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Il monologo tratto da "La Traviata" di Lella Costa è un'espressione intensa e profonda di sentimenti e riflessioni che toccano l'anima. Originariamente ispirato dall'opera di Giuseppe Verdi, questo monologo si distingue per la sua capacità di esplorare le profondità dell'amore, del sacrificio e della solitudine umana. Lella Costa, attrice teatrale e interprete eccezionale, è nota per la sua capacità di dare vita a testi complessi con profondità emotiva e intellettuale. La sua carriera, ricca di riconoscimenti e apprezzamenti, la posiziona tra le figure più influenti nel panorama teatrale e cinematografico italiano.
RUOLO: Violetta
ATTRICE: Margherita Gautier
ITALIANO
Amico... noi creature del caso abbiamo desideri bizzarri e amori inspiegabili. Ci sono uomini che potrebbero distruggersi senza ottenere un unghia da noi, altri che ci portano a casa con un mazzo di fiori e poi ci sei tu… tu. Tu m’hai avuta senza contropartita perché… perché quando m’hai vista sputare sangue m’hai tenuto la mano, perché hai pianto. E allora ascolta, amico. Io avevo un cane una volta, quando tossivo mi guardava, abbassava le orecchie, si sentiva triste… è l’unica creatura che abbia mai amato. Io ti ho amato subito come quel cane. Se voi uomini sapeste che cosa si può ottenere in cambio di una lacrima. E allora, amico, cerca di capire che quelle come me sono abituate ad avere intorno gente che scruta ogni nostro movimento, che interpreta ogni nostra frase. Quelli non sono amici, no, sono solo amanti egoisti che sperperano il loro capitale non per noi, come credono, ma per la loro vanità. E noi siamo di buon umore quando loro sono di buon umore e dobbiamo essere in salute quando loro hanno voglia di andare a ballare, siamo professioniste, oggetti del loro lusso, al primo posto della loro vanità ma ultime nella loro stima. Noi non possiamo permetterci nè amori nè amicizie sincere, non possiamo, perché sappiamo come va a finire. O almeno io lo so, io so molto bene come va a finire perché già tutte le ho conosciute, le ho conosciute tutte. Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi, ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè. Così, come potrei rischiare? Eppure, se potessi per una volta io rischiare, se potessi per una volta io pretendere un uomo che sia l’amante dei miei sentimenti più che del mio corpo. Ho incontrato te, giovane, raggiante e ora sto cercando di capire se sei in grado di emanciparti dalla rumorosa solitudine che mi circonda. Allora, amico? Guardami, guardami, ci vuoi provare? Perché se ci stai per me va bene ma se sei il solito amante volgare allora fa come tutti gli altri, pagami e non ne parliamo più.
Il monologo si apre con un'appassionata riflessione sulle relazioni umane, evidenziando la natura bizzarra dei desideri e degli amori. Lella Costa, attraverso le sue parole, ci invita a esplorare le dinamiche dell'amore incondizionato e del sacrificio. Al cuore del monologo giace l'idea dell'amore come forza salvifica, capace di trascendere le convenzioni sociali e le aspettative. Il sacrificio emerge come tema centrale, riflettendo sulla capacità di dare senza ricevere. La solitudine viene esplorata non solo come condizione esistenziale ma come opportunità di connessione autentica. Il monologo sottolinea l'importanza della comprensione e dell'empatia tra esseri umani. Il monologo rappresenta un esempio emblematico di come la recitazione possa fungere da ponte tra l'opera tradizionale e il cinema moderno, arricchendo entrambi i generi con nuove interpretazioni emotive. La recitazione, specialmente quella di Costa, ha il potere di coinvolgere profondamente l'audience, evocando emozioni intense e promuovendo una riflessione interiore. La scenografia e i costumi devono riflettere l'epoca e lo spirito del monologo, contribuendo a creare l'atmosfera giusta per la narrazione.
Il monologo di Violetta è un gioiello di recitazione che evidenzia la potenza dell'arte nel trasmettere emozioni e riflessioni profonde. Questo monologo sottolinea l'importanza e la bellezza dell'arte della recitazione, ricordandoci come, attraverso essa, sia possibile esplorare la complessità dell'esistenza umana.
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