlo, o spenderlo. Non dobbiamo permettere che ce lo rubino. Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto. Spero che il mondo cambi, che le cose vadano meglio. Ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò mai, anche se non piangerò con te, e non ti bacerò, mai, io ti amo. Dal più profondo del cuore. Io ti amo. Valerie.

V per Vendetta

"V per Vendetta" è un film del 2005 diretto da James McTeigue, basato sull'omonima graphic novel di Alan Moore e David Lloyd. La storia è ambientata in un futuro distopico in cui l'Inghilterra è governata da un regime totalitario guidato dall'Alto Cancelliere Adam Sutler, un leader che usa paura e propaganda per mantenere il controllo sul popolo. La storia segue Evey Hammond (Natalie Portman), una giovane donna che lavora presso la rete televisiva governativa. Una notte, Evey viene salvata da un uomo mascherato, noto solo come V (Hugo Weaving), mentre stava per essere aggredita dai membri della polizia segreta, i "Fingermen".


V indossa una maschera di Guy Fawkes e un mantello nero, e la sua figura carismatica incarna la ribellione contro il sistema oppressivo. V è un vigilante enigmatico che ha dichiarato guerra al regime e intende abbatterlo attraverso atti di sabotaggio e terrorismo. La sua missione simbolica ha un punto focale: far esplodere il Palazzo di Westminster, sede del Parlamento, il 5 novembre, come tributo al tentativo fallito di Guy Fawkes nel 1605.

V compie il primo attacco pubblico, distruggendo il Palazzo di Giustizia. Durante il suo discorso trasmesso via televisione, invita la popolazione a unirsi a lui il 5 novembre dell'anno successivo, promettendo che quel giorno abbatterà il regime. Evey si avvicina a V, ma dopo aver scoperto i suoi metodi estremi, tenta di fuggire. Tviene catturata dalla polizia segreta. In realtà, il suo rapimento è orchestrato dallo stesso V, che la sottopone a una finta prigionia per farle superare la paura e risvegliarla come una donna libera.


V ha anche un conto personale da regolare. Scopriamo che è un sopravvissuto di un esperimento condotto in un campo di concentramento, Larkhill, dove il regime ha torturato dissidenti e minoranze. V uccide sistematicamente coloro che hanno preso parte a questi esperimenti. Il climax arriva quando V sacrifica sé stesso per completare il suo piano. Con l'aiuto di Evey, il treno carico di esplosivi viene mandato verso il Parlamento. La popolazione, finalmente ispirata a ribellarsi, si riunisce indossando maschere di Guy Fawkes, simboleggiando l'unità contro l'oppressione.

Analisi Monologo

La lettera di Valerie in V per Vendetta è uno dei momenti più intensi e struggenti del film, un monologo che non è solo la testimonianza di una vita spezzata, ma anche un manifesto universale sull'importanza della libertà, dell'amore e dell'identità personale. Questo monologo è scritto su carta igienica, un dettaglio che sottolinea la condizione di prigionia e disperazione in cui Valerie si trova, ma anche la resistenza della sua umanità di fronte alla disumanità del sistema.


Valerie racconta la sua vita in modo semplice e diretto, quasi con la calma rassegnazione di chi sa che la fine è vicina. Il tono è intimo, come se stesse parlando direttamente al lettore (o allo spettatore). Questo coinvolgimento emotivo è amplificato dal contrasto tra i ricordi dolci della sua infanzia e delle sue relazioni, e l’orrore della sua prigionia e persecuzione. L'uso della prima persona non serve solo a caratterizzare Valerie come un individuo unico, ma anche a rappresentarla come ogni persona che lotta per preservare il proprio senso di sé in un contesto che cerca di annullarlo.
L’amore è il cuore pulsante del monologo. Valerie parla della sua sessualità con un candore che disarma. Dall’incontro con Sarah e la scoperta della sua identità, fino alla relazione con Ruth, l’amore viene descritto come un’esperienza autentica e trascendentale, qualcosa che dà significato alla sua vita. Il loro appartamento, riempito dal profumo delle rose, diventa un simbolo di un’esistenza vissuta pienamente, anche in un mondo che le vuole distruggere.


La lettera di Valerie offre una finestra sulle dinamiche di oppressione del regime: la censura, la repressione e la trasformazione del linguaggio in arma. Quando Valerie dice, "Ricordo come 'diverso' diventò pericoloso", sottolinea il modo in cui il regime manipola la percezione pubblica per giustificare la discriminazione. La sua ultima dichiarazione sulla conservazione dell’ultimo centimetro – il nucleo più profondo della sua identità e integrità – è un messaggio di resistenza che trascende il tempo e lo spazio. Anche di fronte alla morte, Valerie non si scusa per chi è, un’affermazione di dignità contro l’annientamento.


Valerie parla di sé, ma il suo messaggio è per chiunque: "Anche se non ti conosco, io ti amo." Questa affermazione trasforma la sua storia personale in qualcosa di universale. Valerie non combatte solo per sé, ma per un mondo migliore in cui nessuno debba più subire ciò che ha vissuto lei. Questo concetto è il simbolo centrale del monologo. È ciò che rimane quando tutto il resto è stato tolto: il senso di sé, l’idea che nessuno possa possedere la nostra interiorità più profonda. L’ultimo centimetro è piccolo, fragile, ma indistruttibile se protetto. Oltre a rappresentare l’amore tra Valerie e Ruth, le rose simboleggiano bellezza e speranza in un mondo che cerca di soffocarle. La loro assenza, dopo l’inizio della guerra, riflette la perdita della libertà e dell’umanità.

Conclusione

La lettera di Valerie è un manifesto universale che celebra la forza dell’amore e la resistenza dell’identità personale. Con il suo messaggio eterno – "l’ultimo centimetro è tutto ciò che abbiamo, e non dobbiamo mai permettere che ce lo rubino" – il monologo diventa una guida morale per affrontare le ingiustizie del mondo. In un contesto di disperazione e brutalità.

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