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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo pronunciato da Thomas Leroy in Il cigno nero rappresenta uno snodo cruciale nella trama del film e riflette in modo profondo i temi centrali dell’opera: il passaggio generazionale, l’ossessione per la perfezione e la dualità tra luce e oscurità. Attraverso le sue parole, Leroy annuncia il ritiro di Beth MacIntyre, una ballerina affermata, e l’ascesa della protagonista Nina Sayers come nuova stella della compagnia.
MINUTAGGIO: 30:33-32.12
RUOLO: Thomas Leroy
ATTORE: Vincent Cassel
DOVE: Disney+
INGLESE
Ladies and gentlemen, please, may I have your attention? Good evening. Let me make this very important announcement. You all have had the chance and the privilege... to be enchanted, transported... and even sometimes devastated by the performances of this true artist of our company. She's been a crucial inspiration to my work... a role model to all dancers, and even more than that... a deeply appreciated presence on our stage. You all know who I'm talking about. Ladies and gentlemen, Beth Maclntyre. But as we all know, every great career has to come to an end. Beth is retiring... at the end of the season. She will be giving her farewell performance as Melpomene... the role she originated in my first ballet. My little princess. We honor you. You will be greatly missed... and never forgotten. But, as we bid adieu to one star, we welcome another. We are opening our season with my new version of Swan Lake. Taking the role of our new Swan Queen, the exquisite, Nina Sayers. You'll soon have the pleasure of seeing her but... right now please let's raise a glass... to all of us... to Beth, to Nina... to beauty.
ITALIANO
Signore e signori, un attimo di attenzione prego. Buonasera. Ho un annuncio molto importante da fare. Tutti voi avete avuto il grande privilegio di farvi incantare, trasportare, e a volte anche turbare dalla bravura di questa artista della nostra compagnia. Per me è stata fonte di ispirazione, per le altre ballerine un modello da seguire e per tutti una presenza fondamentale su questo palcoscenico. Signore e signori, Bach Mcintire. Ma come sappiamo anche una grande artista un giorno è cosretta a lasciare. Beth si ritirerà dalle scene a fine stagione. Per il suo commiato interpreterà Melpomene, il ruolo che fece nel mio primo balletto. Mia principessina, è stato un onore. Ci mancherai molto, e ti ricorderemo sempre. Ma se diamo addio a una stella ne accogliamo un’altra. Apriamo la stagione con la mia nuova versione de “Il lago dei cigni”. Come protagonsita la nuova regina, la squisita Nina Sayers. Avrete presto il piacere di vederla danzare. Ma adesso vi prego di fare un brindisi con me. A Beth, a Nina, alla bellezza.
Il cigno nero (2010), diretto da Darren Aronofsky, è un thriller psicologico ambientato nel mondo del balletto classico. Il film esplora temi come l'ossessione, la dualità e la ricerca della perfezione artistica, ponendo al centro la protagonista Nina Sayers (interpretata da Natalie Portman), una giovane ballerina del New York City Ballet. Nina è una ballerina talentuosa ma fragile, che vive sotto la pressione costante di sua madre, una ex ballerina autoritaria e possessiva. La sua vita ruota esclusivamente intorno alla danza, e quando il direttore artistico della compagnia, Thomas Leroy (Vincent Cassel), decide di sostituire la prima ballerina per una nuova produzione de Il lago dei cigni, Nina diventa la scelta principale per il ruolo della Regina dei Cigni.
Il balletto richiede che la protagonista interpreti sia il candido e innocente Cigno Bianco, che il suo oscuro e seducente alter ego, il Cigno Nero. Mentre Nina è perfetta per la parte del Cigno Bianco, fatica a lasciarsi andare e a esplorare il lato più oscuro e passionale richiesto dal Cigno Nero. Leroy la sprona a liberare la propria sensualità e a esplorare il lato più oscuro e ribelle della sua personalità, cosa che la porterà a un progressivo e pericoloso deterioramento psicologico.
La situazione si complica con l'arrivo di Lily (Mila Kunis), una ballerina più disinvolta e spontanea, che sembra incarnare naturalmente l'essenza del Cigno Nero. Nina vede in Lily sia una rivale che una figura che la trascina verso il caos, e questo innesca in lei un conflitto interiore sempre più devastante. Man mano che le prove si intensificano, la psiche di Nina comincia a frantumarsi: diventa paranoica, ossessionata dal ruolo, e comincia a confondere la realtà con le sue allucinazioni.
Il climax del film avviene durante la prima dello spettacolo, dove Nina, finalmente libera dalle sue paure e in pieno contatto con la sua parte oscura, offre una performance perfetta, ma a un prezzo terribile.
Leroy comincia con un tono cerimoniale, richiamando l'attenzione di tutti e annunciando il ritiro di Beth. In questo contesto, la scelta delle parole è fondamentale. Leroy sottolinea l'importanza e il contributo di Beth alla compagnia, riconoscendola come una fonte di ispirazione, un modello da seguire, e una figura centrale. Questa parte del monologo mette in luce il rispetto e l'ammirazione che Beth ha guadagnato nel corso della sua carriera, ma la definisce anche come parte di un passato che ormai deve essere superato.
La sua menzione di "turbare" il pubblico con la bravura di Beth è una sfumatura interessante, poiché suggerisce come l'arte abbia il potere di provocare reazioni emotive intense, riflettendo il tema del film sull'impatto destabilizzante della perfezione e dell'ambizione. L'annuncio del ritiro di Beth viene presentato con un certo rispetto, ma allo stesso tempo, vi è un sottile distacco da parte di Leroy. Sebbene la descriva come una "principessina" e un'icona, la sua decisione di ritirarla è inevitabile. Leroy chiarisce che Beth, nonostante la sua grandezza, deve cedere il passo a una nuova era. Il concetto di una grande artista "costretta" a lasciare rimanda al tema della mortalità artistica: non importa quanto straordinario sia un artista, ci sarà sempre un momento in cui dovrà abbandonare il palcoscenico.
Questo passaggio evoca la dura realtà del mondo del balletto (e delle arti in generale), in cui l'età e la condizione fisica definiscono la carriera di un artista, in particolare di una ballerina.
Con il ritiro di Beth, Leroy introduce Nina come la "nuova regina", il termine stesso sottolinea l'idea di successione al trono. Questa transizione rappresenta un momento di tensione drammatica poiché, se da un lato Leroy glorifica Nina e la sua bellezza, dall'altro stabilisce immediatamente un confronto tra lei e Beth, insinuando una pressione straordinaria su Nina per essere all'altezza del suo predecessore. Il riferimento a Il lago dei cigni, con la "nuova versione" che Leroy sta preparando, simbolizza anche la dicotomia tra il Cigno Bianco e il Cigno Nero, tra l'innocenza e la corruzione, che si rifletterà nella progressiva metamorfosi di Nina. Il brindisi finale celebra "Beth, Nina e la bellezza". Qui Leroy eleva l'arte e le performer a un livello quasi mitico, parlando di "bellezza" come valore assoluto. C'è anche una leggera ambiguità in questo brindisi. La bellezza in Il cigno nero è un concetto doppio, che implica sia la purezza sia la distruzione. Mentre Leroy celebra la bellezza di Nina, allo stesso tempo presagisce il suo destino, intrappolata in una lotta pericolosa tra il mantenere la sua perfezione e la necessità di trasformarsi nel Cigno Nero, simbolo di ribellione e caos.
Questo monologo è un punto cruciale nella narrativa del film, poiché da qui in avanti inizia il vero arco trasformativo di Nina. La celebrazione della sua ascesa al ruolo di protagonista si mescola all'ansia della perfezione e al timore di fallire sotto il peso delle aspettative. Leroy è il catalizzatore di questo conflitto, forzando Nina a confrontarsi con la sua parte più oscura.
La tensione tra vecchio e nuovo, tra l'arte come celebrazione e l'arte come distruzione, si riflette perfettamente nelle dinamiche di questo monologo, contribuendo alla complessità del personaggio di Leroy, che manipola e spinge Nina verso la sua discesa nel caos.
Il monologo di Leroy funge da cornice tematica per l’intero film, illustrando in modo sottile la dinamica di potere e l'implacabile pressione cui è sottoposta Nina. Esaltando Beth come esempio di grandezza passata e Nina come simbolo di speranza futura, Leroy alimenta il confronto tra perfezione e rovina, bellezza e ossessione. Il suo discorso, apparentemente celebrativo, nasconde un presagio oscuro: l'arte, per quanto sublime, può diventare una prigione per l'anima dell'artista, e la ricerca della perfezione può spingere alla distruzione personale..
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