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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel contesto cinematografico, i monologhi spesso servono come finestre nella psiche dei personaggi, rivelando le loro percezioni più intime e i loro conflitti interni. Nel monologo di Mara dal film "L'ultima ruota del carro",la ragazza utilizza un brano dei Duran Duran come punto di partenza per esplorare questioni filosofiche e critiche verso la società, dimostrando come la musica possa fungere da catalizzatore per riflessioni più ampie e profonde.
MINUTAGGIO: 30:11-30:41
RUOLO: Mara
ATTRICE: Virginia Raffaele
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
Ti piacciono i Duran Duran? Senti che bella questa qui. “Drug is just a state of mind”. È una cosa… un pezzo geniale questo qui. È bellissimo. Se ti piace te lo doppio. Te ne faccio un’altra, se ti piace ti faccio… te lo doppio, questa ti scatena l’ormone. Questa si può ballare eh! Balla! Dai! È bellissima! Già che tu pensi al titolo, dice: “La droga è solo uno stato della mente” ma, ti rendi conto che è geniale questa cosa? Noi viviamo in una società, no? In questa società, non conta un cazzo niente, Angela. Cioè, quello che ci dicono, sono tutte cazzate. Noi siamo più forti con la mente, sono tutte cazzate. Hai capito? È una figata! Ma guarda che è una scoperta meravigliosa. Eh. E sì scusa. Noi con la mente facciamo tutto. Con la mente si respira, si vive, si mangia, si scopa con la mente! Con la mente si scopa, e certo. Vai a giocare amore, vai, eh…
"L'ultima ruota del carro" è un film italiano del 2013 diretto da Giovanni Veronesi. Il film racconta la storia di Ernesto, interpretato da Elio Germano, un uomo che attraversa le vicende dell'Italia dagli anni '70 agli anni 2000, sperimentando i cambiamenti sociali, economici e politici del paese attraverso il suo ruolo di lavoratore umile e spesso non riconosciuto. Il titolo del film fa riferimento all'espressione "essere l'ultima ruota del carro", che in italiano indica una persona considerata meno importante o trascurata all'interno di un gruppo o contesto.
Ernesto è un personaggio che, nonostante le difficoltà e le numerose sfide, mantiene un approccio positivo e ottimista alla vita. Il film esplora la sua vita personale e lavorativa, il suo rapporto con la famiglia e gli amici, mostrando come egli si adatti e reagisca alle trasformazioni del suo paese.
"L'ultima ruota del carro" è un'opera che mescola commedia e dramma, tipica dello stile di Veronesi, che utilizza il personale per riflettere sul collettivo, evidenziando come le vicende individuali siano spesso lo specchio di quelle nazionali.
Il monologo di Mara combina elementi culturali, personali e filosofici in un breve scambio di dialogo. La citazione iniziale sul pezzo dei Duran Duran, "Drug is just a state of mind", funge da catalizzatore per una riflessione più ampia sulla realtà, la percezione e l'influenza della società sulle credenze individuali.
Mara introduce il monologo con un riferimento ai Duran Duran, un gruppo popolare degli anni '80 noto per le sue canzoni orecchiabili e talvolta profonde. La musica viene usata qui come un punto di connessione tra i personaggi, e Mara usa la canzone per aprire una conversazione più profonda. La musica è anche un mezzo attraverso cui Mara esprime i suoi pensieri sulla vita e la società. Il concetto che "la droga è solo uno stato della mente" suggerisce che le realtà esterne possono essere intese o modificate dalla nostra percezione. Mara estende questo pensiero alla vita quotidiana, suggerendo che molto di ciò che percepiamo come realtà è filtrato o distorto dalla nostra mente. Questa è una visione sostanzialmente costruttivista, che vede la conoscenza e la realtà come costruzioni della mente umana.
Mara critica la società per essere superficiale e per non essere autentica, sostenendo che "non conta un cazzo niente" e che "sono tutte cazzate". Questo è un segno di disillusione e disincanto con le norme sociali e le aspettative, una tematica comune nei dialoghi che cercano di svelare la falsità percepite delle strutture sociali. C'è un forte senso di empowerment personale nel monologo di Mara. Lei afferma che "noi siamo più forti con la mente", indicando una credenza nell'autodeterminazione mentale e spirituale. La mente è vista come l'ultima frontiera di libertà e controllo, capace di superare le limitazioni imposte dalla società.
Il dialogo termina con un'invocazione all'azione: "Balla! Dai! È bellissima!" Questo passaggio dal pensiero filosofico all'azione fisica suggerisce che la vera comprensione o apprezzamento di queste idee viene attraverso l'esperienza vissuta—un tema ricorrente nel cinema che esplora il confine tra realtà fisica e percezione mentale.
Attraverso la sua riflessione sulla musica, la realtà e la società, Mara articola una profonda critica alla superficialità percepita delle strutture sociali, e invita anche gli spettatori a considerare il potere della mente come strumento di liberazione e di cambiamento.
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